Risulta sempre più chiaro che l’uso propagandistico del Covid serve per sotterrare una pandemia sociale altrettanto grave: l’aumento dei prezzi e la miseria operaia. Dall’America alla Spagna gli operai reagiscono con un’ondata di scioperi in difesa del salario. Si può fare.
Caro Operai Contro,
in soli 11 mesi l’inflazione in Italia dal segno negativo è arrivata a novembre 2021 al più 3,8 per cento (Istat). Al 4,9 per cento l’indice Eurostat dell’Eurozona. Nonostante, il forte incremento, il fatto che soprattutto in Italia sia sottostimata è più che un sospetto. F. de Bortoli sul “Corriere della Sera” si chiede: “Com’è possibile che, con tutto quello che sta accadendo, l’inflazione ufficiale sia così bassa?”. E aggiunge: “Si coltiva ancora l’illusione – perché ormai di questo si tratta – che il fenomeno pur virulento sia transitorio”.
In un anno il prezzo all’ingrosso dello zucchero è aumentato del 48%, i cereali del 31%, la carne del 22%, i noli marittimi per il trasporto delle merci su navi, del 280%. Nomisma prevede altri aumenti in bolletta, dei prezzi di luce e gas, fino al 25 per cento. Per l’associazione consumatori Consumerismo la spesa energetica nel 2022 sarà di 1.227 euro in più del 2021 e via di seguito con l’aumento generalizzato dei prezzi petroliferi, delle materie prime, degli alimentari, ecc. ecc.
Gran parte degli aumenti all’ingrosso non sono, per fortuna, ancora arrivati sui prezzi al consumo solo per la guerra in corso nella grande distribuzione al cui interno, i colossi, impongono a tutto il settore di non aggiornare i prezzi al dettaglio allo scopo di mettere in crisi le marche minori e, magari, papparsele in breve tempo riducendo il numero dei concorrenti.
Quando si attenuerà questa guerra, tra medi e grandi “bottegai”, quanto sarà l’inflazione che, ad oggi, nonostante un sottostimato 3,8 per cento, nessuno parla di recuperare con aumenti di salario?
Governo, Confindustria e i loro alleati in Europa, tirano le fila per non far emergere la protesta operaia contro il carovita, i licenziamenti, i morti sul lavoro. Intervistato da Sky Tg 24, Bonomi dichiara: “Lo sciopero è sbagliato. Occorre fare insieme scelte coraggiose”. L’importante che le “scelte” non chiedano ai padroni di mettere più soldi in busta paga! Più soldi nell’antinfortunistica! Di bloccare i licenziamenti.
Christine Lagarde, a capo della Banca Centrale Europea, assicura che l’inflazione è “temporanea” e scenderà entro marzo 2022. Se anche così fosse, come si compenserebbero i salari erosi da 15 mesi di forti rincari?
Walter Riolfi, dal “Corriere della Sera”, più preoccupato per la borsa che per la crescente erosione dei salari si chiede se le banche centrali azzeccheranno la tempistica nell’agire sui tassi d’interesse per contenere l’inflazione e sostiene che: “Dalle nostre parti [in Europa, ndr] l’aumento dei prezzi resterà sopra il 2%, quindi più basso che negli Usa”. Ma negli Usa a novembre 2021 l’inflazione era al 6,2 per cento. Quindi, purché sia più bassa che negli Usa, andrebbe bene anche in Italia oltre il 6 per cento? Senza adeguare le buste paga?
I vertici del sindacato Confederale che dovrebbero occuparsi e preoccuparsi dei salari operai sono appesi alle briciole di detrazioni e decontribuzioni promesse dal governo Draghi il quale ha già dimostrato, con i nuovi sgravi Irpef, di ignorare la questione salariale convocando le delegazioni sindacali a giochi fatti.
A rompere il ghiaccio bisognerebbe che, dalle fabbriche e dai posti di lavoro, arrivassero più segnali di lotta vincendo la paura di essere licenziati, un “castigo” di cui il padrone può disporre dopo lo sblocco dei licenziamenti. Le stesse direzioni sindacali dovrebbero realizzare mobilitazioni con una vertenza generale che rivendichi l’aumento del salario in Italia, fanalino di coda in Europa ora colpito dal carovita.
Occorre dire basta alle devianti cortine fumogene che seminano terrore da pandemia Covid, frenando le ribellioni operaie!
Nei mass media tiene banco l’ultima variante (Omicron), arrivata ancora una volta intrisa di allarmismo, mettendo in sordina aumento dei prezzi e i grossi problemi che colpiscono la condizione operaia.
Da troppo tempo giornali e televisione polarizzano l’attenzione sul Covid e le sue varianti, la stessa martellante solfa ogni ora del giorno. Una sorta di narcotico sociale da cui bisogna liberarsi, lasciando alle spalle la barriera di chiacchiere e reagendo con decisione ai salari troppo bassi. Ribellarsi al carovita, ai licenziamenti, ai morti sul lavoro.
Saluti Oxervator.
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