Caro Operai Contro,
quando il sindacato sostituisce la lotta con giochini funambolici, associati a tavoli che non sono imposti dalla mobilitazione operaia, allora si può arrivare a paradossi come la vicenda della Maico. I 60 operai della Maico che produce manufatti in cemento, sono stati licenziati e dovrebbero tornare dopo tre anni, alle dipendenze della Edilgori, l’azienda che li ha licenziati tre anni fa. E’ lo stesso sindacalista a dire che: “è molto difficile che ora [Edilgori] abbia le risorse per riaprire la produzione”. Il sindacalista rammaricato dice: “loro sono stati licenziati e si sono buttati al vento tre anni di trattative”. Tre anni di chiacchiere per non opporsi con la lotta ai licenziamenti. Tre anni di tavoli per accordarsi sulla favola da raccontare agli operai, una favola che si reggeva sulla promessa che: se la Maico per sue ragioni dovesse licenziare i 60 operai assunti dalla Edilgori, quest’ultima li avrebbe riassunti! Caro Operai Contro, più volte ho pensato che questo sindacalismo avesse toccato il fondo, ma tutte le volte ho dovuto ricredermi. Questa batosta con colossale presa per il culo, sia da insegnamento agli operai e li rafforzi nella convinzione, che tocca loro in prima persona fare sindacato.
Saluti incazzati
Fonte: Tusciaweb
“La Maico chiude, tutti licenziati”
Orte (Viterbo). Nessun lieto fine per la vicenda della Maico, l’azienda di Orte che produce manufatti in cemento. Ieri mattina è stato scritto l’ultimo triste capitolo della storia che per tre anni ha visto i circa sessanta dipendenti in bilico tra scioperi e stipendi in sospeso.
“Nella nostra sede della Cisl – spiega Francesco Agostini (Filca Cisl) – abbiamo avuto un incontro con l’amministratore delegato e i vertici dell’azienda. Dopo tre anni di trattative è stato ufficializzato che l’acquisizione della ex Edilgori da parte della Maico non andrà in porto”.
Non ci sarà nessun acquisto, dunque. E i quasi sessanta lavoratori sono stati licenziati.
“Tutti gli ex dipendenti della Edilgori che sono migrati in Maico sono ora stati licenziati da quest’ultima e tornano in automatico ad essere alle dipendenze della Edilgori – continua Agostini -. Restano del tutto fuori solo in pochissimi, ovvero quel 10% circa di personale che era stato assunto soltanto dopo, direttamente dalla Maico”.
Quasi sessanta famiglie senza più un futuro. Difficile, infatti, che ora la Edilgori darà a tutti loro un’occupazione.
“Stamattina i lavoratori sono tornati al cantiere per capire cosa succederà – prosegue -, ma la situazione è molto critica ed è quasi impensabile che adesso la Edilgori troverà un modo per farli lavorare. Del resto se aveva aperto tre anni fa un concordato per vendere l’azienda è molto difficile che ora abbia le risorse per riaprire la produzione”.
Nel frattempo sono stati almeno saldati quasi tutti gli stipendi in sospeso. La Maico ha già erogato la giacenza di luglio e la mensilità di agosto, mentre entro novembre conta di liquidare anche gli stipendi di settembre, anche se si tratta di pochissimi soldi visto che per gran parte delle giornate era attivo lo sciopero, e il tfr maturato dall’acquisizione del personale dalla Edilgori.
“Una brutta storia – conclude Francesco Agostini – che purtroppo si è conclusa nel modo peggiore. Dispiace sentire che l’azienda dà una parte della colpa ai dipendenti che hanno scioperato. Loro erano disperati. Noi, adesso, cercheremo di continuare a seguire la vicenda sperando che questi sessanta lavoratori, e le loro famiglie, non escano del tutto dal mondo del lavoro, che sia sotto il nome di Edilgori o, magari, di una nuova azienda che abbia intenzione di acquisire lo stabilimento al posto della Maico. Certo è che, intanto, loro sono stati licenziati e si sono buttati al vento tre anni di trattative”.
Su richiesta dei dipendenti, intanto, l sindaco di Orte Angelo Giuliani ha indetto un’assemblea pubblica nella sala delle Bandiere del comune per lunedì 9 ottobre alle 17 per valutare possibili iniziative da intraprendere per il rilancio aziendale.
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