Operaio, delegato dello Slai Cobas cacciato dalla fabbrica dopo un infortunio. Così tratta gli operai la piccola e media impresa tanto elogiata e sostenuta da Salvini a DiMaio, al PD. Così il padrone si comporta nella giungla del lavoro delle ditte in appalto . Così il padrone della ditta interpreta la libertà di licenziare di Renzi.
Da un post su Radio onda d’urto del 4 febbraio 2020
Operaio – delegato dello Slai Cobas – cacciato dalla fabbrica dopo un infortunio.
E’ avvenuto a Grezzago, nel milanese, all’interno dell’azienda Maschio SN: l’operaio della fabbrica, dopo due mesi di infortunio alla spalla avvenuto per colpa di macchinari non a norma, è rientrato al lavoro ieri (lunedì 3 febbraio 2020) ma il padrone lo ha accolto aggredendolo verbalmente per poi cacciarlo dalla fabbrica.
“Vai via non mi servi più”, “tirati su la tua roba, vattene fuori, parassita“. Queste le parole che il padrone avrebbe usato secondo il sindacato Slai Cobas. E ancora, “sono io che giudico chi lavora o no, tu sei un parassita e un porta zizzania vai a cagare”, “sono otto anni che fai il parassita bastardo, portati via la tua merda”.
Al Maschio SN lavorano 20 operai sulle linee di produzione, tutti in appalto a Business Service srl e Sky Job soc coop che ‘fornisce’ anche gli operai per la fabbrica in Germania. I contratti sono in appalto, e secondo il sindacato sono “un cancro che ha infiltrato profondamente le fabbriche non solo i magazzini.” Dopo questo evento gli operai, colleghi del delegato cacciato dalla fabbrica, hanno fermato subito le macchine di produzione e organizzandosi hanno scioperato fino alla sera di lunedì, continuando anche nella mattinata di oggi. Il sindacato di classe Slai Cobas fa sapere che le mobilitazioni continueranno e chiedono “tutto il sostegno possibile, agli operai che lottano, anche informativo”.
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