Il tale EA risponde ancora, socialmente operaio come socialmente operai sono i redattori del giornale Operai Contro, a “Coalizione operaia” socialmente formata da un gruppetto di impiegati di concetto, non che questo determini qualcosa ma semplicemente perché il conosciuto Rostrum fa dell’ironia su questo fatto. Un po’ di pagine piene di insulti non risolvono il problema che abbiamo posto: l’atteggiamento da tenere nei confronti della lotta di resistenza che si sta svolgendo sotto i nostri occhi oggi in Ucraina contro l’esercito dell’imperialismo russo. Rostrum, così si firma il coalizzatore di impiegati, ci copre di citazioni dei socialisti italiani, socialpatrioti, durante la prima guerra mondiale per affibbiarle a noi. Come si può discutere con chi è convinto che un tavolo sia un cavallo perché entrambi hanno quattro gambe? Cosa c’entra la difesa della patria imperialista dei socialtraditori con la lotta internazionalista per il diritto delle nazioni all’autodecisione che Lenin nella critica all’imperialismo ci ha lasciato in eredità? Niente, assolutamente niente, serve al nostro critico per eludere il semplice problema: gli operai in Ucraina che prendono parte alla resistenza armata contro l’imperialismo russo vanno sostenuti prima di tutto dagli operai russi e poi da noi stessi? A nostro giudizio, non farlo vuol dire sostenere non solo l’imperialismo russo, ma quello europeo ed americano che stanno manovrando per trovare una soluzione per spartirsi l’Ucraina, al netto di tutte le sceneggiate dei contrasti fra democrazia e autocrazia. Oltre tutto, il ruolo centrale degli operai nelle lotte di liberazione delle nazioni oppresse gioca a favore della loro indipendenza politica, nel corso della lotta mettono un’ipoteca sul governo della società, come forza armata possono puntare su una loro conquista del potere statale nel momento che la borghesia o è dissolta dalla guerra o scende a patti con la borghesia imperialista per garantirsi ancora il ruolo di potere che aveva in precedenza.
Come potremmo definire coloro che in ogni movimento di liberazione, in ogni lotta per l’autodeterminazione di popoli composti da classi e nazioni oppresse, dall’Afghanistan, all’Iraq, alla Libia, non fanno nient’altro che negare il valore antimperialista di questi movimenti, negano la necessità degli operai dei paesi che dominano il mercato mondiale di sostenerli pienamente? Hanno coperto “da sinistra” l’azione del governo italiano in Afghanistan, in Iraq, lo copriranno nel prossimo futuro. Sono dei servetti dell’imperialismo mondiale, ma qui non è più un insulto è un giudizio politico. Stiano pure davanti al televisore a pregare che la resistenza degli operai, della piccola borghesia, di tutte le classi del popolo ucraino venga schiacciata, che i grandi si siedano al tavolo per dividersi il bottino, che Putin e Biden trovino un accordo sulle zone di controllo militare in Europa, accontentando anche grandi industriali italiani che non vedono l’ora di riprendere a fare affari con i loro soci russi, tanto per i coalizzatori di impiegati quello che conta è il sole dell’avvenire, limpido e puro, non la lotta fra le classi, oltre che insultare Operai Contro col sorriso compiaciuto della piccola borghesia filorussa, ma entrambi si romperanno le corna appena gli operai inizieranno a muovere i primi passi come movimento indipendente, anche in Ucraina. Se ci danno un po’ di giorni di lavoro con i testi alla mano dimostreremo quanto questi Rostrum ed amici sono fuori dal marxismo, quanto manomettano Lenin per autoassolversi, anche se non è essenziale per capire il loro ruolo di “servetti dell’imperialismo mondiale”, per questo bastano le posizioni che esprimono sull’Ucraina, ma è anche tempo di togliere a questi teorici da strapazzo ogni velleità.
E.A.
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