OPERAI IN AMERICA

Nella nazione più potente del pianeta, nel centro dell’impero lo scontro tra operai, sindacalisti venduti e padroni continua e si fa più duro, c’è da imparare, siamo una classe internazionale.
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Nella nazione più potente del pianeta, nel centro dell’impero lo scontro tra operai, sindacalisti venduti e padroni continua e si fa più duro, c’è da imparare, siamo una classe internazionale.


 

I padroni della Kellog, multinazionale alimentare USA di 34 mila dipendenti, $17,780 miliardi di fatturato (2018 Wikipedia), hanno dichiarato che ricorreranno ai crumiri per rimpiazzare gli operai in sciopero dal 5 ottobre. Lo sciopero coinvolge oltre 1400 operai di tutti gli stabilimenti americani. Il 7 di dicembre gli operai in sciopero hanno respinto la bozza di contratto presentata dal padrone.
Fine del doppio trattamento salariale tra neo assunti (3 anni) e anziani, migliore assistenza sanitaria, ferie, schema pensionistico e adeguamento dei salari alla crescente inflazione. Queste le richieste degli operai Kellog.
La settimana scorsa gli operai della Deere della locale sezione UAW 74 (Ottumwa, Iowa), concluso lo sciopero, hanno portato camion di derrate alimentari, gazebo, ecc ai picchetti degli operai Kellog degli stabilimenti di Battle Creek Michigan ed a Omaha, Nebraska. Un gesto di solidarietà e sostegno concreto tra operai di categorie e sindacati differenti, che è una assoluta novità non solo per gli USA.

Continua in Alabama, nelle miniere della Warrior MET Coal, lo sciopero di 1100 minatori membri del UMWA. Lo sciopero è iniziato il 1 aprile 2021, i minatori chiedono aumenti salariali, riduzione dell’orario di lavoro, riduzione dei carichi di lavoro. Una prima bozza di accordo concordata tra azienda e dirigenti sindacali è stata respinta dai minatori il 9 aprile. Il padrone ha tentato diverse volte di forzare i picchetti per introdurre in miniera crumiri.

Sindacalismo venduto versus interessi operai, la lezione americana

Abbiamo già pubblicato su questo giornale corrispondenze riguardanti la vicenda che ha coinvolto i massimi dirigenti del sindacato dell’auto (UAW) e i dirigenti di Chrysler-FCA USA (ora Stellantis) prima che Marchionne morisse. Tra maggio e giugno del 2021 tre dei massimi dirigenti del sindacato inclusi gli ex presidenti Dennis Wiliam e Gary Jones sono stati condannati ad oltre un anno di carcere per aver intascato mazzette per oltre $ 3,5milioni, soldi per tenere gli operai sottomessi. I dirigenti FCA rei confessi se la cavarono pagando una multa di $ 30 milioni.
Recentemente alcuni sindacalisti della minoranza interna del UAW, l’Unite All Workers for Democracy (UAWD, Unire tutti i lavoratori per la democrazia, ndt), hanno promosso, per cercare di riformare la struttura sindacale, un referendum per l’elezione diretta degli alti dirigenti sindacali. La maggioranza dei votanti, il 63,3%, si è espressa favorevolmente per la riforma, ma la maggior parte degli operai ha disertato l’iniziativa, considerandola oggettivamente irrilevante e di facciata. Hanno infatti votato 143 mila su oltre un milione di aventi diritto, il 14%. In questa situazione ci si potrebbe aspettare una frantumazione del fronte operaio, con il tentativo illusorio di dare vita a nuovi sindacati. Una strada che si è dimostrata fallimentare con le piccole parrocchie sindacali create nel nostro paese. Gli operai iscritti al UAW hanno scelto una strada diversa, restando compatti e usando la struttura sindacale esistente per difendere, con qualche successo, i propri interessi concreti, ottenendo miglioramenti salariali importanti (20% alla Deere, si veda l’articolo USA, DEERE. CONCLUSO LO SCIOPERO ) che ridicolizzano i balbettii delle richieste d’udienza di Landini presso il banchiere Draghi. Dando anche la giusta collocazione ai reiterati, roboanti e irrilevanti “scioperi generali di tutte le categorie” dell’autoproclamatosi sindacalismo conflittuale di casa nostra.

A luglio ‘21 gli operai UAW della Volvo (VOLVO A DUBLINO (USA): UNO, DUE, TRE VOLTE NO!!!) rifiutavano per la terza volta, rimandandola al mittente, la bozza di contratto concordata tra sindacato e padrone. La nuova ondata di scioperi e l’uso dei sindacati esistenti, tuttavia, non coinvolge solamente UAW e gli operai dell’auto. A fine luglio gli operai della Frito-Lay iscritti al sindacato Bakery, Confectionery, Tobacco Workers and Grain Millers’ International Union (BCTGM, stesso sindacato della Kellog) riescono ad imporre, dopo 3 settimane di scioperi duri e dopo aver rifiutato l’accordo concordato da padrone e dirigenti sindacali, lo stop allo straordinario obbligatorio, stop alla settimana lavorativa di 48 ore, aumenti salariali del 4%.

Queste battaglie non possono essere casuali, spontanee, occasionali. Esse necessitano di organizzazione, disciplina, sono un sintomo evidente di un rinnovato protagonismo operaio, dell’apparire di una nuova generazione di dirigenti operai capaci, che vanno formandosi difendendo gli interessi degli operai, nello scontro con padroni e sindacalismo colluso. Capi operai che stanno formando nella lotta le reclute di un esercito operaio internazionale.


