Ogni giorno, dal recupero coperto con i PAR collettivi forzati all’aumento dei ritmi di lavoro, si dimostra che la tutela sindacale vale zero. O si muovono gli operai o la sottomissione non conosce limiti.
Per iniziare a raccontare cosa sta succedendo in questi giorni, voglio fare un passo indietro, alle elezioni delle RSA di ottobre scorso, in cui “gentaglia” è stata rieletta nuovamente permettendo loro di continuare a fare i propri porci comodi ai danni degli stessi operai, che però li hanno riconfermati col voto di massa.
I loro porci comodi perché, pur di supplicare l’azienda di NON FARLI LAVORARE, sono, coi loro vertici sindacali chiaramente, pronti a sottoscrivere qualsiasi cosa ai danni degli operai.
Effettivamente, molti di questi operai, col voto, si sono dichiarati SCHIAVI, amanti addirittura del loro stesso carnefice. Assurdo!
Iniziamo dalla farsa che denunciamo da mesi, della giornata di recupero di sabato in deroga dal CCSL. Alla fine saremo sempre noi operai a pagarla. Infatti sarà coperta con un PAR collettivo. Era già chiaro che tutta questa sceneggiata serviva a preparare il terreno per condizioni ancora peggiori. Infatti i “bidelli” (i firmatari) hanno concesso all’azienda per il prossimo rinnovo contrattuale, ben un anno di tempo per recuperare un eventuale sabato di recupero. Ah! certo, ben retribuito con 27,50 € lorde, ben 2,5 € in più della miseria di prima!
In questi ultimi giorni, prima di Natale stiamo assistendo ad una discesa profonda verso il baratro totale ed il tutto col benestare di tutti i sindacati; ormai non vi è più distinzione.
Nel giro di 10 giorni circa è stato annunciato un aumento di produzione da 345 auto a turno a 375 auto a turno; rigorosamente sempre con lo stesso numero di operai a lavorare; rigorosamente sempre peggiorando le condizioni di lavoro; e purtroppo inevitabilmente rendendoci sempre più schiavi. Non in molti, ma ho notato sguardi persi nel vuoto, rassegnati, consapevoli del fatto che ormai la tutela non esiste più. Ecco, obiettivo raggiunto anche se oggi è solo la conferma che l’azienda fa quello che vuole, incontrastata, perché ormai il sindacato, “bidello” o “finto rivoluzionario” che si tratti, non serve a niente e non fa nulla. Per questi ultimi l’unica cosa da portare a casa è la salvaguardia del proprio sedere.
Il rinnovo contrattuale ci sarà senza se e senza ma, tutte le richieste aziendali saranno accettate, ma già stanno annunciando grandi successi: sicuramente all’inizio dell’anno nuovo si avranno due turni sulla Tonale; un solo turno sulla Panda; colleghi che arriveranno in trasferta; non si sa se finirà la cassa integrazione; non sappiamo gli RCL (operai con ridotte capacità lavorative, conseguenza inevitabile dei ritmi di lavoro infernali di questi anni) che fine faranno… Insomma per loro, padroni e sindacato, il futuro è roseo, per noi schiavi lo vedo sempre più nero ammenoché iniziamo ad alzare la testa contro i nostri carnefici.
PILONE, operaio Stellantis di Pomigliano d’Arco
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