Oltre 250 mila persone hanno costituito circa 2 mila blocchi stradali in tutto il Paese per contestare gli aumenti di carburante voluti dal presidente Emmanuel Macron. I «gilet gialli», i manifestanti usano quelli obbligatori sulle auto in tutta Europa per le soste in emergenza, hanno avviato la protesta per l’aumento del prezzo dei carburanti per poi estenderla a tutta la politica fiscale del presidente Emmanuel Macron.
Le origini delle protesta
La protesta dei gilet gialli – partita dai social – è stata innescata dall’aumento dei prezzi dei carburanti ma si è estesa a una più ampia denuncia della politica del governo in materia di tassazione e calo del potere d’acquisto. A partire dal primo gennaio prossimo, le tasse sul gasolio dovrebbero aumentare di 6,5 centesimi al litro e quelle della benzina di 2,9 centesimi. Anche se è nata su Facebook come una rivolta di singoli cittadini contro il caro-carburante, la protesta dei gilet gialli si è estesa a tutte le politiche di Macron che hanno ridotto il potere d’acquisto per le classi meno agiate ( operai e lavoratori) e ha trovato il sostegno del Rassemblement National (ex Front National), della sinistra radicale di France Insoumise e, con un certo ritardo, dei socialisti. Tiepidi gli ecologisti mentre il principale sindacato, la Cgt, si è rifiutata di mobilitarsi insieme all’estrema destra, pur condividendo le ragioni della protesta.
Bloccati gli Champs Elysees a Parigi
A Parigi diverse centinaia di manifestanti del movimento dei ’giubbotti gialli’ hanno bloccato parte degli Champs Elysees al grido di “Macron dimettiti” e intonando la Marsigliese, cioè l’inno nazionale francese. La polizia ha bloccato il percorso dei dimostranti verso il vicino palazzo dell’Eliseo, residenza ufficiale del presidente francese Emmanuel Macron.
Gli operai i lavoratori e i giovani Francesi danno l’indicazione della rivolta a tutti gli operai e lavoratori del mondo.
La crisi colpisce con violenza i salari degli operai e dei lavoratori.
Basta con i governi democratici della borghesia
Un operaio di Torino
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