I nuovi protagonisti della scena sindacale: la CISAL, convocata ripetutamente dal Ministro del Lavoro, ben accolta dalla Meloni, ha sottoscritto un accordo con BRICOFER, i dipendenti passano ad un’altra società con salari inferiori e peggiori condizioni di lavoro senza averli nemmeno consultati.
Caro Operai Contro, qualche giovane operaio si sarà chiesto chi sia e da dove arrivi il sindacato Cisal, incuriosito dal fatto che la Meloni lo convochi puntualmente agli incontri ufficiali con il governo, come i sindacati più conosciuti con larghe adesioni di tesserati.
Più che tante parole, quello che Cisal ha combinato qualche settimana fa in Sardegna, (prima anche altrove) spiega perché questo sindacato piace tanto alla Meloni, da volerlo sempre al tavolo degli incontri con i sindacati.
Bricofer è una catena di negozi di attrezzi e annessi al giardinaggio, presente soprattutto in Sardegna con 70 punti vendita.
I dipendenti avevano il regolare contratto nazionale del commercio, siglato dai sindacati più rappresentativi per numero di iscritti.
A un certo punto il sindacato Cisal, senza consultare i lavoratori Bricofer, ha fatto con il padrone un accordo peggiorativo sia sul piano salariale che normativo, insieme al passaggio dei dipendenti ad un’altra società. Passaggio che presupponeva l’accettazione e la firma dei dipendenti stessi alla nuova società (vera o fittizia che sia).
Fatto sta che da un giorno all’altro, i lavoratori Bricofer si sono trovati davanti al ricatto: o firmi il contratto al ribasso Cisal col passaggio alla nuova società, o automaticamente ti auto licenzi con le tue mani.
Per non finire disoccupati i lavoratori Bricofer sotto il ricatto del “prendere o lasciare”, hanno dovuto accettare il nuovo contratto Cisal e il passaggio sotto la nuova società.
A condizione di lavoro invariate operai e impiegati Bricofer perderanno la quattordicesima e un taglio di oltre 4 mila euro all’anno di salario. Sul piano normativo un taglio di permessi e diritti acquisiti.
La segretaria regionale sarda della Filmcas Cgil, Nella Milazzo fa notare che: “purtroppo, prima ancora che nei punti vendita in Sardegna, quello schema è stato imposto in altre aree d’Italia”.
Evidentemente per la Meloni questi contratti “pirata” valgono come esempi “pilota” nel suo modo di intendere i contratti di lavoro degli operai. Per questo ci tiene che negli incontri con i sindacati sia presente anche la Cisal.
Contratti al ribasso per gli operai, con un’Irpef sempre troppo alta, per compensare il regalo che la Meloni ha fatto con la legge di Bilancio ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, con una flax tax al 15% fino a 85 mila euro annui.
Condizioni capestro per gli operai, per alleviare le “sofferenze” dei commercianti, vessati dal “pizzo di Stato”, come la Meloni ha definito le tasse di questa categoria. E l’Irpef per gli operai non è “pizzo di Stato?”.
Più in generale salari da fame per la forza lavoro attiva, e taglio dei sussidi per i disoccupati, per non disturbare l’accumulazione di ricchezza dei padroni e dei gruppi finanziari. Grazie Meloni!
Saluti Oxervator.
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