Oltre 100mila giovani manifestano nel giorno dello sciopero per il clima. Gli obiettivi sempre più chiari investono il ceto politico, i padroni di Confindustria, la scelta di non prestarsi al gioco elettorale.
Caro Operai Contro, alle domande dei giornalisti di radio e tivù, gli studenti rispondono: “Nessuno ci ascolta”, “Alle elezioni nessun partito ci rappresenta”, “Non abbiamo fiducia in nessuno di loro”. E chi ha superato la soglia dei 18 anni è lapidario: “Non voterò”.
Le risposte degli studenti sono molto promettenti alle manifestazioni organizzate il 23 settembre da Fridays for Future per “Lo sciopero globale del clima”. Oltre 100 mila manifestanti in 70 cortei in altrettante città in Italia, 7.500 le città nel mondo in cui si è manifestato.
I giornali avevano inquadrato queste mobilitazioni, centrandole solo sulle tematiche legate al clima.
In realtà la parola d’ordine della mobilitazione internazionale era: “peoplenotprofit” (persone, non profitto).
E gli studenti l’hanno saputa valorizzare, rilanciando oltre la denuncia, l’abolizione della modalità scuola-lavoro, che serve solo a fornire ai padroni – sottoforma di stage o tirocinio – forza lavoro gratis, senza alcuna esperienza-formazione-preparazione, col risultato di 3 giovani uccisi per il profitto in soli 9 mesi: Giuliano De Seta 18 anni morto la settimana scorsa, Giuseppe Lenoci 16 anni morto a febbraio e Lorenzo Parelli 18 anni morto a gennaio.
Tra i giornali sommersi dai temi elettorali e super impegnati a spingere la gente a votare, pochi hanno dato l’importanza che la giornata degli studenti meritava. Oppure si sono limitati a darne notizia negli inserti regionali.
Alcuni come il Fatto Quotidiano, ne ha pur dato notizia ma dedicandovi molto meno spazio delle 2 paginate in cui, almeno una ventina tra i suoi redattori e giornalisti spiegavano perché e per chi votare.
Il corteo di Milano stimato in 10 mila partecipanti, aveva nel suo percorso la sede di Assolombarda, (la Confindustria della Lombardia). Qui il corteo con lo striscione – “Per ogni vittima contro un sistema colpevole”- si è fermato osservando un minuto di silenzio e puntando il dito contro i padroni e il loro governo, per la morte dei 3 studenti.
I Collettivi studenteschi assicurano che “Sarà un autunno caldo di scioperi e occupazioni”.
Su uno striscione campeggia la scritta: “Quale voto senza rappresentanza?”.
Capita l’antifona il sindaco di Milano, Sala, scansa l’imbarazzante quesito degli studenti, tagliando per la vecchia scorciatoia dichiara: “Andate a votare così poi potrete lamentarvi”. Chissà se Sala, sull’onda di qualche protesta dovesse trovarsi faccia a faccia con i manifestanti, chiederebbe a ciascuno di loro: “scusi lei ha votato?”.
Fridays for Future nelle ultime settimane, per dimostrare quanto la politica di Palazzo sia lontana dalle sue rivendicazioni/obbiettivi, ha esposto le medesime ai politici italiani, eccone alcune: trasporti locali gratuiti; stop dei voli brevi e privati; conversione di tutto il settore energetico alle fonte rinnovabili; tassa del 100% sugli extraprofitti; riduzione dell’orario di lavoro; salario minimo; isolamento (si presume termico ndr) delle case popolari e delle scuole; energia gratuita per i bisogni primarie delle famiglie; ecc. ecc.
Nelle Marche, decenni di mancati interventi sul territorio, (come del resto un po’ ovunque), hanno trasformato la “bomba d’acqua” della settimana scorsa, in un alluvione con il disastro che ne è seguito. Questo ha spinto i manifestanti di Ancona a gettare contenitori di fango contro il palazzo della Regione, e Francesco un giovane di 18 anni si è così espresso: “Il problema è che tutti i partiti fanno parte del sistema, mentre noi vogliamo sovvertirlo”.
Saluti Oxervator.
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