Una massa di operai irregolari, al nero, senza contratti né riserve dalle quali attingere, si è trovato chiuso in casa senza nessuna possibilità di reddito. Deve chiedere l’elemosina o ai preti o ai comuni che la distribuiscono con i soliti sistemi clientelari. Ma la rabbia sale
Caro
Operai Contro,
rimasti senza soldi operai e lavoratori fanno la
spesa senza pagare, alle casse i responsabili del supermercato non li
fanno passare, chiamano la Polizia. Per i padroni che invece non
rispettano il blocco delle attività fissato dal governo per il
Coronavirus, nessuno chiama la Polizia sarebbe inutile, per loro non
è prevista alcuna sanzione, bensì possono trasgredire alla grande,
autocertificando al Prefetto, che la loro attività è essenziale per
l’economia nazionale, ed in nome di questa e dei loro profitti,
obbligano gli operai a lavorare a rischio contagio.
La spesa
alimentare senza pagare, è scattata nelle stesse ore a Palermo,
Napoli, in Puglia e a Roma, le scritte “abbassate i prezzi” sono
apparse sui supermercati a Trento, ed il detonatore che hanno
innescato con l’ampia diffusione e condivisione sulle reti
internet, hanno fatto il resto.
Tutto questo ha spinto Conte
capo del governo in carica, sabato 28 marzo 2020, ore 20, a
intervenire in diretta tivù, promettendo per le famiglie in
difficoltà, l’anticipo da subito rispetto a maggio, di 4,3
miliardi dei 6,5 totali del Fondo di solidarietà già stanziati per
i Comuni, ed il rafforzamento immediato di questo fondo, con 400
milioni di euro per i Comuni, per comprare pasta, latte, farina e
olio d’oliva, generi alimentari di prima necessità per le famiglie
che già povere, con il Coronavirus hanno perso con il lavoro, anche
il salario e non hanno ammortizzatori. Pochi alimentari per non
morire letteralmente di fame, invece per l’affitto e le spese,
Conte rimanda tutto al Reddito
di emergenza in
aprile, che dovrebbe portare altre 500 o 600 euro al mese a queste
famiglie.
Non sono stati gli episodi di per sé a preoccupare
Conte, bensì la “spia” sociale che essi rappresentano, e
potrebbero dilagare data la situazione creatasi per le famiglie
proletarie più povere, milioni di persone che, da un giorno
all’altro sono rimasti senza un euro, ed ora si trovano ad
aumentare quel 10% di povertà assoluta censita dall’Istat.
Alle
promesse di Conte non hanno però finora fatto seguito, le
disposizioni per inserire nel Reddito
di emergenza,
oltre le figure professionali e del lavoro autonomo, anche i
lavoratori in nero, stimati dall’Istat in 3,7 milioni, di cui l’80%
concentrati in meridione. Esclusi finora anche 1,1 milioni di mancati
rinnovi di contratti a termine (sia part time che full time), su un
totale di 3 milioni. 800 mila colf e badanti, saltuari a giornata,
dipendenti stagionali e del turismo. Un esercito di lavoratori
dipendenti in nero, o rimasti senza contratto: operai, muratori,
piastrellisti, braccianti, autisti, imbianchini, giardinieri,
parcheggiatori, addetti alle pulizie in alberghi e ristoranti,
garzoni, camerieri, baristi, impiegati degli esercizi commerciali,
baby sitter, ecc. ecc.
Si tratta quindi in larghissima parte del
proletariato irregolare, che con il blocco di molte attività
produttive e prima, quello più massiccio delle attività
commerciali, si è ritrovato di colpo senza salario e senza
ammortizzatori. A questi si aggiungono molti disoccupati senza più
la Naspi e per i quali non sempre ricorrono i requisiti del Reddito
di cittadinanza. Un numero che non si conosce, all’interno dei
quasi 6 milioni di senza lavoro, che l’Istat classifica fra
disoccupati e inattivi.
Per frenare le proteste sul nascere, che
potrebbero innescare una bomba sociale temuta da padroni e
governanti, Conte ha promesso come detto sopra, 4,3 miliardi più 400
milioni da subito ai Comuni. Quando e quanti ne arriveranno alle
famiglie povere? Saranno inserite milioni di famiglie proletarie
finora escluse? I primi dati dicono ad esempio, che alle famiglie
povere di Genova andranno 100 euro ad ogni componente della famiglia,
(questo sembrerebbe l’orientamento anche negli altri Comuni),
dovrebbero bastare per 2 settimane, ma per chi ha perso il lavoro ne
sono passate già 3 e per molti 4, ne passeranno altre prima che il
Reddito di emergenza, venga varato e attuato.
Un elemosina che
scarica questi operai e lavoratori poveri, alle mense e strutture
delle Associazioni religiose e caritative. Una doppia provocazione
per gli operai, alla luce anche dei 500 miliardi che il ministro
dell’economia Gualtieri, mette sul tavolo per i padroni, dopo la
richiesta di liquidità avanzata da Confindustria. Il disagio estremo
di milioni di proletari rimasti senza salario e senza sussidi,
s’intreccia con l’incazzatura di 8 milioni di operai e lavoratori
dipendenti, molti dei quali stanno aspettando l’assegno della nuova
cassa integrazione d’emergenza, partita il 23 febbraio e che può
durare finora, fino a 9 settimane. “L’assalto ai supermercati”
potrebbe non essere più, solo un titolo che gira in alcuni siti
internet.
Saluti Oxervator
Comments Closed