11 MORTI SUL LAVORO IN UN SOLO GIORNO

Di fronte a questo dato agghiacciante, le dichiarazioni di Bonomi, presidente di Confindustria, secondo cui solo i padroni pensano alla salute dei lavoratori, sono una inaudita provocazione. Tocca agli operai, seguendo l’esempio degli operai della Stellantis di Pomigliano e della Hi-Lex di Genova, dimostrare che sono solo loro stessi che possono tutelare la loro salute, contro padroni, sindacati collaborazionisti e partiti.
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Di fronte a questo dato agghiacciante, le dichiarazioni di Bonomi, presidente di Confindustria, secondo cui solo i padroni pensano alla salute dei lavoratori, sono una inaudita provocazione. Tocca agli operai, seguendo l’esempio degli operai della Stellantis di Pomigliano e della Hi-Lex di Genova, dimostrare che sono solo loro stessi che possono tutelare la loro salute, contro padroni, sindacati collaborazionisti e partiti.

Caro Operai Contro, complice il caldo, in 4 giorni 23 morti sul lavoro! (dal 18 al 21 luglio compresi). Di questi 11 nel solo giorno del 20 luglio! Come documentato nel sito dell’Osservatorio di Bologna.
Gli operai cadono sul lavoro come mosche, ma i padroni non si sognano di fermare la produzione, anzi tengono invariati ritmi e carichi di lavoro.
Come se non bastasse c’è anche la provocazione del presidente di Confindustria Bonomi. Ha avuto il barbaro coraggio di dichiarare: “Sembra che alla salute dei lavoratori ci pensino solo gli imprenditori”,
sul caldo e i lavoratori continua con queste parole: “Abbiamo subito dato disponibilità a cercare tutte le soluzioni per intervenire su un tema importante. Va affrontato con grande serietà, sul tavolo ci sono molte soluzioni come la Cig e lo smart working”.
Non solo i padroni non fermano la produzione, Bonomi ci prende pure per il culo con le sue ricette: Cig e smart working. La Cig per eventi climatici è già prevista. Lo smart working non c’entra niente, perché riguarda solo chi lavora da casa davanti al computer, e se vuole accendere il condizionatore, deve pure pagarsi la corrente, mentre in ufficio la paga il padrone.
Ma Bonomi va oltre, e così chiude la sua frase: “Noi siamo disponibili al confronto perché riteniamo che la salute dei lavoratori sia un bene da tutelare. In tema di sicurezza abbiamo proposto di fare comitati paritari per intervenire ex ante sugli incidenti. Da tre anni aspetto che legislatore e sindacati rispondano. Perché non si fa? Qual è il problema? Sembra che alla salute ci pensino solo gli imprenditori”.
Da uno che per “tutelare” dal caldo tropicale chi lavora, propone la cig che è già a disposizione basta richiederla; e propone lo smart working per far lavorare da casa gli impiegati, quali risposte dovrebbero dare il “legislatore e il sindacato?”. Lasciamo che siano i lettori a indovinarlo.
I padroni tengono fabbriche e cantieri a pieni giri, Bonomi angosciato per la salute degli operai, dice che occorre un “protocollo urgente”. Analoga la richiesta dei sindacati confederali, i quali sembra abbiano paura a chiedere che i padroni integrino al 100%, il salario per le ore e i giorni di cig, per avverse condizioni climatiche. Cig, che comunque i padroni e Bonomi, demagoghi sulla pelle degli operai, non hanno finora richiesto.
Il governo Meloni, convocate le parti venerdì 21 luglio per decidere misure urgenti, ha rinviato la riunione al martedì successivo 25 luglio. In quest’ultima data ha respinto la proposta sindacale di sospendere il lavoro a 32 gradi di temperatura, non ha deciso nulla e neanche è stato fissato un prossimo incontro. Nessuna fretta, sono tanti gli operai da mandare al macello, consumandoli un po’ alla volta giorno per giorno, oppure in un colpo solo con gli “infortuni” mortali, compresi quelli con la complicità del caldo. Ci sono pure i disoccupati come esercito di riserva.
Si capiva che la sospensione per un weekend lungo era una scusa per prendere tempo. Anche se la Meloni aveva già altri impegni, non c’era un ministro e una delegazione per proseguire l’incontro con sindacati e Confindustria?
Prendono tempo, aspettano che prima o poi i temporali spezzino il caldo torrido che, insieme a ritmi e carichi di lavoro, uccidono gli operai con una frequenza impressionante.
Purtroppo la paura di essere discriminati e finire sulla lista “nera” del padrone frena la decisione di tanti operai nel rifiutarsi di lavorare in certe condizioni.
Invece si può e si deve fare! Ne va della nostra vita!
L’esempio, come qui riportato nell’articolo del 19 luglio, viene dagli operai Stellantis di Pomigliano, che da soli hanno preso la decisione di abbandonare i reparti.
Bisogna farlo! Prendere l’iniziativa come operai se il sindacato non ci arriva, cincischia o è compromesso, oppure in diverse aziende non c’è.
Nella scia degli operai Stellantis, anche gli operai della Hi-Lex di Genova, sono scesi in sciopero perché l’azienda spegne i condizionatori e si rifiuta di accenderli, anche nelle ultime 3 ore del turno.
Unirsi e contare sulle proprie forze per difendere la propria pelle, lottando contro lo sfruttamento, i padroni e il governo.
Saluti Oxervator.

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