Non c’è nessuna emergenza migranti, c’è solo un governo che aveva promesso ai suoi sostenitori razzisti che gli sbarchi sarebbero stati bloccati ed ha fallito. I padroni hanno bisogno di 500 mila schiavi e bisogna farglieli arrivare addestrati e selezionati.
Caro Operai Contro, la dichiarazione dell’ “emergenza nazionale” per ora di 6 mesi, per fronteggiare una situazione che dovrebbe rientrare nella quotidianità – una gestione finalmente dignitosa dei migranti- è la riprova che il governo Meloni non ha e non vuole dotarsi di una politica dell’accoglienza. Che non vuole solo dire, smetterla di sabotare gli arrivi e gli sbarchi, ma considerare e trattare realmente i migranti al pari degli autoctoni. La risposta ai problemi degli uni e degli altri, sta nel trovare insieme la forza per incalzare con la lotta, i padroni e il loro governo, pretendendo risposte alle vere emergenze, che il governo Meloni non vuole neanche riconoscere, quali, ad esempio: salari da fame con l’Italia fanalino di coda dei paesi industrializzati; 3 milioni di contratti precari; 6 milioni di poveri assoluti; 11 milioni poveri relativi; sanità allo sbando mentre i ricchi si curano ecc.
Non c’è nessuna invasione né numerica, né di aggressione dei migranti, che giustifichi una “emergenza nazionale”, bensì c’è caos creato dal governo Meloni, con nuove norme nei soccorsi in mare, nei porti di sbarco, nelle destinazioni improbabili, mandando in tilt le conseguenti operazioni di gestione e smistamento degli arrivi.
Purtroppo una vera emergenza nazionale per lo più criminogena, è il mancato soccorso ai naufraghi morti in mare. Dall’inizio del 2023 ad oggi, i morti naufraghi nel Mar Mediterraneo sono già 576, di questi ben 494, cioè l’85%, lungo la rotta centrale che porta in Italia.
La demagogia esibita in campagna elettorale dai partiti del centrodestra, si è concretizzata in un vero boomerang per il loro governo. A cominciare dal delirio dei promessi “blocchi navali”, un totale specchietto per le allodole per coprire la realtà di centinaia di morti naufragati, oltre questo, una doppia sconfitta per la Meloni che ha visto più che raddoppiati gli sbarchi.
Ed ora da questi risultati il governo Meloni parte, inventandosi una “emergenza nazionale”, puntando su almeno tre risultati: 1, organizzare velocemente i rimpatri con accordi (e all’occorrenza soldi) con i governi dei paesi di provenienza dei migranti; 2, altre misure come quelle che vediamo qui sotto, che consentano di tenere ancora di più i migranti sotto schiaffo, per fornire forza lavoro ricattabile, in soccorso alla domanda di almeno 500 mila migranti, cifra indicata dal ministro dell’Agricoltura Lollobrigida; 3, usare una “emergenza nazionale” totalmente inventata, tentando di offuscare le vere emergenze, indicate sopra come esempio.
Dall’insediamento del governo Meloni 21-10-22 al’11 aprile 2023, gli sbarchi complessivi sono stati 59.509 a fronte dei 23.901 dello stesso periodo dell’anno precedente. Insomma 35.608 immigrati, più un numero di gran lunga più basso di quanti arrivano per altre vie, sono bastati al governo Meloni per dichiarare un “emergenza nazionale”. In uno Stato che conta 59 milioni di abitanti, nel quale tra l’altro, le aziende dell’agricoltura, dell’industria, dei servizi, cercano come hanno dichiarato almeno 500 mila lavoratori. Fermo restando che la libera circolazione delle persone, non deve essere subordinata all’imposizione di un lavoro, come invece avviene dal 2002 con la legge Bossi-Fini, mai messa in discussione dai governi venuti dopo. Una legge che si può ben definire, dei negrieri del capitalismo maturo.
L’operazione “emergenza nazionale” sarà coordinata da un Commissario, a far da parafulmine alle responsabilità del ministro dell’Interno Piantedosi. Supportata con un primo stanziamento di 5 milioni di euro per velocizzazione i rimpatri. Altri denari sono disponibili dal fondo per le calamità naturali, sempre aperto per le “emergenze”.
Con il decreto Cutro sono previsti nuovi centri di permanenza e rimpatrio (Cpr), almeno uno per ogni regione, dove i migranti vengono trattenuti come carcerati, condizioni spesso denunciate dalle Associazioni che si battono contro la violazione dei diritti dei reclusi.
A tentare di sveltire le operazioni c’è anche il fatto che con “l’emergenza nazionale”, saltano le gare europee e le procedure per il noleggio di charter e navi per rimpatriare i migranti nel paese di provenienza, sempre per favorire economicamente parenti ed amici. Mentre è allo studio del governo, l’abolizione o la riduzione ai minimi termini, della “protezione speciale”, lo status riconosciuto a quanti pur non rientrando nella categoria dei “rifugiati politici”, né in quella della “protezione sussidiaria” prevista dalla Ue, non possono essere rimpatriati in paesi dove si pratica palesemente la tortura. Approvato anche un emendamento che riduce a un anno i permessi per motivi di studio, di lavoro, o per esigenze sanitarie. Più difficoltà anche per i permessi ai minori non accompagnati.
Ma i Cpr costituiscono anche un passaggio dal quale, per i mancati accordi con i governi dei paesi di provenienza, migliaia di migranti non rimpatriati, vengono illegalmente trattenuti. I dati di una relazione della Corte dei conti pubblicati a maggio del 2022, dicono che nel 2021 dai Cpr sono transitati 5.174 migranti, meno della metà di loro è stata effettivamente rimpatriata: “per gli altri si tratta di una privazione della libertà ingiustificata”.
Non va meglio per i 44.243 migranti che sempre nel 2021, sono passati dagli hotspot, ottenendo permessi provvisori che alla scadenza, per non ripiombare nella clandestinità, saranno costretti ad accettare contratti di lavoro a qualunque condizione.
“Noi quest’anno lavoreremo per far entrare legalmente quasi 500mila immigrati”, ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. Ma il decreto flussi 2023 ha fissato una quota massima di 82.705 ingressi, di cui 44 mila per lavori stagionali. Ne mancano più di 400 mila per arrivare al numero indicato da Lollobrigida. Dietro “l’emergenza nazionale”, arriveranno spinti dalla disperazione i mancanti, e i padroni potranno occuparli a prezzi e condizioni miserabili, “i clandestini” sono fantasmi ed ai fantasmi non si applicano nè contratti né diritti, sono invisibili.
Saluti Oxervator.
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