I giornali sono pieni di commenti sul calo delle nascite. Nel 2030, sostengono, ci saranno dieci milioni di residenti in meno, dove troveranno gli schiavi da lavoro? C’è sempre la riserva dei migranti. Razzisti permettendo.
Caro Operai Contro, in crescendo in Italia da un po’ di anni, l’andamento si è accentuato nel 2021 con 400 mila nati in meno dell’anno prima. Insieme all’aumentato numero dei morti, l’Istat ne ricava un grido d’allarme ripreso dai giornali, una minaccia per il funzionamento dell’attuale sistema sociale in futuro prossimo.
Viene totalmente sorvolato che la denatalità è causata dai miserabili salari dei nuclei famigliari operai e analoghi per condizione sociale.
I giornali della borghesia si lamentano del calo delle nascite, perché porterà minor forza lavoro disponibile tra pochi anni, dimenticandosi le migliaia di immigrati nei fondali del mediterraneo, annegati con i barconi spesso osteggiati dai governi di Roma.
Molti di loro erano diretti al nord Europa, ma tra quelli che si sarebbero fermati in Italia, non ci sarebbe stata anche quella mancata forza lavoro che ora preoccupa questi acuti intellettuali?
In realtà non c’è mai stata scarsità di forza lavoro, ma un costante lavorio dei padroni e dei loro governi, per tenerne basso il costo.
La classe dominante e i mezzi d’informazione diffusori del suo pensiero, all’occorrenza tramite i suoi politici, esercita una pressione razzista sui migranti, per ottenere forza lavoro sempre al massimo ribasso e ricattabilità, quando però c’è stringente necessità di braccia da lavoro subito disponibile, governanti e maggiordomi seguono la via maestra, del numero di schiavi ai quali aprire le porte.
Proprio il governo Draghi pochi giorni fa, con lo scopo di alimentare la concorrenza al ribasso tra forza lavoro autoctona e quella immigrata, ha firmato un decreto flussi apprezzato dalle associazioni di categoria, per l’ingresso regolare di 70 mila nuovi immigrati in Italia.
“Il doppio dell’anno scorso, ma anche degli ultimi anni”, fa notare Sole 24 ore, “nonostante gli sbarchi raddoppiati”. Più giusto dire sestuplicati in 3 anni, come dicono i numeri: 64.100 nel 2021; 33.745 nel 2020; 11.280 nel 2019.
Draghi ha precisato: “Rispondiamo a una richiesta da parte dell’industria italiana, specialmente nell’edilizia che è anche maggiore di questa cifra”.
“Così salviamo il raccolto” ha esultato Coldiretti, anche se 20 mila dei nuovi arrivi regolari andranno ai “settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e turistico alberghiero”. Forza lavoro proveniente da paesi asiatici, africani e dell’est Europa.
“Se il fabbisogno di forza lavoro lo richiederà” Draghi ha annunciato un decreto integrativo che potrebbe portare il decreto flussi 2021, fino a 100 mila immigrati con ingressi regolari.
Partendo dal fatto che in Italia nel 2020 ci sono stati 7 morti ogni 4 nati, Istat amplificata dai giornali, sostiene che, dato il trend anagrafico “dopo la metà del secolo” quindi fra 30 anni, “l’Italia avrà perso 10 milioni di residenti”.
Prima considerazione: perché in 30 anni questi 10 milioni non potrebbero essere “rimpiazzati” da nuovi residenti provenienti da altri paesi, forse perché non sono di stirpe italica? (ammesso e non concesso che il problema sia una generica denatalità, e non il rapporto fra natalità e condizione economica delle classi nella fase che attraversa il ciclo economico del capitale ).
“Ci sono da difendere la cultura e le tradizioni italiane”, avevano argomentato a suo tempo i vari benpensanti alla Galli della Loggia, prima di lui Oriana Fallaci e loro seguaci che di fatto, hanno rappresentato la barriera ideologica e la copertura stessa del respingimento degli immigrati, o al massimo (poiché fa comodo ai padroni) accoglierne il necessario ma sotto schiaffo, senza dirlo troppo in giro.
Seconda considerazione: quelli che si impressionano per la decadenza della stirpe italica si domandano se nasceranno 10 milioni di persone in meno, quale “cultura e tradizioni” possono rivendicare 10 milioni di fantasmi? Se verranno rimpiazzati da immigrati, si formerà una nuova cultura e nuove tradizioni dall’impasto fra culture e tradizioni di diversa provenienza.
Tanto con lo sviluppo della lotta fra le classi anche cultura e tradizioni dovranno essere sottoposte a critica radicale, gli operai di qualunque paese di provenienza, di qualunque tradizione si uniranno per emanciparsi dalla stessa moderna condizione di schiavi salariati.
Dal quotidiano “Domani” l’economista Matteo Rizzolli annuncia che: “Il crollo delle nascite è il dramma nazionale…produrrà danni economici che nessun Pnrr potrà mitigare…Le implicazioni di questo declino saranno imponenti e toccheranno moltissimi settori dell’economia ecc. ecc.” Se poi i capitalisti per conquistare i mercati dovranno anche fare la guerra dove troveranno la gioventù da mandare al macello?
Nell’epoca delle “crisi di sovrapproduzione”, della formazione di un esercito industriale di riserva che vive con l’elemosina di Stato raccontare che il calo delle nascite costituisce il problema essenziale, senza spiegarne le ragioni economiche e le responsabilità di sistema è solo un maldestro tentativo per nascondere la pretesa di tenere ancora in piedi, nell’interesse di pochi, questa società a piramide che ha fatto il suo tempo.
Saluti Oxervator
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