Nella fabbrica tecnologica della Fiat e dell’ergo UAS ti consumi più velocemente di prima e ti fai male lo stesso, ma spesso questo non esce dai cancelli dello stabilimento
La FCA da anni presenta l’ambiente di lavoro all’interno degli stabilimenti particolarmente sicuro. L’impostazione “ergonomica” della nuova organizzazione del lavoro, che ha caratterizzato l’inizio del decennio duemila, ha, secondo la FCA, ridotto gli infortuni, ha creato le condizioni per lavorare più “comodi” evitando patologie da movimenti forzati ripetitivi, ridotto lo sforzo fisico.
In realtà, la creazione di postazioni meno scomode è stato il pretesto per aumentare a dismisura i ritmi di lavoro e ridurre le pause. Il risultato è stato che il singolo movimento è risultato meno pericoloso per la salute del lavoratore (torsioni, piegamenti, sollevamento di pesi), ma è aumentato il loro numero. Sul medio periodo questo determina problemi fisici maggiori rispetto a prima. Inoltre, pur diminuendo la fatica fisica, è particolarmente aumentato lo stress psicologico. Questo insieme di cause sta creando all’interno degli stabilimenti un consumo psico fisico maggiore degli operai. In FCA si è giunti al punto che a cinquant’anni sei già “vecchio” per i ritmi produttivi che la fabbrica ti impone. L’assillo di produrre, i tempi ristretti, il controllo dei capi, portano gli operai ad abbassare la soglia di attenzione e questo deve implicare per forza un aumento degli incidenti.
Ufficialmente gli incidenti sono stranamente pochi. Dalle testimonianze degli operai si viene a conoscenza però che ci sono stati incidenti di basso impatto. Alla FCA di Pomigliano, per esempio, il display luminoso spesso non segnala gli incidenti che avvengono come è successo per l’ultimo, questo purtroppo grave, infortunio allo Stampaggio, in cui un operaio ha perso mezzo dito della mano e ha subito già tre interventi per recuperare gli altri, e ha subito un violento trauma ai tendini della spalla. Ed è ancora ricoverato in ospedale. L’incidente è avvenuto a metà gennaio, ma ancora pochi giorni fa sul display luminoso all’entrata dello stabilimento non veniva segnalato.
In un questionario recente della FIOM, che ha coinvolto diversi grossi stabilimenti del gruppo, per i lavoratori intervistati le cause di infortunio più spesso indicate sono state: «poco spazio disponibile sulla postazione», 29,9%; «riduzione dei tempi di lavoro», 29,1%; «pressione esercitata dai responsabili», 26,6%; e «assenza di investimenti in nuovi impianti», 24,4%.
In riferimento all’incidente al reparto Stampaggio della FCA di Pomigliano, c’è da dire che le testimonianze operaie parlano di quel reparto come di un luogo particolarmente pericoloso da sempre.
Un operaio ci ha raccontato la dinamica dell’ultimo incidente: “Bisogna agganciare manualmente con funi d’acciaio gli stampi che si trovano a terra (nell’area deposito stampi), per portarli tramite carroponte sulla linea per essere poi montati dagli operai addetti al cambio stampi. A fare questo lavoro sono sempre in due, uno che controlla il telecomando del carroponte e l’altro che mette le funi una volta che sono state appoggiate sullo stampo da prelevare. Il collega del carroponte non si è accorto che il compagno stesse ancora posizionando le funi d’acciaio all’interno del gancio d’acciaio. Il collega è rimasto bloccato con le dita all’interno di questa fune”.
Errore umano, disattenzione. Possiamo giurarci che la versione dell’azienda sarà questa. In realtà le cose non stanno così. In una situazione in cui i ritmi di lavoro sono diventanti elevatissimi, la sicurezza non può essere affidata alla sola attenzione umana. Se vuoi la fabbrica automatica, asettica, pulita, produttiva e sicura, la sicurezza deve essere controllata anch’essa in modo automatico.
Un altro operaio ci ha fatto un esempio pratico: “Se la lavorazione ad una postazione è affidata a due operatori, allora ci deve essere un meccanismo automatico che dia la possibilità al secondo, quello del carroponte di azionare il dispositivo dopo che il primo ha finito il suo compito. Come? Per esempio con la presenza di un doppio pulsante. Solo quando il primo ha finito il suo lavoro e preme il suo pulsante, il macchinario dell’altro si può mettere in azione, altrimenti non parte”. Questo però comporta “investimenti in nuovi impianti” e la ricerca nevrotica del massimo profitto lo esclude perché maggiore sicurezza significa maggiori costi.
Nella fabbrica moderna che FCA contrabbanda a uso immagine, l’operazione che ha determinato l’incidente, non è “cambiata di una virgola rispetto a quando ci lavoravo io” a detta di un operaio che non lavora più in quel reparto da più di quindici anni.
F. R.
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