La Confindustria teorizza la scuola come appendice diretta delle imprese. Non gli sono bastati gli studenti morti e quelli infortunati dell’alternanza scuola-lavoro. Ma quale scuola e quale lavoro se il loro sistema ha provocato una guerra in Europa che non sanno più come fermare.
Caro Operai Contro, a Confindustria non bastano gli studenti costretti a lavorare gratis negli stage e nell’alternanza scuola lavoro, non bastano i “nuovi” licei Ted, Transizione Ecologica e Digitale, (qui nell’articolo: “Il manganello come strumento educativo”) l’ultimo regalo del governo Draghi, che piega ancora di più la scuola agli interessi dei padroni. La Ted è attuata per ora in 28 scuole, che saliranno a oltre mille nel 2023 e gli stage sono da tempo una collaudata manna per i padroni.
Sul “Sole 24 ore” del 22 febbraio, con un articolo di Maurizio Del Conte professore di Diritto al lavoro all’Università Bocconi di Milano, dal titolo: “Va costruito un sistema di formazione tarato sui profili chiesti dalle imprese”, Confindustria lancia una sfrontata provocazione al movimento degli studenti, in tumulto già da ottobre 2021. Nell’ultimo mese sono scesi in piazza più volte, stimati in 200 mila in 40 città, scuole occupate in crescendo, a rimarcare la loro determinazione contro i Ted e gli stage.
Le morti dei 2 studenti, Giuseppe Lenoci 16 anni nelle Marche, e di Lorenzo Parelli 18 Anni, Friuli Venezia Giulia, costretti in nome della “formazione” a lavorare gratis e senza misure di sicurezza negli stage, hanno trovato un movimento degli studenti, agguerrito anche per aver scoperto che gli “infortuni” gravi anche se non mortali, nell’alternanza scuola lavoro e negli stage, con la complicità dei mezzi d’informazione amici dei padroni, non venivano in luce su scala nazionale, ma restavano circoscritti alle cronache locali. Come dicono alcuni casi qui di seguito. Lo studente L.O. 17 anni rimasto gravemente ferito, schiacciato da un cancello a Genola (Cuneo) nella ditta Mondino Trattori. A La Spezia travolto dal muletto che guidava, uno studente di 17 anni si frattura una tibia. Un altro studente a Faenza è rimasto ferito precipitando da una gru, con l’artigiano che cadendo con lui perse la vita. A Rovato studente di 16 anni precipita da 5 metri da un braccio meccanico, ferendosi gravemente sbattendo sull’asfalto. Ad Alghero uno studente finisce in ospedale, ma la dinamica dell’accaduto poteva avere esiti tragici per diversi studenti.
Questi sono casi di infortuni in alternanza scuola/lavoro venuti a galla, ma quanti saranno quelli reali? E chi può dire che oltre Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli, non ci siano altri studenti nei necrologi dei morti sul lavoro?
Il 18 febbraio una delegazione di operai della Caterpillar di Jesi, in lotta contro 270 licenziamenti e la chiusura della fabbrica, si è unita alle delegazioni di studenti arrivati da tutta Italia a Fermo nelle Marche, a testimoniare l’incondizionata solidarietà a Giuseppe Lenoci, lo studente sedicenne morto lavorando in stage.
Alla manifestazione di Fermo gli studenti per essere chiari fanno sapere: “Noi non chiediamo un cambiamento dell’attuale modello di alternanza scuola lavoro ma la sua abolizione. La formazione non può essere affidata a chi mira solo allo sfruttamento degli studenti”.
Nelle stesse ore gli studenti di Torino, nonostante le cariche delle forze dell’ordine, riuscivano ugualmente a superare il cancello della sede di Confindustria, responsabile insieme al governo Draghi della “Scuola al servizio del padroni” una vecchia parola d’ordine, ricomparsa sugli striscioni degli studenti più che mai appropriata, alla luce anche delle modifiche “aziendalistiche” nei programmi scolastici.
Varcare il cancello di Confindustria è stato un segnale – dice uno studente: “Come Confindustria entra ogni giorno nelle nostre scuole, noi abbiamo messo il piede nella loro casa”.
Se la presenza degli operai Caterpillar a Fermo, auspica l’unità di lotta fra operai e studenti, contro la scuola “mercantile”, lo sfruttamento operaio, le morti e gli infortuni sul lavoro, che colpiscono anche gli studenti in stage; l’iniziativa contro la Confindustria a Torino, con precise critiche degli studenti ai vari ministri del governo Draghi, non lascia dubbi sul fatto che questo movimento degli studenti abbia individuato dove colpire. E in questa direzione lotta per fermare questa scuola che Confindustria vorrebbe rendere ancora di più un anticamera in cui preparare la testa e le braccia della giovane forza lavoro a buon mercato: precari a vita o sfruttati in regola.
“Non saremo i vostri schiavi”, si legge su un cartello degli studenti in piazza a Milano.
Saluti Oxervator.
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