 

Qui di seguito, ampi stralci di un appello da una chat degli operai della FORD sulla necessità di superare la concorrenza fra operai e coalizzarsi

Ai nostri fratelli e sorelle che lavorano alla Ford:

Noi siamo tutti operai Ford senza distinzioni, che proveniamo dello stabilimento di St Paul, di Lorrain, o di Dearborn o da qualunque altro stabilimento. Siamo una comunità, composta dalle nostre famiglie e dai colleghi di lavoro, questa è la nostra vita. Ci ritroviamo quotidianamente spinti alla concorrenza, l’uno contro l’altro, al solo scopo di arricchire il padrone.

In tutto il pianeta gli operai Ford terrorizzati dalla paura e dal ricatto sono costretti a continui cedimenti, su occupazione, salari, serrate e condizioni di lavoro. Anche sulla giornata di 8 ore e sul fine settimana non lavorativo. Per “competere” con altri operai dell’industria automobilistica. Questa concorrenza tra operai distrugge il nostro sindacato, il nostro posto di lavoro, le nostre mani e le nostre schiene, il futuro dei nostri figli ed il vostro stesso futuro. Vogliamo incontrarvi per discutere e trovare insieme come sconfiggere questa paura e riconquistare la forza che ci è data dal nostro numero.

Cosa fa il sindacato?

La paura che ci divide è alimentata da entrambi, il padrone e UAW (principale Sindacato settore auto, ndr). I burocrati di UAW si sono girati dall’altra parte quando Ford ha smontato le linee di assemblaggio della T- Bird e della Coguar nello stabilimento di Lorrain. I dirigenti venduti di UAW hanno dato una mano a Ford nel sottomettere i delegati operai e delocalizzare la produzione in America del Nord, rendendo possibile la probabile chiusura dello stabilimento di Lorrain. Nonostante che Ford stia facendo profitti record, i dirigenti di UAW stanno concedendo al padrone di produrre senza soluzione di continuità, nei fine settimana e abolendo di fatto la giornata di 8 ore, conquistata da noi con durissime lotte.

I sindacalisti corrotti di UAW fanno di tutto affinché i delegati operai entrino in concorrenza tra di loro venendo meno all’interesse concreto degli operai, ai valori, ai principi e alle strategie proprie del sindacato. Il presidente di UAW ha ricattato apertamente i membri della sezione Locale 600 minacciandoli che se non avessero ceduto su alcuni dei diritti acquisiti, parte del loro lavoro sarebbe stato dirottato in stabilimenti più competitivi. Questa aperta strategia filoaziendale, basata sulla paura, delle burocrazie UAW ha spaccato la locale sezione 600. Infatti il 70% degli operai qualificati ha votato contro mentre l’80% degli operai delle linee, per paura di perdere il lavoro a favore di altri stabilimenti, hanno votato a favore.

Il nostro sindacato non esiste più! La UAW alla Ford esiste solamente come socio di minoranza, il loro interesse è l’interesse del padrone contribuendo a smantellare i diritti che le precedenti generazioni di operai hanno conquistato, lottando duramente. I burocrati hanno contribuito alla nostra sottomissione. I massimi dirigenti UAW hanno fatto propri i valori del padrone, competitività, ingordigia e massimizzazione dei profitti.

Possiamo vedere le conseguenze di questi valori nel nostro stesso sindacato quando le burocrazie UAW hanno usato la paura della concorrenza tra operai strumentalmente per distruggere tra i membri della sezione Locale 600, il mutualismo e la solidarietà tra operai.

Concorrenza contro solidarietà!

Mentre nel pianeta un miliardo di operai sono al momento disoccupati, Ford e gli altri colossi industriali ci stanno chiedendo di accettare la dittatura dei possidenti.

La concorrenza tra operai ci porta in un vicolo cieco.

La concorrenza è inconciliabile con il sindacato.

La concorrenza tra di noi ci porterà a perdere tutto. Dobbiamo batterci per un sindacato indipendente dal padrone, per lo straordinario retribuito, giornata lavorativa di 8 ore, fine settimana liberi, adeguati carichi di lavoro, pensioni dignitose.

UAW sta svendendo tutto nel nome della concorrenza. Gli operai Ford invece di essere solidali sono spinti a trasformarsi in nemici. Gli operai dovrebbero stare dalla stessa parte in qualunque paese essi lavorino. Noi vogliamo sostenervi. Noi vogliamo che voi ci sosteniate. Noi vogliamo ricucire le relazione con gli altri operai Ford che non sia basata su ingordigia e concorrenza ma sui nostri valori di solidarietà, uguaglianza, comunità e mutualità.

Noi ci impegniamo ad iniziare un confronto con I nostri colleghi operai nel nostro e in altri stabilimenti sul come unirci su un programma minimo basato sulla condivisione dei valori di uguaglianza, solidarietà, mutualismo e democrazia.
Al momento vediamo che I nostri valori, le nostre relazioni comunitarie che sono alla base della nostra esistenza sono sotto attacco, nei nostri posti di lavoro, nelle scuole dei nostri figli, nel sistema sanitario e di fatto in ogni aspetto della nostra vita. Quello di cui abbiamo bisogno è una rivolta contro competitività e concorrenza. Questa rivolta non verrà mai dai dirigenti dello UAW poiché al momento sono impegnati a rivoltarsi contro noi operai. Una rivolta contro la concorrenza tra di noi, è un’idea rivoluzionaria ed è l’unica maniera per riaffermare i valori propri della nostra comunità, solidarietà, uguaglianza, mutualismo. Valori che si riaffermeranno solamente se ci muoviamo noi, gli operai di fabbrica!

Commento e traduzione a cura di M.C.

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