Stellantis Pomigliano, è diventata dura per i funzionari sindacali raccontare nelle assemblee le solite fandonie. Il commento di un operaio di produzione sul loro svolgimento venerdì 21 maggio
E così dopo 13 lunghi anni, si ritorna a fare un’assemblea unitaria. Unità sindacale quindi? Magari! Così hanno pensato molti miei compagni di fabbrica, sperando, sulla base del famoso detto “l’unione fa la forza”, che l’unità sindacale potesse servire quanto meno a cercare di migliore le condizioni di lavoro delle maestranze. Però nei fatti, alle assemblee tenutesi lo scorso venerdì (21/05/2021) a Pomigliano, non è emersa questa unità, anzi. Ti aspetti, considerando la situazione generale della neonata società automobilistica Stellantis, che all’assemblea si spaccasse il mondo ed invece nemmeno questo, solo la “lista dei guai” fatta dai firmatari e la richiesta continua della Fiom all’unità. Se quest’ultima fa tale richiesta allora è lecito domandarsi: “forse i firmatari sono cambiati? Hanno capito gli errori?” Niente di tutto questo, anzi, nonostante le contestazioni dei lavoratori, costoro hanno difeso quell’abito fantastico che hanno cucito addosso al padrone: il CCSL, esaltando il loro operato di questo decennio. Siamo all’assurdo, ma questi hanno veramente il barbaro coraggio, o forse sarebbe più adatto essere volgari e dire che hanno la faccia come il c…, di elogiarsi da soli, se la cantano e se la suonano insomma, nonostante l’intervento di un lavoratore che gli ha gridato in faccia, tutto il loro FALLIMENTO. Allora la rivoluzionaria Fiom, perché insiste tanto su questa unità?
Auguriamoci che non ci sia nulla che naviga sott’acqua alle spalle degli operai però i sospetti te li fanno venire.
Insomma, come potete ben capire da questo racconto, questa assemblea è stata alquanto priva di contenuti ed inutile, eccezion fatta per la risposta da parte delle lavoratrici e dei lavoratori perché il dato che è emerso in maniera forte è proprio l’assenza della classe operaia, ormai fin troppo stanca di seguire i sindacati aziendali compresa la finta rivoluzionaria, ma chi invece era presente, oltre ad essere fortemente deluso, era presente per contestare. Il cerchio direi che si chiude, noi operai dobbiamo organizzarci in proprio, solo così possiamo pensare realmente di riprenderci il presente per costruire un futuro migliore; se aspettiamo che lo facciano questi servi, moriremo disperati. Avanti compagni.
PILONE, operaio Stellantis Pomigliano d’Arco
Comments Closed