La FIAT utilizza ogni mezzo per evitare che gli operai si muovano. Oggi cerca di vietare il volantinaggio ai cancelli per coloro che esprimono posizioni critiche nei suoi confronti, che denunciano la falsità dei cosiddetti “piani di rilancio”, e che chiamano gli operai ad aprire gli occhi e ad organizzarsi.
Per l’ennesima volta i guardiani aziendali hanno intimato ai compagni del gruppo degli autorganizzati FCA di andarsene perché gli ingressi allo stabilimento sono proprietà privata. Hanno avvertito le “forze dell’ordine” che, immediatamente, sono arrivate, come le altre volte e, come le altre volte, hanno identificato i compagni presenti e li hanno filmati con un tempismo che in altre occasioni non dimostrano quando è richiesto il loro intervento a difesa dei cittadini comuni, ma la FIAT evidentemente è “un cittadino” particolare.
A volte il peggior nemico dell’operaio è l’operaio stesso
IL PADRONE SEMBRA FORTE SOLO QUANDO GLI OPERAI SONO DEBOLI
Hanno usato e usano la nostra vicenda per impaurire gli operai e fermare sul nascere la protesta operaia.
Ci hanno fatto passare per dei pazzi, quelli delle proteste estreme, quelli che fanno perdere il posto di lavoro. Noi siamo semplicemente operai che hanno capito che il padrone ci usa solo per arricchirsi e quando non serviamo più ci butta fuori, e abbiamo cercato di organizzarci e ribellarci a questa condizione.
Abbiamo lottato a Pomigliano contro l’aumento dei ritmi, i bassi salari, l’arroganza dei capi. Abbiamo lottato contro il trasferimento a Nola.
Il padrone ha consumato con anni di catena di montaggio centinaia di noi e poi li ha confinati a Nola con quattro soldi di sussidio. Insieme agli rcl ci ha messo pure i ribelli. L’isolamento, la mancanza di prospettive, i pochi soldi hanno portato alla disperazione e al suicidio dei nostri compagni.
Cosa dovevamo fare? Stare zitti? Chi dice di si è il responsabile diretto del nostro licenziamento.
Noi siamo stati buttati fuori perché siamo stati isolati. Il padrone ha utilizzato i suoi sindacalisti e i suoi leccaculo per isolarci dagli operai. Ha utilizzato la crisi economica e il primo dei famosi piani industriali dell’azienda quello del 2010, per piegare la grande massa degli operai della fabbrica. Quando ha pacificato le linee, ha fatto il repulisti e, tra noi, Mimmo Mignano, era in cima alla lista.
Noi eravamo in fabbrica all’inizio degli anni novanta e abbiamo sempre organizzato e fatto le lotte. Perché prima il padrone non è stato capace di buttarci fuori? Perché prima era tutta la fabbrica che partecipava alle lotte.
Se noi siamo fuori è perché gli operai a un certo punto sono diventati deboli. Si sono piegati alle false promesse del padrone, hanno seguito le indicazioni dei sindacalisti compiacenti con l’azienda, si sono affidati ai falsi oppositori del padrone che in fabbrica non sono stati capaci di organizzare neanche un’ora di sciopero in dieci anni e che non hanno mai mosso un dito per noi licenziati.
Se gli operai avevano la coscienza di essere una collettività, se pensavano di vivere tutti la stessa condizione, se erano convinti di avere tutti gli stessi interessi contrapposti a quelli del padrone. In una parola se fossimo una classe organizzata, sarebbe stato il padrone a temere noi e non il contrario.
E non sarebbe stato tanto facile buttare fuori gli operai in prima fila nelle lotte.
Noi siamo forti se siamo uniti. E siamo uniti se siamo organizzati. Se ci organizziamo come operai, sui nostri interessi per la lotta contro il padrone diventiamo una forza invincibile.
Dietro ai sindacalisti e ai partiti del padrone perderemo sempre.
Volantino distribuito (circa 2000 copie) il 13/2/2019 ai cancelli della FCA di Pomigliano durante il cambio tra primo e secondo turno
Comments Closed