Volantino del Partito Operaio distribuito allo stabilimento Stellantis di Pomigliano al cambio turno del 17 maggio 2023
Un operaio Stellantis di Pomigliano che ha fatto due conti, ha calcolato che l’azienda con gli scioperi di questi giorni, ha perso la produzione di 1278 Panda e di 550 Tonale. In soldi, ha perso circa 14.000.000 di euro sulla Panda e circa 17.000.000 di euro sulla Tonale: 31.000.000 di euro per due giorni e mezzo di sciopero, concentrato principalmente sulla Panda, a cui ha partecipato solo una minoranza degli operai della Tonale, altrimenti la cifra sarebbe almeno raddoppiata.
Un operaio di Stellantis Pomigliano che ha partecipato alla lotta dal primo sciopero, quello di mercoledì, ha perso 8 ore mercoledì, 8 ore giovedì e 2 ore venerdì e lunedì, un’ora in più quelli che hanno protestato contro la provocazione dell’azienda per il corteo in Lastratura. Circa 20 ore di sciopero con una perdita per chi ha partecipato a tutte le fermate di circa 170 euro.
I 31.000.000 di euro che azionisti e dirigenti Stellantis avrebbero guadagnato grazie al nostro lavoro, li hanno persi per sempre. E non potranno mai più recuperare le auto che non abbiamo prodotto in questi giorni.
Questa è la forza dello sciopero. Per questo i padroni lo temono come i religiosi temono il diavolo.
Il silenzio dell’azienda di questi giorni non era indifferenza, ma paura che gli scioperi non si fermassero se mostrava cedimenti.
Ma i segni di nervosismo c’erano tutti. I tentativi truffaldini di salvare la produzione della Tonale; l’attività disfattista sottobanco dei sindacalisti al suo servizio; la presenza di avvocati e massimi dirigenti nei luoghi e momenti importanti della protesta per cercare di intimidire.
Con il perdurare di queste perdite, Stellantis sarà costretta a venire a più miti consigli. Sarà costretta a cedere sull’aumento delle cadenze, a trattare su ritmi, salari, sicurezza, riduzione della cassa integrazione e equa rotazione, igiene dei locali di lavoro, a smetterla con le persecuzioni contro gli rcl, ecc.
Se riusciamo a spuntarla dipende da noi operai.
La nostra arma è lo sciopero. Possiamo trovare il modo di perderci il meno possibile noi e creare più perdite possibili per l’azienda, riducendo le ore di sciopero ma bloccando i reparti più strategici per esempio, ma non dobbiamo fermare gli scioperi, o peggio, sostituirli con inutili processioni fuori dalla fabbrica.
La sospensione dello sciopero da parte della Fiom non è certo un buon segnale.
Questa partita si gioca qui, nello stabilimento, non fuori. Gli scioperi devono riprendere e continuare.
Con i soldi che perde, l’azienda sarà costretta a cedere.
PARTITO OPERAIO
PER CONTATTI: [email protected]Fotocopiato in proprio, 16/05/2023 Sesto San Giovanni (MI)
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