Da un post su Facebook del Comitato Lavoratori delle Campagne, 7 ottobre
Questa mattina alcuni/e alcune compagne/i sono sotto processo per aver partecipato alla giornata di lotta del 13 Aprile 2017 a San Ferdinando. È solo l’ultimo di una lunga fila di processi in cui viene messo sotto accusa chi solidarizza con le #lotte dei lavoratori e delle lavoratrici delle #campagne.
La giornata di lotta del 13 Aprile 2017 é stata la terza grande mobilitazione organizzata dagli abitanti della #tendopoli di #SanFerdinando in quell’anno, scesi in strada per ottenere documenti per tutti e opporsi ai processi di deportazione e alla volontà di sgomberare la Tendopoli da parte delle istituzioni, che proponevano come unica alternativa il trasferimento in nuovi campi.
Gli effetti di queste politiche dopo due anni sono sotto gli occhi di tutti: la nuova tendopoli di San Ferdinando è un nuovo carcere a cielo aperto, i processi di controllo e di sottrazione di #libertà sono stati definiti nuovamente acuendo i meccanismi di sfruttamento sui quali si regge tutta la filiera agroindustriale nella regione.
Le nuove accuse si muovono attaccando direttamente i solidali scesi in piazza quel giorno. Viene ancora una volta colpito chi mette i propri corpi in #solidarietà e vicinanza a chi costruisce quotidianamente la lotta contro queste infami politiche.
La solidarietà viene messa sotto accusa perché è un’arma pericolosa contro l’isolamento e la criminalizzazione: strategie messe in atto costantemente nelle campagne da chi vuole impedire l’autorganizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Non smetteremo mai di muoverci in totale solidarietà e complicità con chi lotta contro queste politiche di disciplinamento e controllo, non saranno i processi e le denunce a fermarci.
Alla #repressione di Stato risponderemo con sempre piú forza e coraggio, moltiplicando le lotte.
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