Mentre monta la campagna sulla pericolosità del vino l’INAIL fornisce l’elenco degli agenti cancerogeni usati nell’industria e nell’agricoltura. Non c’è dubbio su ciò che avvelena veramente chi lavora. Ai santoni della medicina conviene non parlarne.
È estremamente vero il vino fa proprio male. Ma anche le sigarette fanno male e gli insaccati non sono da meno. Lo stesso vale per la carne, rossa o bianca che sia. La crociata che vari luminari della medicina hanno cominciato ad intraprendere però non tocca la vera questione di chi e come le malattie colpiscono nella popolazione.
Gli operai, i braccianti ed il popolo a basso reddito è costretto, per ragioni di bilancio famigliare, a comperare alimenti di bassa qualità e di basso prezzo e, appunto, più il prezzo è basso più gli elementi inquinanti e cancerogeni sono impiegati nella loro produzione industriale. Le malattie colpiscono in modo differente le diverse classi sociali.
Gli operai, ad esempio, costretti dalla produzione industriale e della loro alimentazione quotidiana a venire a contatto con elementi chimici incontrollati, sono quelli che subiscono più di tutte le altri classi la mannaia delle malattie più o meno invalidanti che provocano anzitempo la loro morte.
A questo proposito, l’Istituto Superiore della Sanità in un recente monitoraggio ha denunciato nel 2022 che in Italia ogni giorno in media sono 48 le persone che muoiono a causa dell’alcol; oltre 17.000 ogni anno.
Un dato che in se non dice un gran che perché la ricerca prende in considerazione i decessi in numero assoluto non dividendoli per consumo di alcool per classi sociali.
Andando indietro nel tempo, però, una vicenda che ebbe inizio nel 1986 potrebbe dare un indizio rivelatore di come l’alcool colpiva e colpisce per condizione sociale.
In quell’anno, per la solita logica del profitto, dei produttori di vino di basso livello e di molto smercio, per aumentare il grado alcolico del vino, avevano aggiunto dosi elevate di metanolo provocando decessi, cecità e danni neurologici, avvelenando poveri operai e pensionati consumatori di vino di poco costo è di bassissima qualità.
Facendo una comparazione tra i dati forniti dall’istituto superiore della sanità sull’abuso dell’alcol, ci si accorge però che, nel calderone dei numeri il Ministero si guarda bene dal menzionare quanti di queste vittime siano operai pensionati ed i poveri che, per sopportare le miserie dello sfruttamento capitalista affogano nel vino le loro vite. In un vino di cattiva qualità. Mentre l’istituto superiore della sanità dà un dato ben preciso per le morti correlate all’abuso di alcool, non capendo bene come facciano a calcolarli, i dati per le morti bianche da lavoro provocate dalle malattie professionali, invece, non vengono mai evidenziati con precisione.
Nei primi 10 mesi del 2022 le denunce per malattie professionali risultano essere state 41.278 nell’industria e 8.298 nell’agricoltura, mentre invece il numero degli infortuni sul lavoro denunciati sono passati dai 339.466 casi del 2021 ai 452.566 del 2022 nell’industria e nei servizi, mentre in Agricoltura sono stati 19.651. Quanti di questi malati ed infortunati non arriveranno alla pensione di vecchiaia non è dato di sapere.
Senza calcolare l’esposizione all’amianto che provoca, oltre alla morte, una serie di spaventose patologie, in generale le sostanze con cui vengono a contatto gli operai nella produzione di qualsiasi merce, si rivelano essere dei veri e propri killer micidiali. Poco importa al padrone la pericolosità di queste sostanze, l’importante è che costino poco.
L’Inail ha pubblicato sul proprio sito un quadro riassuntivo di quali siano gli agenti cancerogeni presenti nella produzione industriale e nell’agricoltura. Ad esempio l’arsenico che viene impiegato nella produzione di pesticidi e nella produzione di vetri speciali. I composti del cromo (VI) che vengono usati nella concia delle pelli, nelle vernici, nella saldatura di acciaio inox, nella tessitura dei tessuti, ecc.
Una tabella interessantissima che resterà sulla carta, dovrebbe invece avere una diffusione capillare e una lettura approfondita da parte dei luminari che sproloquiano quotidianamente pur di apparire in tv e farsi belli con stupidaggini sul generico consumo di un bicchiere di vino.
Certo che affrontare pubblicamente le cause delle morti operaie, sia sul lavoro, che nelle malattie che li portano lentamente alla fine non è di moda, non fa scalpore come denunciare l’uso del vino. Questi sapientoni della scienza medica ad uso strumentale, preferiscono parlare in generale dei pericoli per la salute pubblica come un qualcosa che non riguarda la condizione sociale delle diverse classi. Gli operai si avvelenano con l’amianto, l’arsenico, col cromo prima di avvelenarsi con un bicchiere di vino di bassa qualità.
D. C.
Comments Closed