Se c’è qualcuno che in Africa ha rubato territori, materie prime, prodotti agricoli, sono proprio i padroni italiani sostenuti dai loro governi, da Crispi a Di Maio, passando per Mussolini. Qui trattiamo solo dell’Eni in Nigeria.
Caro Operai Contro, nel processo ancora in corso al tribunale di Milano, è arrivata il 18 settembre 2018 la condanna ai dirigenti dell’Eni, per una corruzione pagata con 1 miliardo e 92 milioni di dollari, per poter acquisire e sfruttare un immenso blocco petrolifero in Nigeria.
Quando le mazzette dell’Eni vengono intercettate, capita che qualche dirigente sia condannato, ma niente di che. Sono condanne che preludono ad un’altra fulgida carriera, da dirigente strapagato da qualche altra parte.
Ma per avere un’idea di come si muove l’imperialismo italiano in Nigeria, per ottenere nuove aree da cui depredare gas e petrolio, basta vedere chi è il maggior beneficiario della mazzetta dell’Eni.
Si tratta di Dan Etete, ministro del petrolio dal 1993 al 1998, quando in Nigeria regnava il dittatore Sani Abacha, che ordinò l’impiccagione di Ken Saro Wiwa e di altri 8 militanti del MOSOP (Movement for the Survival of Ogoni People), movimento che si opponeva alla rapina imperialista.
Queste le istruzioni in base alle quali agì l’esercito nigeriano per annientare il movimento: “Operazioni della Shell ancora impossibili in mancanza di uno spietato intervento militare che consenta un’agevole ripresa dell’attività commerciale… Raccomandazioni: azioni di distruzione durante raduni MOSOP che giustificano l’intervento dell’esercito. Eliminare gli obiettivi in tutte le comunità e a ogni livello di potere, in particolare i soggetti più attivi all’interno dei vari gruppi”.
Come dicevamo Dan Etete, era all’epoca ministro del petrolio. Nel 2011 l’Eni gli ha versato una mazzetta da 1 miliardo e 92 milioni di dollari, come accertato dal tribunale di Milano.
Nonostante il processo all’Eni per la maxi tangente al governo nigeriano sia ancora aperto, i 2 vice premier del governo Conte, Di Maio e Salvini fanno gli gnorri e attaccano la Francia. L’accusa è di tenere sottomessa l’economia e i popoli di 14 paesi africani, causandone l’emigrazione, attraverso il controllo del Franco CFA (Franco Coloniale Africano). Moneta ufficiale di questi 14 paesi, coniata dalla Francia alla fine del 1945 e rimasta in circolazione anche dopo la fine delle colonie, per tenere vincolati questi paesi, all’economia capitalista dei paesi europei.
Nel 1994 Sarkozyi svalutò del 50% il Franco CFA rispetto al Franco francese, con grande gioia per i padroni francesi che, in quei 14 paesi dell’Africa aumentarono le esportazioni, ma raddoppiò il prezzo delle merci importate, gravando sulla stragrande maggioranza della popolazioni povera di quei paesi.
Con l’arrivo dell’euro nel 1999, la valuta di riferimento per il cambio è diventato l’euro.
Un piccolo vantaggio rimasto allo Stato francese, è che ancora oggi il ministero del Tesoro francese, trattiene il 50% delle riserve di cambio di questi 14 paesi africani, come garanzia della parità di cambio: 655,957 CFA = 1 euro. In questo modo, Di Battista, già parlamentare dei 5 Stelle, sfruttando strumentalmente la questione, sostiene che la Francia si finanzia lo 0,5% del suo debito pubblico.
L’attacco di Salvini e Di Maio alla Francia è solo strabismo nazionalista, contro l’imperialismo francese, francese, a sostegno dell’imperialismo italiano. Legittimano la rapina dei padroni italiani in Nigeria come in altri paesi dell’Africa, perché poveretti i padroni italiani, non potrebbero contare sul cambio favorevole con il Franco CFA.
Ma da quando c’è l’euro è con questo che viene fatto il cambio del Franco CFA. Se il cambio è favorevole alla moneta europea, lo è non solo per l’imperialismo francese, ma anche per gli altri paesi imperialisti.
Il problema che rimane fra i vari paesi imperialismi, è la contesa per nuovi territori da rapinare. Contesa che come abbiamo visto, avviene su 2 livelli. Quello delle mazzette ai governi locali, e quello della brutale repressione armata, ogni volta che si manifesta ostilità e ribellione, alle condizioni di schiavitù imposte dai governi locali ben pagati dai paesi imperialisti, che li riforniscono di armi, mezzi e uomini. In Italia ma non solo, il sostegno ai governi dei popoli rapinati, viene motivato a vario titolo: con l’invio di truppe per missioni di pace, lotta al terrorismo, missioni umanitarie, formazioni dei militari locali, ecc.
Saluti Oxervator
Comments Closed