con la Fornero i vecchi assunti possono essere licenziati in qualsiasi momento per motivi “economici”. I nuovi assunti col Jobs act possono essere licenziati ringraziando le “tutele crescenti” di Renzi. Gli assunti con i cosidetti contratti “atipici”, hanno il licenziamento incorporato nell’assunzione. Mentre con i “nuovi lavori” non si è nemmeno assunti, ogni giorno il padrone può chiamarti o meno sullo smartphone.
Un bel ricatto generale su tutti gli operai, una situazione su cui riflettere per l’agibilità e la resistenza operaia in fabbrica e sui posti di lavoro. Se è vero che gli operai l’agibilità in fabbrica se la devono conquistare, è anche vero che con le leggi degli ultimi anni, gli operai sono stati messi direttamente e costantemente sotto il ricatto del licenziamento. I governi hanno legiferato aggravando la condizione operaia nei posti di lavoro e con essa, peggiorando la prevenzione e l’antinfortunistica sul lavoro.
Il sindacalismo tradizionale con i suoi gruppi dirigenti, non è mai andato oltre lo sdegno e la protesta verbale, non sostenendo con mobilitazioni neanche le sue ricorrenti richieste: più formazione, più sicurezza, più prevenzione ecc. Il sindacalismo cosidetto di base, non sembra dannarsi più di tanto delle morti sul lavoro. Essendo presente prevalentemente nella logistica e non nella produzione, ritiene forse che il problema non lo riguardi.
dal 1° gennaio al 13 maggio 2018, i morti sul lavoro compresi gli itineri superano i 450. In 133 giorni quindi compresi sabati, domeniche e festività, una media non inferiore a 3,38 morti ogni giorno. Da dove cominciare nelle fabbriche, nei cantieri, nelle campagne, nei luoghi di lavoro ad opporsi a questa carneficina?
Bisogna considerare che senza un attento legame tra operai e i loro delegati comprese le Rls, (eletti dagli stessi operai), il più delle volte si parte col piede sbagliato o non si parte affatto. Si determina una situazione comoda per il padrone: presenza del sindacato e dei delegati, ma ridotti a copertura o attenuanti degli infortuni sul lavoro, e più in generale della condizione operaia. Le Rls vengono spesso immobilizzate dalle norme burocratiche che, ben orchestrate dal padrone, neutralizzano il ruolo e l’operato delle Rls stesse. Se il ricatto del licenziamento facile pesa e condiziona gli operai, non di meno su delegati e Rls, che si trovano tra l’incudine e il martello, fra il padrone e l’essere rappresentanti delle istanze operaie. Altro problema non meno grave e importante, sono i delegati e le Rls che il padrone corrompe sotto varie forme e modi.
Come dicevo all’inizio, c’è da riflettere sul da farsi per l’agibilità e la resistenza operaia in fabbrica e sui posti di lavoro. Tutto ciò potrebbe suonare come la scoperta dell’acqua calda, ma lo è solo per quanti ritengono sia normale, che ogni giorno non meno di 3,38 operai muoiano sul lavoro.
Saluti Oxervator
Allego da Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Dal 1° gennaio 255 morti sui luoghi lavoro in Italia. Con le morti sulle strade e in itinere che a nostro parere richiedono interventi diversi e specifici si arriva a superare già i 450 morti complessivi.
Non possono esserci differenze tra i morti sul lavoro, noi monitoriamo tutti quelli che muoiono lavorando, qualsiasi lavoro svolgono, e non ci interessa se dispongono di assicurazioni diverse da quelle dell’INAIL, che non ne hanno nessuno o se sono anziani schiacciati dal trattore.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2018 per ordine decrescente
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province non sono conteggiati i morti sulle autostrade
L’Italia è una repubblica fondata sui morti sul posto di lavoro.
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