I riders spinti dai tempi stretti delle consegne corrono per quattro soldi da una parte all’altra della città e muoiono investiti nel traffico. I dati ufficiali parlano di 15 morti dal 2018, l’economia è nuova ma la sua funzione non cambia: arricchire la proprietà
Caro Operai Contro, domenica 16 ottobre 2022 a Livorno un Rider di 39 anni impegnato col suo motorino nel lavoro di frenetiche consegne, disposte dalla piattaforma delivery per la quale lavora, subisce un infortunio che gli procura fra i vari traumi, anche la frattura di una gamba per la quale sarà poi operato.
Sabato 22 ottobre a Milano in Piazza 24 Maggio, un altro Rider finisce all’ospedale travolto da una macchina, non si hanno più notizie.
Spesso la notizia di questi infortuni non supera l’ambito locale, neanche quando sono mortali.
Dalle cronache quotidiane sembrava che i Rider morti sul lavoro negli ultimi tempi fossero 3. Invece si contano almeno 15 ragazzi morti sul lavoro dal marzo 2018 ad oggi, in questo “ramo” di quella che viene definita la “gig economy”.
Così riporta il quotidiano Domani del 6 ottobre 2022.
“Almeno” 7 i decessi da marzo 2018 al 25 ottobre 2019. Nel 2020 non ce ne sarebbero stati per il calo complessivo del traffico durante la pandemia. “Almeno” 2 nel 2021. “Almeno” 6 nel 2022 e fanno 15.
Doveroso premettere “Almeno” perché come per tutte le morti sul lavoro, la statistica ufficiale, tiene conto solo dei dati Inail, ben sapendo che questo Istituto, non considera quindi non conteggia, i morti sul lavoro con altre assicurazioni, e quanti perdono la vita in occupazioni irregolari e in nero, spesso condizioni di ricatto per avere un salario.
Nel caso dei Rider c’è l’aggravante che fra tutte le compagnie food delivery, per le quali sono circa 207 mila a consegnare pasti a domicilio, (altri 362 mila fanno altre consegne o gli autisti, vedi Uber) solo la piattaforma Just Eat ha la copertura assicurativa Inail, avendo stipulato con le rappresentanze sindacali, un regolare contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, inquadrando i Rider nel contratto nazionale Logistica, Trasporti, Merci e Spedizioni. Un contratto con regolare copertura assicurativa dell’Inail, che stabilisce fra l’altro, una paga fissa a prescindere dalle consegne effettuate, e lascia uno spazio residuale al cottimo, per ora.
Tutti gli anni l’Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro, (Osservatorio privato su base volontaria) accerta che gli infortuni mortali sul lavoro sono almeno il 30% in più del dato ufficiale dell’Inail, a riconferma di quanto sia largamente sottostimato il dato ufficiale dell’Inail dei morti sul lavoro.
Sebastian Galassi è l’ultimo Rider morto, aveva 26 anni. Il 2 ottobre investito da un suv mentre con il suo scooter per conto del padrone Glovo andava a fare una consegna.
I giornali hanno denunciato che il giorno dopo la sua morte, i genitori hanno notato che al suo indirizzo mail, Glovo gli comunicava il licenziamento perché da morto non aveva terminato le consegne.
“Si è trattato di un automatismo del computer”, si è scusata Glovo.
Ciò che invece non è “scusabile” perché l’automatismo tecnologico non centra proprio niente, è il sangue freddo della mentaltà produttivistica del signor Mario Castagna, responsabile delle relazioni esterne, il quale sapendo benissimo dei contratti a cottimo di Glovo arriva a dire: “Nessun algoritmo incentiva la velocità. Il guadagno non dipende dalla velocità in alcun modo”.
La stragrande maggioranza dei Rider ha un contratto di lavoro miserabile. Ed ora dopo Sebastian Galassi morto sul lavoro a 26 anni, si trovano pure il suo responsabile che rinnega la funzione forcaiola del cottimo e quella non meno innaturale dell’algoritmo. Sistemi che i “facenti funzione” del padrone come il signor Mario Castagna, usano per mandare allo sbaraglio i Rider sulle strade.
Bisogna che ogni Rider, ogni Operaio in ogni posto di lavoro, si impegni con i propri compagni di lavoro, per salvaguardare la propria pelle e contrastare quotidianamente la brutalità dello sfruttamento capitalistico.
Saluti Oxervator.
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