La sanatoria è miseramente fallita, uno strumento burocratico poliziesco che doveva fornire ai padroni agricoli manodopera regolarizzata. Nei campi con la nuova raccolta torna caporalato e schiavitù.
Caro Operai Contro, il 13 maggio 2020, quasi un anno fa, con il decreto Rilancio, il governo Conte bis vara la sanatoria per i migranti, fortemente voluta e presentata dalla ministra all’Agricoltura Bellanova, che l’ha motivata come un freno allo sfruttamento dei braccianti, spesso immigrati irregolari e perciò maggiormente ricattabili dal sistema del caporalato.
Dopo un anno, il naufragio annunciato della sanatoria fa dire a D. Scanavino, presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori): “L’idea era buona”. Ci credevano più i padroni agricoli, sperando in nuove norme di legge, per l’immigrazione stagionale, ostacolata per i blocchi del covid.
Confagricoltura allarmata si appella al governo Draghi, ricordando che il 32% (340 mila braccianti) della forza lavoro regolare occupata nelle campagne italiane, è straniera, compresi i “pendolari stagionali” da un paese all’altro.
I padroni agricoli vogliono superare i limiti covid, posti dal governo precedente, altrimenti gli immigrati vanno in Germania, come molti di loro stanno già facendo, e alla voce del padrone “Sole 24 ore”, non resta che titolare: “La pandemia ruba le braccia (straniere) all’agricoltura italiana” (20 marzo 2021).
“Dei 650 mila irregolari in Italia” – scrive il Corriere della sera del 19 marzo 2021 – “al 31 dicembre 2020, a fronte di 207 mila domande inoltrate dal datore di lavoro per fare emergere un rapporto irregolare o instaurarne uno nuovo con un cittadino straniero, erano stati rilasciati appena 1.480 permessi di soggiorno dalle questure in tutta Italia. Al 16 febbraio, il 5% delle domande era nella fase conclusiva della procedura e il 6% in quella precedente (convocazione in prefettura di datore di lavoro per la firma del contratto): in 40 prefetture le convocazioni non erano nemmeno iniziate. Non che mancasse, per carità, una previsione normativa di supporto: conoscendo le voragine di organico in questure e prefetture, e valutando il nuovo carico di lavoro, (dovuto alla sanatoria ndr) l’articolo 103 del decreto legge 34 del 2020, indicava i fondi per assumere personale e adeguare gli strumenti informatici (fino a 30 milioni per il 2021)”. Va precisato che delle 207 mila domande di sanatoria presentate, l’85,5% riguarda colf, badanti, servizi alla persona, 176.985 lavoratori. Solo il 14,5% riguarda il settore agricolo con 30.015 lavoratori.
“Su 30 mila domande presentate, (nel settore agricolo ndr) il 60%-70% non poteva essere accolto perché sono state fatte da richiedenti asilo politico che non avevano i requisiti: avevano cioè contratti di lavoro già regolari, ma permessi di soggiorno irregolari. Tutte le altre domande invece, sono ancora ferme perché al 31 dicembre i datori che le avevano presentate non sono ancora stati convocati”. Così si è espresso il solito D. Scanavino a nome dei padroni agricoli il 20 marzo 2021.
Prima considerazione. La sanatoria che, parole della Bellanova, doveva rendere “meno invisibili i lavoratori invisibili” ha regolarizzato 1.480 lavoratori, che data la composizione delle domande dovrebbero corrispondere a 214 braccianti regolarizzati e 1.266 colf, badanti, servizi alla persona, regolarizzati.
Ma ammesso e non concesso che siano tutti 1.480 del settore agricolo, rappresentano comunque un enorme fallimento della sanatoria. Era un provvedimento burocratico-poliziesco, come poi è venuto in luce, che ha tenuto lontani dalla sanatoria gli opera immigrati irregolari.
Seconda considerazione. Su 650 mila lavoratori irregolari in Italia, solo 207 mila di loro (meno di un terzo) chiedono di mettersi in regola. A parte le richieste individuali, significa che lo fanno solo quelle aziende che non hanno altra scelta, ma significa anche che la pretesa “sanatoria” ha avuto solo una funzione propagandistica per la Bellanova e Italia Viva. Si è rivelata una presa in giro per gli immigrati irregolari e non poteva che naufragare.
Serve principalmente alle aziende che nel 2020, (ma il problema si ripresenta in questi giorni), dovevano per forza relazionarsi con le istituzioni per iniziative diplomatiche. Esempio: i permessi per le procedure per “importare”, con voli charter dal Marocco, i braccianti che con l’inizio della primavera cominciano a raccogliere le fragole, i primi ortaggi e avviare la nuova stagione.
Terza considerazione. Su 207 mila richieste di sanatoria, vengono rilasciati solo 1.480 permessi di soggiorno. Ciò significa che il razzismo e la discriminazione contro i lavoratori stranieri, peggio se extracomunitari, non sono praticate solo da Salvini e invasati del suo stampo, bensì, anche se in modo non altrettanto plateale e provocatorio, sono praticate nella sostanza anche dal Pd, dai 5 Stelle, da Italia Viva. Il governo con la Bellanova, varò una sanatoria inapplicabile e nelle campagne siamo di nuovo daccapo. caporalato e schiavitù.
Saluti Oxervator.
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