“ANCHE L’ANSA DIMEZZA I MORTI SUL LAVORO …”

L’Osservatorio Nazionale di Bologna segnala che anche l’ANSA dimezza i morti sul lavoro, nel solo giorno del 25 sono 9 e non 5 come la raccontano. Questa strage è il risultato del “lasciar fare” che governo e sindacati collaborativi garantiscono a padroni grandi e piccoli.
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L’Osservatorio Nazionale di Bologna segnala che anche l’ANSA dimezza i morti sul lavoro, nel solo giorno del 25 sono 9 e non 5 come la raccontano. Questa strage è il risultato del “lasciar fare” che governo e sindacati collaborativi garantiscono a padroni grandi e piccoli.


 

Caro Operai Contro, la stampa locale e nazionale nasconde o nel migliore dei casi ridimensiona il numero dei morti sul lavoro.
Venerdì 26 maggio 2023 dei 9 operai morti sul lavoro in Italia il giorno prima, non vi è alcuna notizia sui giornali. Al massimo in qualche trafiletto si parla di 5 operai deceduti di cui 3 in Lombardia.
L’Osservatorio nazionale di Bologna il 26 maggio segnala che: “Anche l’ANSA dimezza i morti sul lavoro e diffonde quelli che fanno comodo, sono stati 9 i morti ieri, poi altri che stiamo monitorando”.
Di seguito riporta le province degli “infortuni” mortali: Milano, Brescia, Carbonia Iglesias, Monza Brianza, Cosenza, Agrigento, Macerata, Potenza.
Milano capitale della Lombardia e con ciò dei morti sul lavoro, svetta con il Corriere della sera, nell’oscurare le tragedie operaie del giorno prima.
” E’ l’accademia il futuro di Milano”. Così titola l’inserto Milano del Corriere della sera il 26 maggio. Sarà in ossequio al promettente “futuro” che, né in prima pagina né all’interno, né sull’intero giornale che racchiude l’inserto, si trova una parola dei 3 “infortuni” mortali sula lavoro proprio il giorno prima in Lombardia, tantomeno dei 9 in tutta Italia.
Questo un estratto dell’articolo: “In Lombardia ci sono 65 istituzioni accademiche, stesse dimensioni del Portogallo, oltre a 15 università, 26 AFAM, dall’accademia di Brera al Conservatorio e 24 Its Academy. Lo sapevate che le università di Milano, hanno lo stesso numero di iscritti di tutti gli atenei dell’Irlanda? 1 studente su 3 arriva da fuori regione,  l’11 per cento è straniero”.
Evidentemente il Corriere vede che da questa “abbondanza”, uscirà anche la gran parte di quadri e dirigenti che nelle fabbriche e nei posti di lavoro assumeranno il ruolo di garantire al padrone la massima resa produttiva della forza lavoro, che tradotto vuol dire: sfruttamento intensivo, salari da sopravvivenza, infortuni e morti sul lavoro.
Forse per non rovinare il tripudio dell’annunciato “futuro di Milano”, il Corriere ha preferito non dare la notizia dei 9 morti sul lavoro del giorno prima, di cui 3 in Lombardia.
Se “L’accademia è il futuro di Milano”, e sottinteso di tutta la società, senza il lavoro operaio non esisterebbe neanche l’accademia. Viceversa il lavoro manuale esiste ed è connaturato con la nascita dell’uomo.
Nel capitalismo, per la sua classe dominante e i suoi adepti, i morti sul lavoro non contano, si può anche scegliere di ignorarli.
Danno per scontato di poter sempre giostrare la situazione a loro piacimento. Forti del fatto che, per ogni operaio ucciso sul lavoro per il profitto, sono purtroppo tanti quelli che, spinti dalla necessità, possono sostituirli.
La società capovolta in cui viviamo, non potrà reggere tanto. Con le sue ingiustizie ha sedimentato il seme della ribellione che darà i suoi frutti. Per una società dove anche “L’accademia”, sarà al servizio dell’uomo e non del profitto.
Saluti Oxervator.

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