Dichiarano di impegnarsi per il lavoro in sicurezza ma tagliano le ore di formazione obbligatorie sulla sicurezza. Questo prevede la bozza di accordo fra Ministero del lavoro e Regioni, intanto la strage operaia non si ferma.
Caro Operi Contro l’abbondanza di forza lavoro che arriva dal mare occupabile a prezzi stracciati, rende sconveniente – nell’ottica del governo Meloni – investire per la salute e la sicurezza della forza lavoro già occupata. Gli operai uccisi per il profitto, sono intercambiabili a prezzi scontati.
La ministra del lavoro Calderone con il suo ministero, ha messo a punto una bozza di accordo tra Stato e Regioni, che taglia le ore di formazione antinfortunistica nei cantieri e in tutte le attività ad alto rischio.
La bozza abbassa da 16 a 10 ore (meno 37,5 per cento) la formazione complessiva obbligatoria per tutti, restano invariate le 4 ore di formazione base.
Quello che cambia è la formazione aggiuntiva specifica da fare sul campo per ogni attività, questa diventa di 6 ore per tutti, sommate alle 4 di formazione base, fanno in totale 10 ore.
Formazione e aggiornamenti da ripetere ogni 5 anni come previsto per legge, salvo nei casi come l’edilizia dove il CCNL prevede l’aggiornamento ogni 3 anni, voluto dagli operai edili data l’inerzia del governo, davanti al crescente numero di “infortuni” mortali.
Si apre perciò anche un contenzioso tra le 16 ore ogni 3 anni, previste dal CCNL degli edili, e le 10 ore ogni 5 anni previste nella bozza del ministero del Lavoro.
Finora la formazione aggiuntiva specifica, era di 4 ore per i settori a basso rischio, 8 ore per i settori a medio rischio, 12 ore per i settori ad alto rischio.
Col nuovo testo preparato dal ministero del Lavoro, che le Regioni dovrebbero condividere, le ore di formazione aggiuntiva specifica diventano 6 per tutti. Nella manifattura esempio, compresi siderurgia, cave, cantieri ecc. che rientrano nella fascia dell’alto rischio, la formazione scende dalle 16 alle 10 ore.
Se già 16 ore erano poche figuriamoci 10! Con in più l’evidente paradosso che le ore di formazione, aumentano nei settori meno a rischio e diminuiscono in quelli più a rischio. Misure dannose ancor più dell’ inerzia del governo stesso!
Questo bozza introduce la possibilità della formazione a distanza, cioè al computer, anche per le 6 ore di formazione aggiuntiva specifica da svolgere sul campo, là dove nessun computer può sostituire la prassi dell’apprendimento in presenza, tanto più insostituibile nelle attività ad alto rischio.
Sembra che al di là delle enunciazioni e nuove norme a dir poco propagandistiche, il governo Meloni non sia tanto preoccupato del crescente numero di operai che perdono la vita, per mancanza di misure di prevenzione e sicurezza.
Tanta forza lavoro molto ricattabile arriva dal mare, con le misure di “non accoglienza” messe in campo, il governo – al di la delle sceneggiate per tener buoni gli elettori – offre su un piatto d’argento questa forza lavoro ai padroni, in numero ben superiore per rimpiazzare gli operai uccisi dalla mancata prevenzione.
Dall’annuncio dell’assunzione di nuovi 800 ispettori del lavoro, non sono passati che pochi giorni, e la ministra Calderone ha già preparato una bozza per tagliare del 37,5 per cento le ore per la formazione e la sicurezza. Dopo aver già – va ricordato – dato il via libera al nuovo codice degli appalti a cascata. Anche qui peggio dell’inerzia!
Il solo aumento degli ispettori è una goccia nel mare, ci vuole ben altro per fermare la strage operaia sul lavoro. Gli appalti a cascata e il consistente taglio delle ore di formazione, vanno in direzione totalmente opposta.
Saluti Oxervator.
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