Il ministero dello sviluppo economico viene presentato come lo strumento per risolvere le crisi aziendali. Dopo le prime e roboanti promesse la conclusione è sempre la stessa: chiusure e cassa integrazione. Finché gli operai non si fanno più prendere in giro.
A
partire dall’unità d’Italia nel 1861 i padroni italiani hanno avuto
ministeri che si occupavano delle attività produttive. Forse sarebbe
meglio dire dei problemi dei padroni per fare più profitti.
Negli
ultimi anni il MISE (ministero dello sviluppo economico) ha assunto
una grande importanza. Vediamo il perché.
Il Ministero dello
Sviluppo economico (MISE) è il dicastero
del governo
italiano che comprende politica
industriale, commercio
internazionale, comunicazioni
ed energia.
È stato istituito nel 2006,
a seguito della riorganizzazione del Ministero delle attività
produttive (fino al 2001
Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato), al quale
nel 2008 sono stati
accorpati il Ministero
delle Comunicazioni e il Ministero
del Commercio internazionale.
Il MISE è il ministero che
dispensa, oltre le altre cose, la Cassa integrazione. La Cassa
integrazione è uno strumento importante nell’attutire i contrasti
sociali che nascono dalla crisi economica.
La cassa integrazione
guadagni per gli operai dell’industria nasce formalmente nel 1941.
Il suo obiettivo era offrire un’integrazione al salario degli
operai lavoranti ad orario ridotto inferiore alle 40 ore settimanali.
La gestione della CIG era affidata all’Istituto Fascista
della Previdenza Sociale (INPFS)
Alla fine della guerra,
nell’impossibilità di mettere mano ad una riforma immediata della
sicurezza sociale, la nuova legislazione Repubblicana recepì il
sistema delle integrazioni salariali all’interno dei suoi
ordinamenti. Di fronte alla crisi economica del dopoguerra, la CIG
offriva uno strumento flessibile per tamponare le eccedenze di
manodopera, garantire la pace sociale e finanziare tranquillamente
gli industriali.
La legge n.183/2014 (Jobs Act del governo
Renzi) contiene cinque deleghe legislative,che intervengono su
importanti e vasti ambiti del diritto del lavoro. La delega numero 1
è la delega in materia di ammortizzatori sociali,finalizzata a
razionalizzare le forme di tutela esistenti, differenziando l’impiego
degli strumenti di intervento in costanza di rapporto di lavoro
(Cassa Integrazione) da quelli previsti in caso di disoccupazione
involontaria. Sinteticamente possiamo dire che la CIG è una
accollarsi dello Stato dei costi che i padroni dovrebbero sostenere
per mantenere gli operai messi fuori momentaneamente dal ciclo
produttivo, un surrogato di assicurazione temporanea contro la
diminuzione delle ore di lavoro.
La CIG non è un formalmente
un ammortizzatore automatico e non scatta tutte le volte in cui vi
sia una riduzione dell’orario di lavoro. Essa è concessa solo su
esplicita richiesta delle singole aziende in difficoltà ed è sempre
stata sottoposta al giudizio di commissioni provinciali di
rappresentanti delle parti sociali, che sempre la concedono in nome
della “protezione sociale dei lavoratori” mentre è in realtà un
modo di favorire i padroni e di finanziare i loro processi di
ristrutturazione.
Ogni volta che una fabbrica chiude ed operai e
lavoratori vengono dichiarati in esubero, i sindacalisti fanno sapere
agli operai e ai lavoratori di avere fiducia, di stare tranquilli
perché verrà aperto un tavolo al MISE.
Viene presentato come
il Ministero dove si cercano e si trovano soluzioni “industriali”
alle crisi aziendali, ma dopo le prime riunioni fra le parti, tutto
si sgonfia e rimane solo la cassa integrazione con la miseria che
l’accompagna. .
Il MISE è divenuto importante come il
principale dispensatore della Cassa integrazione, delle sua deroghe,
per garantire la pace sociale, cioè del potere dei padroni
Ad
oggi al MISE sono imbanditi più di 150 tavoli. Padroni, politici e
sindacalisti per mesi si impegnano a discutere di
reindustrializzazioni, di investimenti per finire alla cassa Cassa
integrazione. In realtà discutono di come attenuare gli effetti
delle crisi, di come imbambolare gli operai e rimandarli a
casa.
Grazie ai sindacati della CGIL-CISL-UIL, ma anche per i
sindacalisti più “cattivi” vedi l’USB il ricorso al MISE è
presentata come un’ancora di salvezza. I politici del MISE che
siedono in permanenza nel ministero diventano i santi protettori a
cui gli operai e i lavoratori devono rivolgere le loro preghiere per
ottenere la cassa integrazione: cioè un sussidio temporaneo. La
cassa è un differimento del licenziamento di alcuni mesi, un
finanziamento ai padroni e una riduzione del salario.
La CIG
viene presentata come uno strumento di politica industriale mentre
tiene a bagnomaria per anni dei dipendenti di fabbriche ormai chiuse
e smantellate. Il Mise non fa altro che rinnovarla e dare qualche
briciola di contentino agli operai, fino alla prossima scadenza. Se
non facesse così dovrebbe fare i conti con la rabbia di migliaia di
persone buttate in mezzo ad una strada che potrebbero chiedere
ragione della situazione dell’industria fondata sul profitto dei
padroni.
I
sindacati organizzano processioni Roma sotto la sede del MISE per
chiedere la deroga all’elemosina della CIG. La commedia può durare
anche anni.
L’unico
risultato e portare allo sbando operai e lavoratori, ma i
sindacalisti devono stare attenti. Gli operai ad iniziare da quelli
della Whirlpool(
che hanno malmenato il sindacalista Bentivogli,, non si fanno più
prendere in giro facilmente dai sindacalisti venduti
L.S.
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