Sul sabato di recupero tutta la congrega di Fim-Uilm-Fimsic-Uglm e Aqcf corre ai ripari con un comunicato di critica mentre l’azienda rinuncia alla comandata. La gestione dei recuperi è così fuori regola ed oltraggiosa che gli operai sono stanchi di subirla. I sindacalisti firmatutto devono intervenire facendo finta di opporsi prima che una reazione operaia travolga loro e la gerarchia di fabbrica, che pensa di essere onnipotente.
Mercoledì mattina, sette dicembre, alla Stellantis di Pomigliano, i team leader comunicano agli operai della Panda che il sabato successivo, 10 dicembre, sarebbe avvenuto il recupero produttivo della giornata lavorativa perduta il 28 marzo, più di otto mesi prima.
La FIOM non ha espresso ufficialmente parola, sembra perché gli operai non avevano scioperato con lei il sabato precedente, cosa non completamente vera, visto che l’azienda era stata costretta, per contenere le perdite produttive, a mettere i capi a lavorare e a utilizzare, in straordinario, un certo numero di operai crumiri della Tonale.
Tra gli operai il malumore era però alto. Tanto che i sindacati firmatutto, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf, sono stati costretti a puntare i piedi per terra; prima, mercoledì pomeriggio, con un comunicato ambiguo in cui affermavano che gli operai non dovevano andare a lavorare, senza altra indicazione; poi, con un comunicato del 9 dicembre, dove specificavano esplicitamente che “i lavoratori non sono tenuti ad effettuare il sabato di recupero, perché la comunicazione non è stata eseguita secondo le norme previste dal CCLS”.
L’azienda prende atto che non esistono più le condizioni del recupero o, volendo malignare, non ne aveva più tanto bisogno, e comunica ai firmatutto l’annullamento del sabato di recupero.
Di fronte alle critiche operaie di essere dei servi dell’azienda, i firmatutto danno così l’impressione che di fronte all’azienda gli unici che hanno la possibilità di incidere sulle scelte aziendali sono loro. La FIOM ne esce malconcia per limiti propri: invece di insistere con l’opposizione alle scelte aziendali e preparare lo sciopero per sabato, si è ritirata senza parole.
Ma è tutto un teatrino.
Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf si appigliano al fatto che la “comunicazione non è stata eseguita secondo le norme previste”, ma non mettono in discussione la deroga al CCLS che ha concesso all’azienda, con un accordo che non è mai stato reso pubblico, di poter recuperare giornate lavorative oltre i sei mesi stabiliti dal contratto. Perché questa è la questione fondamentale: le giornate di lavoro perse oltre sei mesi fa, per lo stesso CCSL, e per diverse sentenze della magistratura, gli operai non sono obbligati a recuperarle.
Al riguardo richiamiamo l’articolo “Un regime giuridico speciale” del 13 novembre su Operai Contro dove viene ben spiegata la questione.
Ora fanno il muso duro sui recuperi perché con il rinnovo del prossimo contratto che stanno discutendo qualcosa agli operai la devono portare oltre ai quattro soldi di aumento e al peggioramento delle condizioni di lavoro.
Ficco, segretario nazionale della UILM, infatti, sul contratto dichiara: ”Resta un forte dissenso sui recuperi produttivi … poiché la carenza di microchip … ha generato un accumulo difficilmente giustificabile di giornate da recuperare”.
Ficco sulle trattative per il rinnovo del contratto, sia detto per inciso, non parla neanche più di soldi. Gli operai francesi di Stellantis hanno già ottenuto con gli scioperi spontanei un bonus un mese fa. Gli operai italiani aspettano le solite briciole quando le trattative si chiuderanno.
I firmatutto sanno che sarà un contratto a perdere per gli aumenti salariali limitati e per l’ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro, che Stellantis sta già attuando, e che le trattative sul contratto dovranno ufficializzare, e allora fanno finta di puntare i piedi sui recuperi.
F. R.
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