Stellantis Pomigliano, in vigore il nuovo contratto di solidarietà, dalla lista degli operai interessati si capisce tutto: operai consumati dal lavoro, operai con ridotte capacità lavorative, militanti di sindacati non collaborativi e operai ribelli.
Il 26 luglio i sindacati bidelli hanno firmato un nuovo contratto di solidarietà “difensivo” per ridurre il numero di dipendenti inutili per il “fabbisogno” attuale di manodopera. Gli esuberi sono ufficialmente 330, ma i lavoratori coinvolti nel nuovo contratto di solidarietà sono complessivamente 525, di cui 482 operai.
La lista degli esuberi realmente coinvolti tra gli operai, complessivamente 482, comprende più di 200 operai con oltre 30 anni di lavoro e, per i restanti, rcl, o operai che militano, o hanno militato, in organizzazioni sindacali non “collaborative”, o operai ormai insofferenti alla dittatura di fabbrica.
Una vera e propria lista di proscrizione che elenca un numero di “indesiderabili” che con le buone o con le cattive verranno messi in condizione di andarsene.
Questo messaggio è chiaro perché altrimenti non avrebbe senso mettere in cassa centinaia di operai di Pomigliano, mentre più di un migliaio di “trasfertisti”, provenienti da Melfi, Cassino, Pratola Serra, lavorano nello stabilimento.
Nell’accordo si prevede addirittura “il ricorso a impieghi del personale … del Gianbattista Vico di Pomigliano … presso altri stabilimenti Stellantis”. Chiaramente quelli coinvolti saranno gli operai di quest’ultimo accordo.
I cultori del Diritto e della Legalità ci dovranno spiegare come sia possibile tutto questo.
Vi ricordate i collaborazionisti dei campi di concentramento nazisti? Per avere qualche privilegio e per salvare la loro pelle, erano più feroci degli stessi nazisti nei confronti dei prigionieri.
I sindacalisti che hanno firmato l’accordo sugli esuberi ricordano quei kapò dei campi di concentramento. Per continuare a non lavorare sulle linee accettano qualsiasi svendita al padrone dei loro compagni di lavoro che si rompono la schiena sulle linee per assicurare ai padroni e ai loro servi la bella vita. Certo, i nostri bidelli, rispetto al padrone, non hanno tutti i suoi privilegi. Al padrone tocca la poltrona, a loro “o scannetiello”, come diciamo a Napoli. Ma questo è quello che valgono.
Quando gli operai se li toglieranno dai coglioni sarà sempre tardi.
F. R.
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