Volantino distribuito alla manifestazione del 11 agosto 2021 a Firenze dal Partito Operaio
GKN 4 RISPOSTE PER 4 DOMANDE
Perché il fondo Melrose non ha nessun diritto a chiudere la fabbrica e licenziare tutti?
Quando veniste assunti vi assicurò tramite un contratto che avrebbe comprato il vostro lavoro, la vostra forza lavoro, senza limiti di tempo, a tempo indeterminato. Il contratto si fondava su un rapporto per cui loro, i padroni, utilizzavano la vostra forza ridotta a merce per arricchirsi e voi gliela vendevate in cambio di un salario per sopravvivere. Un contratto da schiavi moderni, ma questa è l’unica possibilità che questa società ci impone per continuare a vivere in una dignitosa miseria. La GKN straccia il contratto, non ha più interesse alla vostra merce, non ne ha più bisogno per arricchirsi. Parla chiaro “trovatevi un nuovo compratore o morite di fame”, l’interesse al guadagno si scontra con l’interesse a vivere e fra due interessi contrapposti conta una sola cosa: la forza.
Perché è stato necessario prendere la fabbrica in ostaggio e non lasciarla in nessun modo?
Gli operai di fronte ai licenziamenti non hanno nessuna forza economica, non si può nemmeno più colpire la produzione che lo stesso padrone ha fermato, gli scioperi si trasformano in manifestazioni e presidi, necessari a denunciare le scelte del padrone ma che incidono poco sul suo portafoglio. L’unica possibilità che hanno gli operai per far pressione economica è prendere il controllo della fabbrica e del macchinario. Formalmente sembra compiano un atto illegale, in realtà mettono sotto il loro controllo mezzi di produzione che in anni di lavoro sfruttato hanno ampiamente ammortizzato. In realtà hanno un diritto sostanziale a rivendicarne la proprietà. Inoltre impedire lo smantellamento del macchinario lascia intatta la possibilità di un suo riavvio in qualunque momento.
Perché è necessario cercare la solidarietà di tutti, ma non fidarsi di tutti?
Non si tratta qui delle migliaia di operai che sanno che se i licenziamenti passano qui, l’arretramento sarà generale, della solidarietà di chi lavora a salario ed è esposto a tutte le scelte del padrone. Stiamo invece attenti a coloro che in fin dei conti sostengono che il padrone ha diritto a fare i suoi affari, basta che la forma sia contrattabile, a coloro che stanno studiando nei saloni del ministero e nelle stanze alte del sindacato come uscire da questa situazione mascherando licenziamenti e chiusura della fabbrica con la solita favola della reindustrializzazione. Quando “modestamente” i capi dei partiti riconoscono che non hanno mezzi coercitivi per evitare i colpi alla GKN, ci dicono solo che il potere politico è niente rispetto a quello economico, che il suo ruolo è gestire ed azzerare ogni cattiva reazione da parte degli operai che è invece l’unico linguaggio che il potere romano è capace di intendere. Il capo del governo, Draghi, manda avanti qualche piccolo viceministro ma sta zitto, non potrà mai criticare i suoi soci dei fondi di investimento. Anzi staranno in contatto continuo.
Perché è necessario che siano gli operai a gestire direttamente questa guerra?
Perché sanno chi hanno di fronte, hanno condotto per anni una guerra sotterranea che ora viene in luce. Conoscono il nemico e la forza della comunità operaia. Non basterà certo una mail e un tavolo ministeriale addomesticato per mandarli a casa.
PARTITO OPERAIO
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