Un commento ai comunicati sindacali copia-incolla, l’elenco dei problemi della sicurezza è sempre uguale da anni, ma nessuno dei problemi è stato affrontato e risolto.
Quante volte mi sono ritrovato a scrivere l’elenco delle cose che non andavano? Quante volte l’hanno fatto i sindacati nei loro comunicati compresa la Fiom? Tantissime; moltissime; troppe, troppe volte in cui assistiamo a praticamente un copia/incolla nei comunicati anche a distanza di svariati mesi. Ad oggi cosa è cambiato? Beh, l’elenco è sempre lo stesso; a cambiare è solo il tempo che scorre inesorabile ed i fatti stanno sempre fermi immobili; a zero. Immobili come, per l’appunto, i sindacati ed in maniera particolare i responsabili della sicurezza. Un immobilismo che è strano se si pensa al proclama di chi nell’aprile scorso voleva il voto per far cambiare le cose. Quelle elezioni la Fiom le ha vinte e cosa è cambiato? Dove sono i suoi RLS? Ah già, nella “lista nera” a fare giornate a casa in solidarietà mentre la salute e la sicurezza degli operai si va a farsi benedire! Il silenzio di un’organizzazione su questa vicenda la dice lunga, quasi una situazione di comodo a voler giustificare l’immobilismo di cui sopra ed ottenere anche un altro grande risultato, per loro ovviamente, ovvero quello che la classe operaia resti sempre più ferma a farsi schiavizzare. Qual è l’interesse che li spinge alla schiavitù operaia? È ovvio, noi schiavi e loro liberi; liberi di fare i comodi loro in fabbrica così come fuori visto che sulla carta, nella “lista nera” si fa solidarietà, mentre nei fatti chissà se è così. Non reagire alla “lista nera”, cosa apparentemente inspiegabile, in realtà si spiega con il loro opportunismo: Avere fuori la maggior parte dei propri quadri rappresenta un’ottima copertura per continuare a non fare niente. Intanto la sicurezza in fabbrica è ad uno stato di vera e propria emergenza e lo testimonia lo stesso comunicato della Fiom fatto col solito copia/incolla, del 10 ottobre scorso. Cosa deve succedere per un cambio di rotta? No, il morto no perché con esso, andrebbe di scena la solita “sceneggiata” finalizzata a far vedere che loro “fanno” (i fatti stanno a zero); che ci tengono alla salute dei lavoratori (i turni da settembre sono in continuo aumento); che sono sempre al nostro fianco (con la battuta salvo “lista nera”) e cavolate simili. A cambiare le cose dobbiamo e possiamo essere solo noi iniziando a non seguire più questi sindacati che a tutto pensano tranne che a tutelarci. Con oggi inizierò il mio personale invito a fare la disdetta sindacale con tutti senza distinzione, in modo da iniziare a dare un primo segnale che questi “signori” non ci rappresentano. Fatevi un piacere e non in termini economici, ma di dignità, da domani provvedete alla cancellazione da questi sindacati. L’importante però è che si sia coscienti che anche questo non basta, perché l’unica vera strada obbligata che abbiamo è di organizzarci fra noi.
PILONE OPERAIO STELLANTIS POMIGLIANO D’ARCO
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