IL “TREND POSITIVO” CON I SALARI DA FAME

Tutto si riduce a propaganda, con i film Luce del fascismo si presentava una realtà completamente rovesciata, la ministra Calderone continua la tradizione: più assunzioni, salari più alti, inflazione in calo...
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Tutto si riduce a propaganda, con i film Luce del fascismo si presentava una realtà completamente rovesciata, la ministra Calderone continua la tradizione: più assunzioni, salari più alti, inflazione in calo…


 

Caro Operai Contro, la ministra del Lavoro Calderone, ha annunciato che ” si sta radicando un trend positivo”. Perché in Italia fra marzo e aprile, sono stati creati 40 Mila posti di lavoro nel turismo e 60 Mila negli altri settori a cominciare dai servizi.
In totale 100 Mila posti di lavoro che purtroppo saranno per la maggior parte a tempo determinato. Come dicono i dati del 2022, quando complessivamente le assunzioni per tipologia contrattuale sono state 8.112.579, ma solo il 17,04  per cento di queste, erano a tempo indeterminato. (Dati Inps).
Nel suo annuncio la ministra non perde occasione per discriminare la forza lavoro immigrata, ricordando che la priorità del governo “è investire sulla piena occupazione dei nostri residenti, degli italiani” e solo dopo i migranti.
Nel ” trend produttivo ” della ministra Calderone, non è contemplato l’aumento dei salari che come è noto, in Italia sono giù in fondo, sotto la linea dello zero, dei 38 paesi dell’OCSE, ( Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).
Un “trend positivo” quindi, con salari da fame, dopo che il governo Meloni ha ufficialmente respinto l’invito dell’Ue, a introdurre anche in Italia il salario minimo legale e non prende in considerazione misure per l’aggancio del salario al pesante carovita.
Non potendo negare il problema salariale, la ministra tenta di cavarsela suggerendo di valorizzare i contratti aziendali e territoriali, anche per compensare, sostiene, le diversità territoriali del carovita. Insomma una subdola e malcelata riproposizione delle gabbie salariali.
In questo modo il governo Meloni, pretende di darci da bere una realtà a testa in giù. La compensazione delle differenze territoriali del carovita, se mai ci fossero, si risolverebbe con una riduzione dei salari corrispondente a queste differenze.
Tanto più è scandaloso che il governo Meloni, solerte nell’abolire il reddito di cittadinanza, nel riattivare i voucher e nell’inasprire i contratti a termine, usa questo divario per quanto sostanzialmente inesistente, come un oggettivo prodotto economico per svuotare i contratti nazionali che si fondano su salari uguali da Torino a Palermo e dare centralità ai contratti locali dove per “l’imprenditore” è più agevole puntare al ribasso.
Quanto a risollevare i salari attraverso i contratti di secondo livello (aziendali e territoriali) sono proprio i dati di Confindustria a mettere in chiaro che a febbraio 2023, questi contratti erano complessivamente 7.650 e riguardano 2.542.000 fra operai e dipendenti.
Sono così suddivisi: 6.937 contratti aziendali per 1.648.000 laboratori e 713 contratti territoriali per 894 Mila lavoratori, in particolare 4.667 prevedono misura di welfare aziendale.
Il valore medio annuo welfare compreso, per ogni dipendente è di 1.643 euro lordi per i contratti aziendali, e 578 euro per i contratti territoriali. (Sole 24 ore 26-2-23).
Per i contratti atipici le somme si riducono in proporzione alla loro durata. Toccano solo 2.542.000 operai e dipendenti, su un totale di quasi 18 milioni.
Quelli della Calderone sono argomenti maldestramente usati come fumus, per giustificare l’operato del governo.
Saluti Oxervator.

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