La John Deere, sede centrale, Moline, Illinois (USA) produce principalmente macchinari per l’agricoltura (Trattori, trebbiatrici, tosatrici ecc.).
La multinazionale, primo produttore al mondo del settore, possiede 15 stabilimenti negli Stati Uniti e 16 stabilimenti nel resto del pianeta ( tra cui quattro in India e cinque in Europa) Complessivamente impiega 69,600 dipendenti (anno 2020), quasi la metà di questi negli stabilimenti di USA e Canada. L’azienda quotata a Wall Street, nel 2020 risulta 84° nella classifica Fortune tra le principali 500 aziende statunitensi e al 329° posto tra le aziende planetarie. Sempre nel 2020 ha fatturato $ 39.540 miliardi con un utile netto di $ 2.751 miliardi. (fonte Wikipedia)
Nei primi sei mesi del 2021 i padroni della Deere hanno aumentato le vendite di circa il 30%, si prevede che l’utile netto raddoppierà per la fine dell’anno passando a $ 5,357 miliardi. (fonte Ag Equipment Intelligence)
In questa situazione a mezzanotte del 14 ottobre 2021, dopo aver respinto 10 giorni prima, con il 90% degli aventi diritto, la bozza di contratto che prevedeva un aumento salariale del 5-6%, oltre 10mila operai sono scesi in sciopero contemporaneamente, abbandonando le postazioni di linea. Organizzando da subito, il picchettaggio degli ingressi nei rispettivi stabilimenti. La bozza di contratto, respinta a larghissima maggioranza dagli operai, era stata concordata tra i dirigenti del principale sindacato UAW e i padroni della Deere. Allo sciopero hanno aderito 14 stabilimenti negli stati dell’Illinois, Kansas, Colorado e Iowa.
Un salario decente, uno schema pensionistico sicuro, condizioni di lavoro meno gravose. Queste le richieste dei diecimila operai della Deere & co.
Dopo oltre due settimane di sciopero, la compattezza degli operai ha colpito duramente la produzione mettendo in seria difficoltà l’azienda, la cui direzione dopo aver minacciato di ricorrere ai crumiri è stata costretta a scendere a patti offrendo un aumento immediato del 10% dei salari, se gli operai fossero immediatamente tornati sulle linee.
Anche questa seconda bozza di accordo concordata da Deere con i sindacalisti del UAW è stata bocciata una settimana fa dal 55% degli operai.
I dirigenti della Deere, dopo aver cercato di mettere sulle linee impiegati, operai a giornata e aumentare i ritmi di lavoro negli stabilimenti che non hanno aderito allo sciopero, rilasciano dichiarazioni minacciose. “Non torneremo a negoziare con gli operai in sciopero” Ha dichiarato Marc Howze responsabile dell’ufficio amministrativo di Deere, che si è rifiutato di rispondere a domande relative ai danni che lo sciopero sta causando alla produzione (Fonte CBS/AP 05/11/21).
Di seguito riportiamo parte di una intervista a Chris Laursen, operaio della verniciatura che lavora da oltre 20 anni nello stabilimento Deere di Ottumwa, Iowa(USA). L’intervista è stata rilasciata pochi giorni prima la seconda bocciatura dell’accordo, ma fa capire bene quali sono oggi le convinzioni degli operai americani circa gli aumenti salariali e, pertanto, la determinazione ad ottenerli continuando lo sciopero che dura da più di 25 giorni.
Domanda. CHRIS, salve, Potresti spiegare quali sono le richieste degli operai in sciopero.
CHRIS LAURSEN. Bene, buongiorno, fondamentalmente ecco quello che vogliamo: ci hanno presentato una bozza d’accordo, che abbiamo votato il 4 ottobre. Ci proponevano un aumento salariale molto irrisorio. Nella proposta non c’era nessun miglioramento al nostro piano di incentivi, nessuna modifica per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro. Per molti di noi è inaccettabile il fatto che qualsiasi nuova assunzione che arrivasse dopo il 1 novembre di quest’anno non avrebbe diritto a una pensione sicura. La maggior parte degli operai non sono disposti a investire i propri benefici pensionistici in un portafoglio di speculazioni a Wall Street.
Potrebbe essere importante notare anche che Deere è sulla scia di profitti record. Si prevede che quest’anno guadagneranno tra $ 5,7 e $ 5,9 miliardi. Hanno appena premiato il loro CEO con un aumento del 160%. Ad agosto hanno offerto ai loro azionisti un aumento del dividendo trimestrale del 17%. E per un operaio come me che guadagno circa 20 dollari l’ora, cosa propongono? Nei prossimi sei anni ci sarà un aumento di salario di circa un dollaro e verso la fine di quei sei anni, circa due dollari. Quello che chiediamo è cambiamento più giusto. In altre parole non vogliamo una fetta di torta più grande; vogliamo una torta più grande. Devono venire con un secchio di soldi più grande. E allora negoziamo!
Domanda. Hai menzionato i profitti record di Deere, in che modo l’azienda è stata in grado di raggiungere la redditività nel mezzo della pandemia e della forte recessione che si è verificata nell’economia lo scorso anno?
CHRIS LAURSEN. Sai, questa è un’ottima domanda. Per noi operai della Deere, non c’è stato alcun arresto. Durante la pandemia non c’è stato Lockdown. Entravamo al lavoro tutti i giorni. Abbiamo fatto gli straordinari, esponendo al contagio non solo noi stessi, ma le nostre famiglie, i nostri amici. E alla fine, l’offerta che è stata fatta, sai, riteniamo che sia molto arrogante, azzardata e classista. E, sai, non vinceranno! Ecco perché abbiamo inviato un messaggio chiaro e diretto a Deere, nove operai su 10 hanno votato per respingere la proposta come inaccettabile. (20/10/2021, fonte, Democray Now, Amy Goodman)
A Cura di M.C.
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