“Il nostro sindacato ha intenzione di ascoltare il parere dei lavoratori?” si chiedono in un comunicato pubblico alcuni operai di Stellantis Melfi della FIOM sugli ultimi avvenimenti in fabbrica. Noi riprendiamo e pubblichiamo il comunicato perché diventi uno strumento di critica collettiva dei lettori di questo giornale al gruppo dirigente della FIOM, che si presenta come quello più legato alle esigenze dei “lavoratori” ed alla difesa dei loro diritti.
In realtà, da tutte le notizie che arrivano dalle grandi fabbriche, risulta un quadro totalmente diverso. Non trattiamo dei sindacati totalmente asserviti alle scelte degli industriali, ma della FIOM che riscuote fra gli operai combattivi ancora qualche barlume di fiducia. Bisogna però riconoscere che anche qui, funzionari sindacali e delegati che a loro obbediscono ciecamente, pur con i soliti piccoli distinguo, finiscono per accettare le scelte aziendali e veicolarle fra gli operai, tanto è vero che vengono definiti “i bidelli della direzione”.
A conferma di tutto ciò c’è anche la critica espressa nel comunicato al quale ci riferiamo, viene da una parte di operai della FIOM di stabilimento. Ma ci permettiamo anche di dire che gli operai combattivi e i loro delegati diretti non possono risolvere il problema semplicemente sommando critiche scritte a critiche scritte, tutte ben fondate, con l’augurio che ai piani alti del sindacato qualcosa cambi, rimanendo alla fine sempre più disillusi.
Bisogna passare all’azione propria, rompere la disciplina della pacificazione sindacale voluta dal padrone e imposta dai vertici sindacali. Qualche potente sciopero autonomo, qualche azione di protesta anche nei confronti delle rituali riunioni sindacali imbalsamate, sarebbe un’azione salutare per rimettere in moto la forza operaia. La critica è scritta, ma dalle “parole” della critica bisogna passare ai “fatti” della critica.
Il comunicato del 5 febbraio 2022 da Basilicata24.it
“Ci risiamo. L’azienda chiama e decide. Il sindacato prende atto delle decisioni aziendali e le inoltra, attraverso le chat, ai lavoratori. Ci domandiamo se il ruolo di un sindacato come la Fiom, con la sua storia, può essere questo. Continuiamo anche a chiederci quale credibilità possano avere quei dirigenti sindacali, che si siedono a tavoli sindacali e decidono delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori senza aver ricevuto nessun mandato a farlo, non fosse altro perché non hanno mai ritenuto di coinvolgerli o consultarli.
Alla Fiom chiediamo anche di conoscere quale è stata la posizione sindacale dei nostri dirigenti durante la riunione, perché ad oggi non ci è dato saperlo. Come lavoratori e Base della Fiom possiamo affidarci solo all’unico volantino che abbiamo letto attraverso le chat e dobbiamo dire che non lo troviamo molto chiaro. In quel volantino la Fiom dichiara di essere contraria alla “massima flessibilità della Prestazione di lavoro” e si dichiara altresì favorevole a che si tenga conto delle ‘’esigenze dei lavoratori’’. Infine la medesima Fiom ha confermato il suo impegno al rispetto e alla tenuta degli accordi e degli affidamenti ricevuti ai tavoli di trattativa, per garantire il ‘’miglioramento delle condizioni di lavoro per tutti i lavoratori’’.
Prima domanda: Attuali condizioni di lavoro, pause da 10 minuti, 20 turni, considerando anche l’età media dei lavoratori, per la FIOM sono da considerarsi massima flessibilità, oppure no?
Seconda domanda: Ma dopo l’accordo di Giugno scorso, sottoscritto anche dalla Fiom senza il mandato dei lavoratori, che includeva il taglio di una delle due linee di produzione, il nostro sindacato a distanza di tutto questo lasso di tempo ha verificato se le condizioni di lavoro sono migliorate, oppure no?
Terza domanda: Come fa il sindacato e, quindi la Fiom a conoscere quali sono le esigenze dei lavoratori se questi non sono mai stati interpellati né in alcun modo coinvolti, anzi si è fatto accuratamente in modo che non potessero esserlo- tanto che sono trascorsi 8 (otto!!) mesi senza che nello stabilimento si sia potuta svolgere neppure un’assemblea sindacale?
Perciò, prima ancora di discutere di turni, 10, 15, 17, 20, e di miglioramento (quale?) delle condizioni di lavoro, vorremmo sapere se il nostro sindacato (la Fiom) ha intenzione di coinvolgere o, quanto meno, ascoltare il parere dei lavoratori (come peraltro previsto da statuto), per informarsi realmente di quali siano le loro condizioni di lavoro e quali le loro necessità in questa difficile fase. Per sapere insomma, se nell’agenda sindacale sono ancora previsti temi fondamentali, quali la democrazia partecipata e il lavoro inteso anche come valore sociale oltre che come fonte di reddito, oppure no.
I compagni Stellantis di Melfi “Riconquistiamo tutto Fiom”
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