Caro Operai Contro,
l’aumento dei morti sul lavoro, si spiega solo con la piena libertà che hanno i padroni di licenziare gli operai. O lavori senza tante storie, oppure quella è la porta. Lo stesso ricatto che costringe tanti operai ad accettare salari, ritmi e nuovi lavori in condizioni assurde. Una situazione drasticamente peggiorata con “l’operaio usa e getta”, prodotto da Renzi e la Fornero per conto dei padroni. Ogni volta che un operaio muore sul lavoro si leva il coro, dai sindacalisti, ai politici, agli esperti in materia: “ci vogliono più controlli, per la prevenzione e la sicurezza”. Lo dicono per frenare la rabbia e le proteste, ma non fanno niente per fermare la strage. Una strage operaia voluta dai padroni per la maggior competitività delle proprie merci. Non basta ciò che hanno avuto con le nuove leggi Renzi e Fornero. Fanno pure lavorare gli operai in condizioni di rischio per “risparmiare” sulla prevenzione e sulla sicurezza, e quando arriva l’Ispettorato come a Foggia, ecco cosa succede.
13 fra ispettori del lavoro e medici prendevano la mazzetta per nascondere o ridimensionare la mancanza o inadeguata presenza delle misure di prevenzione e sicurezza. Multe irrisorie, verbali e documentazione distrutta o minimizzata, le poche volte che veniva inoltrata agli organi competenti superiori. In cambio dell’insabbiamento sul posto, i padroni, oltre a rimborsi non dovuti, distribuivano ai professionisti e ai dipendenti dell’Ispettorato, “regali alimentari e, in un caso, il superamento del concorso in marina per il figlio di uno degli ispettori del lavoro coinvolto nell’indagine delle fiamme gialle”. Se si considera che questo è venuto a galla in 8 ispezioni di 3 settori diversi: edilizia, agricoltura, alimentari, si esagera a pensare che ciò che è emerso è la classica punta dell’iceberg? Le morti operaie cessano abolendo la società del profitto. Organizzati per questo obbiettivo in fabbrica e sui posti di lavoro, ogni giorno vigiliamo e lottiamo contro lo sfruttamento e la strage di operai.
Saluti Oxervator
Dal Corriere del Mezzogiorno Foggia 3 maggio 2018
In arresto ispettori del lavoro Ammorbidivano i controlli
In azione i militari della guardia di Finanza. Cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di professionisti e dipendenti dell’Ispettorato. Sette provvedimenti interdittivi. Coinvolti anche diversi medici e un carabiniere
Tre ispettori del lavoro di Foggia e due consulenti agli arresti domiciliari. Un obbligo di dimora per un pubblico ufficiale e sette misure interdittive della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio e di un pubblico servizio (durata di sei mesi) nei confronti di ulteriori 4 pubblici ufficiali e tre medici. È l’esito di un blitz della Guardia di finanza di Foggia che ha scoperto che otto ispezioni ad aziende edili, agricole e alimentari sarebbero state accomodate in favore dei titolari. Il tutto in cambio di regali alimentari e, in un caso, del superamento del concorso in marina per il figlio di uno degli ispettori del lavoro coinvolto nell’indagine delle fiamme gialle. L’attività investigativa si riferisce ad un periodo compreso tra il settembre del 2016 e il giugno del 2017. Uno degli ispettori agli arresti domiciliari è l’attuale presidente del consiglio comunale di San Ferdinando di Puglia. Si chiama Fabio Capacchione.
Le accuse.
Tra le accuse per le 13 persone coinvolte anche quelle, a vario titolo, di corruzione e frode. Secondo quanto emerso dalle indagini gli ispettori, traendone vantaggi personali od arrecandone indebitamente a terzi, avrebbero falsificato le ispezioni e violato l’obbligo di comunicare all’autorità giudiziaria le notizie di reato accertate, omettendo di irrogare le sanzioni pecuniarie previste od irrogandone di più blande in luogo di quelle effettive. I tre ispettori, inoltre, producendo, falsi documenti avrebbero indebitamente percepito dal loro ente rimborsi per l’impiego in servizio del proprio mezzo di trasporto. È stato accertato, in particolare, che gli automezzi nella disponibilità degli ispettori, nelle giornate per cui era stata avanzata richiesta di rimborso, erano stati di fatto impiegati da persone diverse in attività di natura privata od avevano — come dimostrato dal dispositivo gps installato sui mezzi — percorso itinerari del tutto incompatibili con quelli inerenti l’attività ispettiva.
Il ruolo dei medici
Nel condizionamento delle attività ispettive sono risultati coinvolti anche altri due ispettori in servizio presso l’Ispettorato territoriale del lavoro di Foggia e tre medici del lavoro, che avrebbero rilasciato certificazioni sanitarie false. Nelle indagini sono coinvolti anche due agenti della polizia locale di Torremaggiore accusati di aver annullato la decurtazione dei punti dalla patente nei confronti della figlia di uno degli ispettori responsabile di una delle attività ispettive “pilotate”. Nell’inchiesta sarebbe coinvolto anche un maresciallo dei carabinieri in servizio al Nil (nucleo ispettorato del lavoro).
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