SOFFIANDO SUL FUOCO

Il governo con la coscienza sporca di aver rubato ai poveri l’ultima elemosina accusa chi denuncia il fatto di soffiare sul fuoco. Ha paura che la rabbia individuale diventi rivolta collettiva, ed è li che dobbiamo andare.
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Il governo con la coscienza sporca di aver rubato ai poveri l’ultima elemosina accusa chi denuncia il fatto di soffiare sul fuoco. Ha paura che la rabbia individuale diventi rivolta collettiva, ed è li che dobbiamo andare.

“Domanda di Rdc sospesa come previsto dall’articolo 13 del DL 48/2023 conv. Legge 85/2023. In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali” con questo testo l’Inps ha comunicato la sospensione del reddito di cittadinanza a 169.000 percettori mentre tra agosto e settembre si aggiungeranno altre 80mila nuove famiglie per scadenza dei sette mesi concessi. Il laconico sms del governo è l’effetto della manovra di bilancio del governo Meloni. Una purga, una mazzata durissima per gli strati più poveri della società. Il taglio del reddito di cittadinanza è diventato operativo. La comunicazione ha creato scompiglio e agitazione, ma i rappresentanti del ceto medio al governo tirano un sospiro di sollievo di fronte alle reazioni contenute (per ora) dei poveri.
Le strutture che devono prendere in carico gli orfani del reddito sono disorientate, mentre la piattaforma Siisl, (sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa) per la gestione della formazione e collocamento, che dovrà assegnare l’elemosina di 350 euro a chi dovrà essere “formato” al lavoro, ancora non deve essere avviata. Il ministero del lavoro rassicura, ma le regioni sono perplesse e hanno molti dubbi sulla non conoscenza dell’operatività della piattaforma e soprattutto sulla capacità dei centri per l’impiego di far fronte ai nuovi adempimenti e per la mancanza in alcuni territori di personale. Polemica politica, minoranza che attacca maggioranza e ognuno si spende la questione reddito a modo suo, dove il Pd dimentica che è stato sempre contro il reddito di cittadinanza. Tutti uniti nel fare sceneggiate in Parlamento, ma nessun tentativo serio di organizzare il malcontento nelle piazze. Intanto molte famiglie rischiano di restare senza un sussidio nella transizione anche se la ministra Calderone ha assicurato che a settembre il sostegno alla formazione partirà anche senza corsi dimostrando, laddove ce ne fosse bisogno, l’inutilità dei corsi e che i 350 euro sono un contentino per tenere buono chi ha perso il reddito.
Ma tutto questo era già in conto. Far finta di trovare soluzioni alla povertà dilagante, ma eliminando gli sprechi per i “divanisti”. Ora i furbetti, dicono quelli del centrodestra, avranno uno stimolo a cercare lavoro e finiranno di essere dei parassiti sociali.
Il governo ha coniato il termine occupabili, la fascia di età compresa tra i 18 e i 59 anni, cioè famiglie senza minori, disabili o over 60, e ha stimato che siano almeno 112.000. Il sostegno alternativo al reddito di cittadinanza, può durare massimo sette mesi mentre il supporto alla formazione e al lavoro di 350 euro mensili si percepirà per un massimo di 12 mesi (non rinnovabili) e solo mentre si frequentano corsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale. Dopo di che il vuoto.
L’obiettivo dichiarato è quello di costringere i poveri a lavorare a qualsiasi condizione. Non a caso le prime esclamazioni entusiaste per la eliminazione del reddito di cittadinanza vengono dal ceto medio imprenditoriale del turismo e della ristorazione. Finalmente una marea di poveri cristi diventerà disponibile a lavorare a qualsiasi condizione. A Napoli, in un bar per un lavoro di otto ore e più già ora molti prendono sì e no 150 euro alla settimana. Ora quanto pagheranno i padroncini?
Il governo ha aperto il vaso di pandora, sensibile ai lamenti della piccola imprenditoria, sempre affamata di braccia a basso costo, ha trovato il modo di piegare alla necessità questi “sfaccendati”, favorendo imprese e commercianti, con un occhio di riguardo anche agli enti di formazione.
I soggetti definiti occupabili, perdono il beneficio alternativo al reddito, se rinunciano o rifiutano un’offerta di lavoro con precise caratteristiche come una retribuzione superiore del 10% rispetto al sussidio massimo usufruibile.
Con l’aumento dei prezzi stimato ufficialmente al 4,8%, ma nella realtà, per i prodotti di prima necessità abbiamo aumenti tra il 10 e il 20%, molti rischiano di diventare ancora di più clienti fissi delle mense della Caritas. La social card, 380 euro una tantum per famiglie con ISEE al disotto di 15.000, il ridicolo obolo destinato a contrastare il carovita, ideata dal governo, rappresenta, oltre al danno, anche la presa in giro.
Lo Stato non ha dubbi ed incertezze: La scelta dell’eliminazione del reddito per gli occupabili, così come l’opposizione al salario minimo o la riduzione dell’assegno, già vergognosamente basso, per i morti sul lavoro, o le misere contromisure al carovita fanno parte dello stesso principio, lo stesso preciso disegno, ridurre la spesa sociale e rimuovere qualsiasi ostacolo all’accumulazione e al profitto favorendo principalmente le partite IVA, il vero puntello sociale di Meloni e company. Ma la povertà, anche se intimamente connessa con questo putrido, corrotto ed iniquo sistema sociale non è uno stato naturale e se le famiglie stentano e i giovani non trovano lavoro, o non riescono a sopravvivere, una nuova stagione di rivolta sociale diventa inevitabile.
S. C.

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