Tutti parlano di reddito di cittadinanza, a nessuno interessa l’indennità di disoccupazione e il livello salariale della CIGS interessa solo agli operai.
La banca dati dell’Osservatorio Cassa Integrazione Guadagni dell’INPS ha reso noto le ore di cassa integrazione concesse ai padroni per l’anno 2018.
La somma delle ore di cassa integrazione, straordinaria, ordinaria e in deroga, per gli operai sono state oltre 152 milioni di ore, quelle per gli impiegati sono 65,5 milioni di ore, per un totale generale di oltre 217 milioni di ore annue, equivalente a circa 105 mila lavoratori coinvolti.
La retribuzione della GIG/CIGS per gli impiegati ed i lavoratori che superano uno stipendio lordo di 2.014,77 euro è di 1.119,32 netti, mentre per chi è sotto la soglia dei 2.014,77 , quindi per quasi il 100% degli operai la retribuzione mensile è pari a 931,28 euro netti.
Dal primo gennaio 2017 il governo Renzi, con l’introduzione del jobs act, ha cancellato definitivamente l’indennità di mobilità ordinaria (ammortizzatore sociale per imprese con più di 15 dipendenti) sostituendola con la NASPI a cui hanno diritto quasi tutti i lavoratori per un periodo di 24 mesi e, nel solo 2017 le domande presentate per ottenerla sono state quasi di 2 milioni (dati osservatorio dell’istituto di previdenza) di operai e di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro.
La retribuzione della NASPI è una retribuzione che cala drasticamente mese per mese. Partendo da un netto massimo di 1.026.57, per gli stipendi più alti, e 916,08 per tutti gli altri, il reddito della NASPI subisce una riduzione progressiva pari al 3% mensile, una vera e propria tagliola per i disoccupati che appena dopo un anno di disoccupazione si vedranno ridotto il reddito a 636 euro, per finire a percepire, alla fine dei 24 mesi, appena 441 euro di NASPI.
Ora si fa un gran baccano attorno al reddito di cittadinanza ed ai quasi 500.000 poveri cristi che ne hanno fatto domanda, ma non si spende mai una parola, da parte di nessuno, per il livello dell’indennità di disoccupazione degli operai licenziati o del livello della cassa integrazione. Anzi la tendenza è di ridurre al livello del reddito di cittadinanza sia la cassa integrazione che la disoccupazione. Solo che cassaintegrazione e disoccupazione erano un contributo individuale, non determinato dal reddito famigliare, legato ad una situazione lavorativa sospesa o persa definitivamente. Il regalo di tutti i governi passati è stato quello di ridurre, come quantità e tempo di erogazione, sia la cassa integrazione che la disoccupazione. Il regalo di questo governo è fare del reddito di cittadinanza l’unico misero reddito con cui vivere.
Il silenzio delle organizzazioni sindacali rispetto alla cassa integrazione e alla disoccupazione è agghiacciante.
Operai che sono stati in fabbrica anni e anni, che hanno contribuito foraggiando con la tessera sindacale sia i vertici che tutta la struttura sindacale, sono stati completamente dimenticati. Non una parola, mai una rivendicazione sono state avanzate, da qualsiasi sindacato, per cercare di aumentare sia il reddito dei cassa integrati che quello dei disoccupati licenziati. Per il sindacato che dice, a parole di difendere gli interessi dei lavoratori questa rivendicazione non entra in nessuno dei loro programmi, come del resto non rientra nei programmi di nessun partito. Mai nessun partito si è preso l’onere di presentare in parlamento una proposta di legge per aumentare i redditi dei disoccupati e dei cassaintegrati, oggi è meglio discutere di reddito di cittadinanza, dei poveri in generale, bisogna nascondere la condizione di povertà degli operai sospesi e licenziati che hanno lavorato fino ad ieri ed ancora lavorano producendo ricchezza per tutte le classi superiori della società. Gli operai e i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro diventando disoccupati a pieno titolo o che sono in cassa integrazione, una volta espulsi definitivamente o provvisoriamente dal ciclo produttivo sono solo fantasmi, sono per i partiti in parlamento solo vuoti a perdere.
D.C.
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