Seconda parte dell’intervento letto da Marx alla riunione del 27 giugno 1865 del Consiglio Generale dell’Associazione Internazionale degli Operai. Suddivisa da noi in puntate.
Quarta puntata
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Nel calcolo del valore di scambio di una merce, alla quantità di lavoro impiegato da ultimo per la sua produzione dobbiamo ancora aggiungere la quantità di lavoro anteriormente incorporata nella materia prima della merce, e il lavoro impiegato per i mezzi di lavoro, gli strumenti, le macchine, i fabbricati, necessari per realizzare il lavoro. Per esempio, il valore di una certa quantità di filati di cotone è la cristallizzazione della quantità di lavoro che è stato aggiunto al cotone durante il processo di filatura, della quantità di lavoro già precedentemente realizzata nel cotone stesso, della quantità di lavoro incorporata nel carbone, negli oli e nelle altre sostanze ausiliarie impiegate, e della quantità di lavoro fissata nella macchina a vapore, nei fusi, nell’edificio della fabbrica, e così via. I mezzi di lavoro veri e propri, gli strumenti, le macchine, gli edifici sono sempre utilizzati di nuovo, per un tempo più o meno lungo, nel corso di parecchi processi produttivi. Se essi venissero consumati in una sola volta, come la materia prima, tutto il loro valore sarebbe trasmesso immediatamente alla merce che essi aiutano a produrre. Ma poiché un fuso, per esempio, si logora soltanto poco a poco, si fa un calcolo medio sulla base della sua durata media, o del suo consumo o logorio medio, o del suo logorio in un tempo indeterminato, in un giorno, poniamo. In questo modo si calcola quanto del valore del fuso passa nel cotone filato in un giorno, e, quindi, quanto della quantità totale di lavoro che è incorporato, per esempio, in una libbra di filo di cotone è dovuto alla quantità di lavoro precedentemente incorporata nel fuso. Per lo scopo che ci interessa non è necessario che ci soffermiamo più a lungo su questo punto. (continua)
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