L’ACCORDO SULLA MENSA VA STRACCIATO!
A noi operai nessuno deve spiegare che abbiamo bisogno di più soldi in busta paga per sopravvivere.
Su questo bisogno puntano azienda e sindacati del padrone per farci accettare l’ultimo ignobile sopruso: lavorare per otto ore senza mangiare, vendere la mezzora di mensa per 211 euro al mese.
Questo circolo infernale al quale ci hanno costretto: svendita dei più elementari diritti come la pausa mensa in cambio di quattro soldi, va spezzato.
Fra un po’ ci imporranno come normali dieci ore di lavoro e qualcuno firmerà.
I manager di Stellantis sono convinti che possono di fare di noi quello che vogliono, che basta la firma su qualunque accordo di sindacati bidelli per avere mano libera su tutta la nostra condizione salariale e normativa, e funziona effettivamente così.
Finché … finché gli operai non reagiscono, non fanno saltare il tavolo.
Ci sono voluti quasi cento anni di lotte per avere la mensa pagata, ci sono volute due ore di chiacchiere con sindacalisti bidelli per azzerare questo diritto, non possiamo stare con le mani in mano e tanto meno passare alla storia degli operai come quelli che si sono venduti il diritto alla mensa durante l’orario di lavoro per una miseria.
Certo che, se Stellantis passa a Pomigliano, chi fermerà tutti i padroni dall’applicare lo stesso trattamento?
Ogni operaio deve rendersi conto che sulla questione della mensa si gioca un braccio di ferro che farà storia.
Oggi è chiaro che la linea sindacale dei bidelli ci riduce a pupazzi in mano alle necessità di guadagni degli azionisti.
Non possiamo continuare a pagare la tessera a questi personaggi, l’accordo che hanno firmato impegna loro, non certamente noi che dobbiamo lavorare per otto ore senza mensa.
Ora bisogna mettere assieme tutte le forze operaie, tutta l’opposizione sindacale di fabbrica per far saltare l’accordo, nei mesi scorsi abbiamo sperimentato gli scioperi di massa che li hanno fatti tremare, non c’è che continuare su quella strada.
L’abolizione della mensa non è contrattabile, non vogliamo tornare indietro di cento anni!
GLI OPERAI DEL PARTITO OPERAIO
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