Senza una reazione decisa da parte nostra le cose andranno sempre peggio.
La strada da seguire è quella dello sciopero, come facemmo il 27 maggio.
Normalmente ogni lavoratore al mondo sa che ha un calendario lavorativo da seguire con i turni; i giorni da lavorare; i giorni di festa…. e giustamente cerca di organizzare la propria vita e quella dei propri cari, anche in base all’impegno di lavoro. Per noi di Stellantis a Pomigliano d’Arco è diverso, ormai da qualche anno questo non esiste più. A causa della solita cassa integrazione o contratto di solidarietà, ogni mese l’azienda tramite i suoi preposti ci consegnava un calendario mensile di lavoro dove ognuno di noi sapeva quali giorni era chiamato a lavorare e quali a stare a casa usufruendo del “privilegio” dell’ammortizzatore sociale. Ovviamente il tutto salvo chiusure collettive.
Da questo tipo di calendario mensile negli ultimi mesi siamo passati ad un calendario addirittura settimanale. Ogni venerdì sappiamo che giorni dovremmo lavorare la settimana successiva ma, come se non bastasse, spesso è capitato che ci hanno rimandato a casa 30 minuti prima di iniziare il turno; oppure ci hanno avvisati il giorno prima per il giorno dopo che non si lavora… Insomma, dobbiamo sempre e comunque restare a loro disposizione; come desidera il padrone noi così dobbiamo fare.
A quelli che dovrebbero difendere i nostri interessi, i sindacalisti, inutile a dirlo, non interessa un bel niente di questa situazione, anzi giustificano l’azienda che a causa della mancanza di materiale sta in difficoltà e quindi le è lecito comportarsi in questo modo. Insomma, una mala organizzazione anche giustificata da chi dovrebbe rappresentare i lavoratori e non l’azienda.
I giorni di chiusura collettiva che l’azienda intende recuperare ci vengono retribuiti in anticipo per poi farceli recuperare di sabato (l’azienda per contratto ha 6 mesi di tempo per effettuare il recupero) con un misero gettone di presenza di 25€ lorde per noi operai. Così, con il benestare dei bidelli e con il finto abbaiare dei “rivoluzionari” della Fiom, può succedere che non lavori di mercoledì ma vai a recuperare di sabato.
Senza reazione operaia il padrone capisce che può permettersi di andare oltre: prima delle ferie ci comunicano che sabato 27 agosto avremmo recuperato una giornata di non lavoro retribuita. Tu ti organizzi la vita in base all’impegno lavorativo quando poi, all’improvviso il giorno prima, 26 agosto, alle ore 11:20, ti arriva il messaggino che il sabato di recupero è saltato. Insomma, il padrone pensa che gli operai sono di sua proprietà rendendoci sempre più schiavi di quello che già siamo, gestendo nei fatti la nostra vita privata e peggio ancora quella della nostra famiglia. Anche in questo caso silenzio tombale del sindacato tutto.
Senza rispetto! Questa è la realtà. Il 27 maggio scorso con lo storico SCIOPERO li facemmo ballare sulle loro poltrone, ma le chiacchiere sindacali, le promesse, e la mancanza di continuità rispetto a quell’iniziativa di lotta, ha rassicurato i padroni Stellantis che hanno continuato su quella strada senza dare nessuna risposta alle nostre richieste.
Senza lotta non si hanno risultati. Ricordiamoci che gli azionisti Stellantis stanno facendo un sacco di soldi anche vendendo meno auto. Come mai? E grazie! Quando lavoriamo ci spaccano le ossa. Quando non lavoriamo siamo a carico della collettività per quei quattro soldi degli ammortizzatori sociali. Sui costi fissi Stellantis sta risparmiando su tutto: Igiene, sicurezza, servizi, tagliando di tutto pur di risparmiare. La nostra situazione peggiora sempre di più e loro ingrassano sempre meglio.
Ricordiamo però una cosa tra noi operai: Se noi perdiamo una giornata di lavoro per uno sciopero è un sacrificio si, ma i padroni Stellantis perdono milioni di volte di più rispetto a noi. Noi perdiamo meno di 100 euro a testa, ma loro perdono una ventina di milioni di euro.
Non possiamo continuare a roderci noi il fegato: è ora che soffrano un po’ anche loro.
PILONE operaio Stellantis Pomigliano d’Arco
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