Da “persone oltre le cose” ai licenziamenti delle persone. Dopo gli operai adesso tocca ai poveri impiegati da sempre aziendalisti, sperando che imparino la lezione. Gli scioperi con il blocco dei supermercati sarebbe la risposta necessaria, ma …
Caro
Operai Contro,
Conad comprando Auchan, ha dato vita ad una
vertenza che riguarda 1600 punti vendita ex Auchan in tutta Italia,
con i loro 18 mila dipendenti a stragrande maggioranza operai.
Per
817 di loro in maggioranza impiegati, sono partite le lettere di
licenziamento e conseguente messa in mobilità. Potrebbero seguirne
almeno altre 500, ai dipendenti dei servizi e della logistica.
Conad
ventilava 3105 esuberi, ma poi ne ha dichiarati 6100. Per avere
un’idea della gravità della situazione sono un numero doppio
rispetto a quelli definiti “strutturali” dell’Ilva.
Inglobando
Auchan, Conad scavalca la Coop e diventa il primo grande distributore
in Italia, con una quota di mercato che passa dal 13 al 19% del
fatturato dell’intero settore.
Queste sono le cifre nude e
crude, accompagnate dallo zuccherino che Conad ha messo sul piatto,
34 mila euro lordi per ciascuno degli 817 licenziati, qualora
decidessero di lasciare la mobilità prima della sua scadenza. Per i
restanti 5283 esuberi, le solite promesse di improbali ricollocazioni
e non meglio specificati “prepensionamenti”.
Il sindacato
confederale non ha opposto resistenza, a parte quella verbale. Non ha
chiamato tanto per cominciare, tutto il settore della grande
distribuzione a mobilitarsi, se non con qualche ora di sciopero poco
organizzato. Si è adagiato sul fatto che il 30 settembre scorso,
(ultimo giorno disponibile per legge) al Mise non si è trovato
l’accordo per evitare i licenziamenti.
Invece di far saltare
il tavolo e con esso le regole, che mettendo una scadenza alle
trattative, di fatto avallano pienamente ciò che vuole il padrone.
Cgil, Cisl, Uil si sono limitate a minacciare lo stato di agitazione,
una minaccia volata via con le parole, lasciando campo libero al
padrone.
La grande distribuzione per anni ha sterminato i
negozietti di quartiere. Poi con una crescente ristrutturazione al
suo interno, ha lasciato per strada tanti operai, (vedi Carrefour,
Super Dì, Iper Dì ecc.) ora lo scontro è fra colossi del settore.
Come sempre a farne le spese sono gli operai che ci
lavorano.
Considerando inoltre che i profitti nella grande
distribuzione, attirano nuovi investitori, supermercati piccoli e
medi spuntano come funghi, senza che l’utenza ne avverta il
bisogno.Molti nascono come discount, ma sono supermercati a tutti gli
effetti. Affrontano la sfida con i grandi gruppi come Conad, che li
potrebbero “mangiare”, con una guerra dei prezzi al ribasso.
Anche in questo caso sono i dipendenti dei supermercati a farne le
spese.
La concorrenza tra i gruppi della grande distribuzione,
oltre alle migliaia di licenziamenti, ha travolto ogni barriera
sull’orario di lavoro, con turni spezzettati, festività, domeniche
e in alcuni casi anche turni di notte. Ha intensificato lo
sfruttamento nel trasporto e nella gestione dei prodotti, carico e
scarico, la loro sistemazione sugli scaffali, fino alle cassiere
incalzate in molti super e ipermercati, dal nuovo sistema della fila
unica che, con meno cassiere taglia i tempi morti dovuti a 40 piccole
fila, in 40 casse aperte, con 40 cassiere.
I primi 817
licenziamenti sono così distribuiti: 73 nelle due sedi chiuse delle
Marche, 27 a Vicenza, 41 a Roma, 13 a Catania, 100 a Mestre, 46 a
Roncadelle in Lombardia, con i 456 nel quartier generale nella ex
sede Auchan di Rozzano. Quest’ultimi insieme ad altri 61 in uffici
distaccati dalle sedi, sono i famosi “colletti bianchi”. Gli
impiegati che si sentono intoccabili e indispensabili per l’azienda.
Guardano gli operai con superiorità, ritenendosi “lavoratori della
mente”, si rifiutano di vedere la realtà, e cioè che loro
esistono solo ed in funzione dei “lavoratori del braccio”, come
vuole la divisione e l’organizzazione del lavoro, imposta dal modo
di produzione capitalistico. Ora gli impiegati, se hanno imparato
qualcosa dalla corsa al profitto del loro padrone, possono unirsi
agli operai della Conad, possono solidarizzare con loro. Gli operai
hanno il problema di operare in una realtà frazionata, hanno bisogno
di superare la distanza che separa un punto vendita dall’altro,
perciò è necessaria una rete di collaborazione fra tutti, a
cominciare dai loro nuovi compagni di lavoro, che sono la stragrande
maggioranza operaia, tra i 52 mila dipendenti Conad.
Se il
sindacato confederale togliesse il paraocchi, su ciò che operai e
lavoratori stanno facendo in Francia e provasse a fare altrettanto, i
padroni e i loro politici, prima di azzardare certe mosse,
licenziamenti e licenziamenti di massa, ci penserebbero tre
volte.
Saluti Oxervator
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