Dal 4 gennaio 2021 alla FCA di Melfi cambiano i turni di lavoro: quando gli operai sono ridotti ad ingranaggi inanimati della produzione che devono girare o fermarsi come e quando necessita al padrone, con il consenso entusiasta dei sindacalisti collaborazionisti.
Dal 4 gennaio 2021, i lavoratori attualmente addetti o collegati alla produzione di Renegade e 500X lavoreranno 5 giorni la settimana, dal lunedì al venerdì, articolato su 3 turni giornalieri a rotazione; 15 turni al posto degli attuali 20. Faranno eccezione l’unità Stampaggio e le grandi presse dell’unità Plastica, dove l’orario di lavoro ordinario sarà dal lunedì al venerdì su 3 turni e al sabato su 1° e 2° turno, a rotazione e con riposi a scorrimento.
Per i lavoratori di Compass e ibride, si passerà dall’attuale orario su 2 turni al nuovo orario su 3 turni dal 1 febbraio, quindi 15 turni settimanali al posto degli attuali 10.
I sindacalisti di FIM, UILM, FISMIC, AQCF, UGL esultano affermando: “Il 4 Gennaio 2021 sarà una data da ricordare per tutti i lavoratori di Melfi, perché si volterà decisamente pagina dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro in Fca : si lavorerà su 15 turni su entrambe le linee , dal lunedì al venerdì , su tre turni “ mattina , notte e pomeriggio.
E’ un risultato da tempo richiesto dalle Organizzazioni Sindacali, che oggi si concretizza rappresentando così un cambiamento radicale e positivo per TUTTI, anche nell’ottica di migliorare la qualità del rapporto LAVORO/FAMIGLIA .”
I sindacalisti fanno passare una scelta della FCA, come una decisione condivisa, nata dalla loro collaborazione e da loro “richieste”. Con l’entusiasmo del servo che si crede padrone, arrivano a dire che: “Oggi si cambia, la vita dei lavoratori sarà sicuramente migliore”.
Lo stesso entusiasmo lo dimostrarono anche quando la FCA decise di adottare i 20 turni.
La realtà, invece, è ben diversa da come la presentano i reggicoda del padrone: finora sulla la linea (Renegade e 500X) si lavorava su quattro squadre (una squadra a riposo ogni giorno) per complessivi 20 turni settimanali. La Compass lavorava invece su soli due turni (mattina e pomeriggio) per tutta la settimana, escluso il sabato e la domenica (in pratica 10 turni settimanali). L’utilizzo degli impianti non era a pieno regime ed in più il turno di notte era sottodimensionato perché non si lavorava sulla Compass e solo una parte degli operai erano impegnati su questo turno. E’ evidente che FCA ha riorganizzato la turnistica perché ha ritenuto più vantaggioso sfruttare il più possibile gli impianti per 5 giorni che sottoutilizzarli per 7. Il lavoro su sette giorni comporta che sempre in ogni giorno ci sia una squadra a riposo, dato che i giorni di riposo sono a scorrimento. Lavorando invece solo su 5 giorni, le squadre passano da quattro a tre. Ecco da dove viene il terzo turno della Compass.
In più, se e quando la FCA avrà bisogno di più lavoro, con questa turnazione possono fare le “comandate” di sabato e domenica come una volta.
Ci sono molti motivi per riflettere:
Il primo, è che siamo veramente a terra se la gran parte dei sindacati aziendali, che dovrebbero rappresentarci, gioiscono e condividono scelte del padrone tutte fondate su riduzione dei costi e aumento della produttività, avendo la faccia tosta di presentarcele come scelte a nostro favore.
Il secondo è che per la maggior parte della popolazione la notte è fatta per dormire a casa, anche a noi operai piacerebbe restare a casa e se si passa da due turni a tre turni facendoci fare la notte non è che gioiamo per questo ma soltanto perché ci sono un po’ di soldi in più. Il sindacato invece di darsi da fare affinché ci siano aumenti sostanziali per i turni che cadono durante il giorno sa solo salutare favorevolmente il passaggio da due turni a tre facendo credere sia positivo fare il turno di notte. A noi operai ci hanno ridotto ad un ingranaggio che non ha più come riferimento fisiologico la notte e il giorno, e come riferimento sociale la festa e il riposo collettivo. E quelli che dovrebbero rappresentarci ne gioiscono.
Il terzo, qualunque scelta aziendale trova sempre questi venduti pronti a giustificarla, tanto che la messa in cassa di 1200 passa quasi inosservata anche se perderanno centinaia di euro al mese. E la cosa più grave è che noi operai non siamo organizzati per reagire.
Dai primi anni ‘90 fino alla metà del 2004 siamo stati comandati a lavorare su 18 turni, arrivavamo a fare 12 notti consecutive, ciclicamente anche 15 e a quei tempi prendevamo molto meno soldi degli altri operai dello stesso gruppo Fiat. Ricordo che all’epoca i sindacati, tranne alcuni, difendevano quella minestra di accordo, chi osava fra gli operai metterlo in discussione, non solo si trovava il padrone contro, ma anche gli stessi sindacati e molti furono i licenziamenti. Con la lotta dei 21 giorni di noi operai nel 2004 buttammo alle ortiche quella porcheria di accordo, furono eliminate le 12 notti consecutive e si strappò al padrone gli aumenti di salario, portando gli stessi alla pari degli altri operai del gruppo Fiat. Da allora a piccoli passi il padrone è tornato a fare sempre quello che ha voluto, ha cambiato e ricambiato la turnazione sempre in base alle necessità di produzione, mettendo al centro i propri interessi. Gli stessi sindacati che durante la lotta dei 21 giorni del 2004 rimasero a guardare e anche a difendere il padrone, da allora, di volta in volta, tutte le volte che il padrone decide di cambiare qualcosa nell’organizzazione del lavoro, comunicano a tambur battente che si tratta di accordi storici per cercare di portare acqua al proprio mulino, senza forse neanche rendersi conto di fare una figura di merda con gli operai che non dicono nulla apertamente, ma che non sono fessi.
A noi operai ci sta bene stare a casa il sabato e la domenica ma sappiamo bene che se si resta a casa è per volontà del padrone perché per adesso non ha bisogno di farci lavorare la domenica, per la quale dovrebbe darci anche qualche soldo in più e non per merito di quel sindacato che accetta ogni cosa in cambio di privilegi e prebende, assunzioni di amici e parenti. Qualsiasi scelta aziendale troverà sempre i venduti e le parrocchie sindacali a difendere il padrone. Possono anche cambiare i camerieri durante gli anni nelle parrocchie sindacali ma le sceneggiate restano uguali.
La minestra sappiamo bene è sempre quella, a casa il sabato e la domenica finché lo dirà il padrone. Altra cassa integrazione e meno soldi, e a chi toccherà lo deciderà sempre il padrone. Certo per noi operai è positivo restare a casa il sabato e la domenica ma sappiamo anche che siamo oggetti umani da utilizzare e consumare in base alle necessità di un padrone che fa quello che vuole e che ha come fine ultimo i profitti e non ci penserà due volte quando deciderà per sua convenienza di cambiare nuovamente turnazione e anche di farci lavorare di nuovo il sabato e la domenica. Perché non solo i contratti deliberati dai firmatutto lo prevedono, ma anche perché i sindacati saranno sempre disposti a favorire il padrone purché restino sulla loro stessa barca a prendere il sole mentre noi operai lavoriamo anche per loro.
Crocco, operaio di Melfi
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