La signora Meloni può convocare tavoli inconcludenti con i sindacati, inventarsi un “osservatorio” per scoprire l’aumento dei prezzi e intanto negare il salario minimo, solo perché ha di fronte o dirigenti sindacali totalmente asserviti o dirigenti sindacali dalle minacce spuntate.
Caro Operai Contro, la capa del governo Meloni prosegue le passerelle internazionali nei convegni a più voci, ma anche tra un capo di Stato e l’altro. Mentre batte cassa in Ue per gli aiuti (alluvioni, Pnrr, ecc.) non perde occasione per inimicarsi (a parte i suoi amici sovranisti) l’Ue stessa, con le sue dichiarazioni che delineano i “fondamentali” del percorso nazional – sovranista che intende proseguire con il suo governo.
Quella della Meloni – conviene ricordarlo – non è solo una proiezione ideale della sua politica, ma la quotidianità del governo che presiede: ostracismo verso i migranti, attacco ai poveri con il colossale taglio dei sussidi, nessun stop ai licenziamenti di massa anche se mascherati con “buone uscite”, peggioramento dei contratti a termine, riedizione dei voucher, spingere al lavoro con salari da fame, azzeramento del fondo affitti per morosi incolpevoli con conseguenti sfratti, e con le buone maniere del manganello, sfratti in tutta Italia negli ambienti studenteschi, per non parlare del giro di vite sui centri sociali; tutto ciò detto in breve.
Nell’ultima sortita sul salario minimo legale, Meloni ha dichiarato che la strada del governo per aumentare i salari è quella del taglio dell’Irpef. Uno sproposito che non ha alcun senso se non quello di confondere le acque. Qualsiasi taglio dell’Irpef non potrà alzare degnamente salari di 4 euro l’ora.
La Meloni pensando di parlare ad una platea di sprovveduti, fa fumus mischiando il salario minimo legale, che il suo governo non vuole introdurre in Italia, con altri tagli dell’Irpef che finora sui salari medi e bassi, hanno portato miserabili aumenti, ben lontani dal recupero del carovita.
Sempre su questa strada nel recente incontro con il sindacato, la Meloni “si è impegnata a convocare tavoli di confronto a palazzo Chigi, a partire dall’inflazione”. Il virgolettato è riferito alla dichiarazione del segretario della Cisl Luigi Sbarra, entusiasta dell’esito dell’incontro, che a dire il vero, ha sostituito con nuova aria fritta, quella vecchia.
E’ da febbraio che la Meloni snobba l’impegno preso con il sindacato per la sicurezza sul lavoro! Mentre gli operai in modo sempre più straziante muoiono sul lavoro per mancanza delle misure di sicurezza! Da quella data anche sul cosiddetto tavolo della previdenza, la Meloni si è data uccel di bosco!
Nel citato ultimo incontro, la Meloni sul tema del carovita ha annunciato al sindacato di voler “istituire a Palazzo Chigi un Osservatorio governativo sul tema del potere d’acquisto: salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, ecc. ecc.”. Forse sta pensando ad una nuova “Carta annonaria per i generi alimentari?”.
Evidentemente la Meloni non si fida dell’Istat e di Eurostat, (per non citare altre fonti) enti statali ed europei. Cara Meloni caso mai siamo noi che non ci dovremmo fidare, quando vediamo i prezzi al supermercato e poi ci dicono che l’inflazione di maggio registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 7,6% su base annua! A meno che con giochi di prestigio del nuovo “Osservatorio”, si voglia fare diventare questi valori ancora più bassi, per negare consistenti aumenti salariali.
O forse si tratta solo di un po’ di megalomania, quando sarà finita la sua stagione al governo, la Meloni pensa che resterà a Palazzo Chigi, “l’Osservatorio” voluto dal suo governo. Un po’ come i cani che a loro modo marcano il proprio passaggio dal territorio.
Intanto il governo prende ancora tempo: operai, precari, poveri e meno abbienti, possono aspettare o deperire, in attesa che “l’Osservatorio” della Meloni metta soldi in busta paga e sussidi decenti ai disoccupati, per far fronte al carovita. Come sempre si rivelerà solo una presa in giro, un percorso per prendere altro tempo lasciando le cose come sono.
Finché sindacalisti come L. Sbarra (Cisl) escono soddisfatti da incontri simili, e finché Cgil e Uil in nome di una “unità”, (ma dei soli vertici sindacali) non chiamano alla lotta, o gli stessi operai ad un certo punto, decidano di farlo in proprio, la Meloni continua indisturbata la sua politica.
Convoca le “parti” a cose fatte per “illustrarvi le nostre proposte ma anche per ascoltare le vostre”. Dopodiché altre promesse di futuri “tavoli” per una nuova puntata della tragica telenovela.
Saluti Oxervator.
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