Sulla politica salariale i dirigenti sindacali hanno fallito su tutta la linea. Si sono nascosti da sempre dietro i dati ISTAT, sapendo che sono ben lontani dalla realtà.
Hanno chiesto sempre meno del reale recupero salariale ed ottenuto ancora meno. I nostri salari sono i più bassi in Europa e fermi da almeno 20 anni.
La storia si ripete oggi per gli operai di Stellantis Italia, la richiesta dei sindacati “accreditati”, FIM, UILM, FISMIC, UGL e AQCF, è attorno all’8% per il 2023 a fronte ad un aumento dei prezzi dei generi che entrano nel consumo operaio che a fine 2022 sarà del 20%. Più del doppio della richiesta. La FIOM non può fare la grande cercando di distinguersi, ha rinnovato i contratti nazionali con gli stessi compari ben sotto l’inflazione reale.
Stellantis ha fatto profitti per decine di miliardi. Ora per quale sottomissione congenita di sindacalisti compromessi non si può far sborsare agli azionisti degli aumenti salariali per recuperare l’inflazione reale dopo anni di sacrifici, di bassi salari e di miseria da cassa integrazione?
Ora la questione si pone in questi termini, o seguiamo in silenzio la linea dei sindacalisti collaborazionisti e andiamo a prenderci la miseria che concorderanno, finendo più miseri di quello che siamo oggi o imbocchiamo la strada tracciata in Francia da altri operai di Stellantis come noi. A fronte del vorticoso aumento dei prezzi, hanno iniziato gli scioperi senza aspettare nessuno, a produzione ferma hanno fatto sapere che volevano forti aumenti salariali. I sindacalisti esterni han dovuto correre per sostenere gli scioperi già in atto e tentare di controllarli, la direzione ha dovuto concedere subito dei bonus per riavviare e normalizzare la produzione. Gli operai avranno questi soldi nella busta paga di ottobre ma sono ancora sul piede di guerra, vogliono un recupero salariale pieno e completo.
I salari sono così ridotti dall’aumento dei prezzi, mai visto in questi ultimi anni, che la lotta per il recupero salariale ha bisogno di un potente salto in avanti.
La contrattazione sulle briciole non regge più.
I soldi ci servono subito, le lungaggini delle trattative mentre l’inflazione galoppa colpisce gli operai e favorisce i padroni.
Siamo nel pieno dell’aumento dei prezzi e questo anno non può essere coperto dal solito misero una tantum. Ai francesi Stellantis ha dato in media un bonus di 1.400 € anche se gli operai contestano che non è sufficiente.
La richiesta dell’aumento mensile non deve essere inferiore a 400 euro se si vuol salvaguardare un minimo il potere d’acquisto dei salari.
Certo che con questi dirigenti sindacali, con i loro gregari in fabbrica, una politica salariale di questo tipo è inconcepibile, ma se siamo noi operai a muoverci per primi saranno i sindacalisti e i dirigenti Stellantis a doverci correre dietro, a misurarsi con le nostre richieste, a scoprire che non siamo più disposti ad accontentarci delle briciole che cadono dal tavolo degli azionisti.
PARTITO OPERAIO
24/10/2022 – Sesto San Giovanni (MI), via G. Matteotti 496
PER CONTATTI: [email protected]
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