i compagni che hanno partecipato alle assemblee “costituenti”, chiedono una visione d’insieme e la possibilità di connettere le lotte da cui provengono in un quadro strategico, alcuni rifiutando anche esplicitamente il percorso elettoralistico.
Il programma di Potere al Popolo! offre loro una lista di buone intenzioni e scopre la sua essenza al punto 10 (mutualismo, solidarietà e potere popolare) dove è scritto:
“….questione centrale la necessità di costruire il potere popolare…. arrivandoci per…passaggi intermedi…(cioè) il controllo popolare.”
Il popolo è un’entità astratta e interclassista: si chiede un voto per eleggere chi a rappresentare chi?
Gli operai non vengono considerati e dunque, il potere popolare da chi sarebbe diretto ed esercitato? forse da nuove categorie sociali che non sono menzionate, o peggio da un partitino?
Si chiede il voto per un lavoro degno (quello da parlamentare?) e un salario equo (quale è il confine, in euro , tra un salario equo ed uno iniquo?)
In compenso ci sono le buone intenzioni (maiali mantovani compresi) a garantire il “passaggio intermedio” (intermedio da cosa a cosa ?) del controllo popolare: in altre parole l’illusione piccolo borghese di limitare lo strapotere del capitalismo per neutralizzarlo un passo alla volta, una riforma alla volta, un parlamentare alla volta.
Un programma dal carattere riformista e opportunista già battuto dalla storia ma che di fatto si pone come ostacolo alla riorganizzazione della classe operaia e alla sua capacità di dirigere anche le lotte popolari contro la borghesia e le sue istituzioni politiche
E buon viaggio a chi si mette in cammino per Roma…. sventolando l’ideal.
Saluti Romke
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