Nel decreto sicurezza ci sono norme che colpiscono occupazioni, blocchi stradali, presidi. Chi mette in atto, per difendersi, queste forme di lotta se non gli operai? In realtà il governo del popolo vuole la galera per gli operai che protestano, ma lo tiene nascosto.
“Bene, sono molto contento, giornata memorabile. Sono soddisfatto che sia rimasto qualche reduce di sinistra a ritenere che l’immigrazione clandestina non sia un problema e che la sicurezza sia una cosa di destra, mentre è una cosa di tutti”.
Con queste parole Salvini ha commentato la conversione in legge del decreto sulla sicurezza e l’immigrazione del 1 dicembre 2018, decreto espressamente concepito e voluto da lui.
Un decreto che oltre che emanare pesantissimi provvedimenti legislativi, liberticidi e vessatori nei confronti dei migranti, dei mendicanti e della povera gente (l’applicazione del Daspo urbano per il decoro, già introdotto dall’allora ministro Minniti nel 2017, viene ampliato ed esteso anche agli indiziati di reati contro l’ordine pubblico e sarà applicabile anche in aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli, oltre che negli ospedali e nei presidi sanitari), infila alcune nuove disposizioni in materia di occupazioni abusive, soprattutto nei confronti ed a carico di alcuni poveri cristi bisognosi di alloggio, ed un provvedimento penale, altrettanto pesante, contro i blocchi stradali o ferroviari.
Occupanti di case o di edifici, nel caso decidessero di installarsi in alloggi sfitti, operai e lavoratori in lotta che decidessero di occupare la loro azienda per la difesa del proprio posto di lavoro o per le proprie rivendicazioni salariali, si troverebbero colpiti da provvedimenti draconiani.
Al capo III della legge (Disposizioni in materia di occupazioni arbitrarie di immobili) si legge: “All’articolo 633 del codice penale, dopo il secondo comma è inserito il seguente: «Nelle ipotesi di cui al secondo comma, si applica la pena della reclusione fino a quattro anni congiuntamente alla multa da 206 euro a 2.064 euro, nei confronti dei promotori e organizzatori dell’invasione”.
Quattro anni di reclusione per un occupazione di una casa, di una fabbrica o di un terreno, mentre chi inquina, avvelenando l’aria o l’acqua o adultera alimenti o medicine mettendo a repentaglio la salute pubblica (questo il vero problema di sicurezza) ha una pena da 1 a 5 anni, sono un enormità.
Ma non basta il decreto sicurezza, manifestandosi in tutta la sua brutalità contro gli operai e i proletari, reintroduce nuovamente il reato di blocco stradale e ferroviario (depenalizzato nel 1999) sanzionandolo con la pena della reclusione (se il fatto è commesso da più persone) da 2 a 12 anni.
Un provvedimento del tutto persecutorio, se solo si considera il fatto che la condanna prevista per un reato gravissimo come quello di associazione per delinquere va da 1 a 5 anni di reclusione.
Il ministro Salvini con questo decreto ha dato il via, con un vero e proprio accanimento vessatorio, ad un’opera repressiva di sproporzioni mostruose. Contro gli operai, contro i salariati, contro i lavoratori e contro i proletari e i poveri in genere, che decidono di ribellarsi o semplicemente di difendersi, ha deciso di applicare condanne con pene che sono più alte del reato di sequestro di persona, della rapina o della violenza sessuale su un adulto.
Fintanto che gli operai staranno nei “ranghi”, manifestando solo in maniera “pacifica” in manifestazioni folkloristiche o con blandi scioperetti il decreto Salvini non li colpirà. Ma se appena tentassero di alzare la testa uscendo dai ranghi loro assegnati, di trasformare le loro proteste in difesa della loro condizione sociale in qualcosa di più concreto, ricorrendo a forme di lotta più efficaci: picchetti per bloccare le merci, occupazione della fabbrica in difesa del proprio salario, blocchi stradali o ferroviari, la manna della repressione antioperaia del decreto Salvini calerà su di loro con tutta la sua violenza.
I padroni, la borghesia e i piccoli imprenditori e i commercianti, anche se con tutta probabilità non stanno apprezzando per nulla le smargiassate e le piazzate da clown del signor Salvini, ringraziando vivamente il ministro di avere introdotto una uova legge repressiva nei confronti degli operai e dei salariati gli saranno eternamente grati.
Il decreto sicurezza, oltre che rappresentare un’ignominia per i migranti, è una nuova mannaia sulla testa degli operai.
D.C.
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