Redazione di Operai Contro,
ci hanno condannati a morte per produrre profitti per il padrone.
Ci hanno condannati a morte e una parte di operai sono condannati a morire di fame perché licenziati
Dalla Gazzetta del Mezzoggiorno
«Far proseguire a carbone la produzione di acciaio a ridosso della città di Taranto nel 2018 è immorale ed equivale a dimettersi da esseri umani».
Non usano mezzi termini Prisco Piscitelli (medico epidemiologo, ricercatore dell’Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo, Brindisi-Bruxelles), Felice Corcione (già direttore dell’Istituto Motori del Cnr ed esperto internazionale di combustioni industriali) e Eduardo Missoni (docente universitario ed esperto internazionale di Salute globale e Sviluppo) per bocciare il futuro disegnato per l’Ilva di Taranto dopo l’intesa raggiunta tra governo, sindacati e Arcelor Mittal, soprattutto per «l’assenza di una chiara prospettiva» di riconversione ad «acciaieria pulita» in tempi certi mentre in Europa non si fa altro che parlare di «clean steel» e «decarbonizzazione», una parola che alle latitudini di Taranto sembra evocare uno spettro, come se il diritto al mantenimento di tutti i posti di lavoro del comparto Ilva non possa conciliarsi col sacrosanto rispetto del diritto alla salute e alla vita dei bambini e dei cittadini tutti di Taranto, grazie agli attuali progressi tecnologici».
I tre professionisti dalle colonne della Gazzetta lanciano un appello al governo e a Mattarella ritenendo ancora possibile tutelare diritto al lavoro e alla salute facendo dell’intesa raggiunta su Ilva un nuovo punto di partenza per disegnare un diverso futuro della città.
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articolo della gazzetta del mezzogiorno
Un operaio dell’ILVA
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