Dietro il polverone delle armi agli ucraini si nascondono affari miliardari realizzati vendendo armi a Putin, da Renzi a Draghi, nel 2015 per 29 milioni e nel 2021 per 21,9 milioni di euro. Ora l’occasione è buona per finanziare per i prossimi anni un aumento delle spese militari del 43%.
Caro Operai Contro, tornato incolume dal confine polacco – ucraino dove si era recato con la demenziale pretesa (dato il suo razzismo, la dichiarata stima a Putin e l’accordo del 2017 tra la Lega e Putin stesso) di avere qualcosa da dire che non risultasse una colossale provocazione, Salvini si è visto consegnare da Wojciech Bakun sindaco di Przemys, una copia della maglietta con la foto di Putin, che il capo della Lega amava indossare e poi farsi fotografare.
Il sindaco indicandogli il microfono, ha poi chiesto a Salvini di prendere le distanze da Putin, vista la sua “sordità” allora il sindaco l’ha invitato a indossare la maglietta e fare un giro fra i profughi. Salvini vista la malparata si è dovuto allontanare in silenzio, accompagnato da apprezzamenti coloriti diramati in mondovisione.
Salvini però ha potuto esultare pochi giorni dopo il suo rientro perché, è scattata una delle tante misure da lui fortemente volute contro gli operai e gli immigrati con i decreti sicurezza, quando era ministro degli Interni nel 2018 con il 1° governo Conte.
Infatti dopo un iter e una fase sperimentale di oltre 3 anni, attraverso 3 governi, dal 21 marzo 2022 le forze dell’ordine di 18 città in Italia, avranno in dotazione più di quattromila pistole a impulsi elettrici, i cosidetti taser, per reprimere lotte operaie, cortei studenteschi e manifestazioni di protesta contro il governo Draghi, sostenuto anche dai partiti amici di Putin.
La pistola elettrica per l’attuale ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese “è un passo importante per ridurre i rischi per l’incolumità del personale”, (delle forze dell’ordine ndr). Quanti di questi hanno perso la vita sul lavoro, mentre di operai ne muoiono 3 o 4 tutti i giorni? I rischi li corre chi viene fermato da questo “personale”, come dimostrano i casi Cucchi, Aldrovandi ecc. ecc.
Per il governo Draghi le pistole taser sono armi sicure, efficienti e “non letali”, ma da dove le hanno in dotazione da tempo, arrivano notizie opposte. Negli Stati Uniti dice l’Ossevatorio Fatal Encounters, dal 2010 al 2021 sono morte più di 500 persone colpite dal taser, vittime di guerra nei cosiddetti periodi di “pace” interna.
Nella nidiata di “Roma ladrona” e ad Arcore, lontano dal confine ucraino, Salvini ritrova amici e camerati.
A cominciare da Berlusconi anche lui notoriamente profondo estimatore e amicone di Putin, con il quale ha fatto accordi quando era al governo e forse, anche affari personali.
Entrambi Salvini e Berlusconi segretari rispettivamente della Lega e di Forza Italia, 2 partiti fra i componenti del governo Draghi, dopo ormai un mese dall’aggressione di Putin all’Ucraina, trattano Putin come un amico che ha fatto un errore che si può recuperare e che la guerra che ha scatenato in Ucraina è frutto di provocazioni.
E a proposito di filo putiniani, lo sono forse anche quella parte dei 5 stelle che, mettendo sullo stesso piano aggressore e aggredito nella guerra in Ucraina, pretendono che dopo Zelenski anche Putin parli al parlamento italiano?
Dicono i dati Istat che il governo Draghi con tutti i partiti che ne fanno parte, nonostante ci fosse il divieto, nel 2021 ha venduto alla Russia 21,9 milioni di euro di armi e munizioni. Idem Renzi con il suo governo nel 2015 ha venduto alla Russia 22,5 milioni di euro di blindati Iveco.
Sia Draghi che Renzi hanno venduto armi alla Russia in presenza di un divieto, stabilito da tutti i paesi Ue che, nell’agosto 2014 dopo l’annessione della Crimea da parte di Putin, avevano deciso un embargo totale di armi alla Russia. Il mancato rispetto di quell’embargo ha fornito a Putin armi per 346 milioni di euro. In testa la Francia con 152 milioni di euro, poi la Germania con 121,8 milioni, terza l’Italia con 44,4 milioni di euro, altri paesi con quote minori.
Il governo Draghi dopo il potenziamento dell’esercito italiano, che in pochi anni aumenterà la spesa italiana in questo settore di oltre il 43%, al vertice europeo dell’11 marzo a Versailles, insieme ai capi di governo dei paesi Ue, fa sapere che «Abbiamo concordato di aumentare in modo sostanziale le spese nel settore della difesa»: ripromettendosi di «sviluppare» l’industria militare.
Preso atto che “i bilanci nazionali non bastano”, a Versailles i capi di governo dell’Ue decidono di raddoppiare da mezzo miliardo a 1 miliardo, la spesa militare europea dell’Ue per la “pace”.
Al di la dei discorsi solenni e le dichiarazioni di circostanza, il governo italiano e tutti i partiti che lo sostengono, per i buoni affari dei padroni, utilizzano la guerra in corso e si preparano alla prossima ventura.
Draghi ha già fatto i conti e li ha esposti tra l’approvazione ai presenti capi di governo dei paesi Ue aVersailles: «se la mancanza che vogliamo riempire per il bilancio della difesa è lo 0,6 per cento del Pil dell’Ue, il fabbisogno finanziario sale a oltre due trilioni nei prossimi cinque anni».
Saluti Oxervator
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