L’incontro fra governo e sindacati si è concluso ancora una volta in una bolla di sapone.
Caro Operai Contro, per giorni notizie dagli ambienti governativi e dal sindacato confederale, rilanciate da tivù e carta stampata, hanno creato curiosità e aspettative, poi l’incontro fra governo e sindacati si è concluso ancora una volta in una bolla di sapone.
L’ennesima presa in giro per gli operai, con Draghi che poi nella conferenza stampa minaccia le dimissioni del governo, col ricatto che così svanirebbe anche la promessa (sempre di là da venire) di difendere i salari. Intanto il governo prosegue la sua politica di protezione dei gruppi industriali e finanziari, che fanno extra profitti, con l’aumento indiscriminato e generalizzato dei prezzi, mentre in realtà alla fonte, comprano i prodotti energetici ancora al vecchio prezzo (più basso) perché questi contratti valgono parecchi anni.
Le aziende escluse dalla filiera degli extra profitti, possono comunque contare sui nuovi aiuti del governo per i costi energetici.
Delle aspettative create dall’incontro con i confederali, il governo Draghi ha lasciato irrisolto tutti i punti:
- niente misure per contrastare il carovita, con l’inflazione arrivata a più 9,1% per gli alimentari, a più 28% per abitazione, bollette, benzina, più 13,7% per trasporti e altri aumenti in tutti i settori.
- niente misure in risposta alla crescente povertà assoluta, che arrivata a 5,6 milioni di persone, rischia ora di imbarcarne altre 800 mila.
- niente parametri per un nuovo Welfare per oltre 9 milioni di operai e lavoratori sballottati tra il lavoro precario e la disoccupazione.
- niente decisione sul salario minimo legale, solo un’ipotesi molto approssimativa.
Dopo un incontro durato meno di 2 ore, tutto si è risolto in un nulla di fatto e rinviato al 26 o 27 luglio.
Ma non è stato proprio tutto inutile, soprattutto per Draghi che ha trovato condivisione dai tre segretari confederali.
Landini (Cgil) che nei giorni prima dell’incontro ha promesso fuoco e fiamme a settembre, per ora si è limitato a commentare: “Ad oggi risultati non ce ne sono”.
Bombardieri (Uil) per non aumentare i salari con i soldi dei padroni, dice che: “Bisogna detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello e aumentare il netto in busta paga”.
Più entusiastiche le dichiarazioni di L. Sbarra (Cisl): “Il governo non esclude di lavorare su un nuovo patto sociale che guardi ai fondi del Pnrr, sulla politica industriale e ambientale”.
Anche Sbarra segretario della Cisl dopo Letta segretario del Pd, si butta fra le braccia di Bonomi/Confindustria per un nuovo patto sociale.
Sbarra sprizza una gioia incontenibile: “Un incontro positivo, potenzialmente decisivo. Il Governo ha condiviso la nostra impostazione” anche “per governare le emergenze. Il governo conta di deliberare prima della pausa estiva” per “salari, pensioni e reddito delle famiglie”.
Tra “l’impostazione” e la rassicurazione sindacale sulla promessa di una imminente “delibera per salari, pensioni e reddito delle famiglie”, il carovita di giorno in giorno divora sempre più in fretta i salari, e in molte piccole e medie fabbriche, gli operai presidiano i cancelli per opporsi ai licenziamenti.
In questi giorni, come ricordato sulle pagine di questo giornale, ricorre il 60° anniversario degli scontri di Piazza Statuto a Torino. Come operai abbiamo tanto da imparare dai nostri padri e fratelli maggiori.
Saluti Oxervator.
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