Da dove viene questa voglia di Salvini di leggi sempre più punitive contro le proteste che non siano processioni programmate? Dalla paura che la rabbia dei poveri e degli operai in miseria sfoci in rivolta sociale.
Caro Operai Contro, invece di occuparsi, esempio, di fermare lo stillicidio degli “infortuni” sul lavoro, di un morto ogni 4 mesi – solo sui binari – nel settore dei Trasporti che lui stesso presiede, Salvini con la Lega di cui è segretario, ancora una volta alza il tiro e si esibisce con tanto di pelo, anzi filo spinato sullo stomaco. Alla Camera la Lega ha presentato una proposta di legge (“pdl”) per colpire i manifestanti che perseguendo i propri obbiettivi, ricorrono anche a blocchi stradali o ferroviari.
Forme di lotta tra quelle tradizionali, da sempre esercitate dai vari movimenti compreso quello operaio. Da un po’ di anni i governanti con Salvini in testa, inaspriscono le misure repressive. Pensano così di abolire le proteste che colpiscono nel segno, attraverso leggi e decreti, approfittando anche di un certo sindacalismo pantofolaio, che attua con minor frequenza questi tipi di mobilitazione, preferendo direttamente le riunioni di Palazzo e l’atmosfera “riservata” delle “ristrette” al ministero.
La nuova proposta di legge della Lega chiede l’imbarbarimento delle pene, da scontare in galera per periodi che vanno dai 6 mesi ai 3 anni, più il Daspo e l’aumento delle multe che passano (nella “pdl”) da mille euro a 4 mila euro pro-capite.
Oggi nel mirino (e pretesto di questa “pdl”) c’è l’area di ambientalisti ed ecologisti, domani a bloccare il traffico o iniziative analoghe, possono essere cortei operai con le loro ragioni e rivendicazioni, proteste degli studenti, manifestazioni a fianco di movimenti di liberazione in un paese, il sostegno di un popolo in armi per l’autodeterminazione, l’insorgenza degli operai contro il sistema dello sfruttamento.
Il governo Meloni a ottobre 2022, esordisce presentando il decreto Rave Party, con multe e galera da reati criminali a giovani, che si riuniscono per arrostire salamelle senza tante carte bollate. Un decreto che indusse persino qualche giornalone a titolare: “No alla legge del manganello”.
Proprio Salvini fu promotore dei “decreti sicurezza” nel governo Conte 1, misure contro operai, migranti, giovani, di cui qui ricordiamo i punti salienti (esclusa la parte denominata: “di contrasto all’emigrazione”).
*Ripristino del reato di blocco stradale, reato che era stato depenalizzato negli anni “90, prevede fino a 6 anni di carcere.
*Fino a 6 anni di carcere anche per i picchetti sui cancelli.
*Uso dei droni da parte delle forze dell’ordine, per monitorare lotte e cortei.
*Possibilità delle forze dell’ordine di sparare con pistole taser sui manifestanti.
*Fino 12 mesi di galera per chi organizza un corteo, se qualcuno dovesse causare danni.
*Fino 12 mesi di galera anche per chi partecipa ad un corteo non autorizzato.
*Indossare il casco durante un corteo è diventato un “delitto” cioè reato punibile.
*Fino 2 anni di galera per chi lancia razzi o petardi, anche questo è diventato reato punibile.
*Forte aumento delle pene per chi occupa case, fabbriche o terreni.
*Daspo urbani per allontanare, con pretesti, per lunghi periodi, gli operai più attivi nelle lotte.
*Depenalizzato negli anni “90, viene ripristinato il reato di “accattonaggio”, con arresto da 3 a 6 mesi e una multa dai 3 mila ai 6 mila euro.
*Andrà a giudizio per reato penale, chi pronuncia parole o frasi ritenute offensive dalle forze dell’ordine cui sono indirizzate. Non potrà più essere derubricato “non punibile per la lieve entità del fatto”, come avveniva prima.
Cambiano i governi ma Salvini con la Lega, nella recente proposta di legge, si riconferma il principale vettore di misure repressive e poliziesche a partire dai cosidetti “decreti sicurezza”.
Mentre la Lega alza il tiro delle misure repressive, sembra che sotto i piedi del suo segretario il terreno stia diventando scivoloso. Il 4 novembre pensava di riempire la piazza a Milano, nella manifestazione nazionale “pro occidente” convocata dalla Lega stessa. Ma si sono ritrovati in qualche centinaio, quattro gatti dell’apparato politico e organizzativo.
Dimostrazione che non servono le misure securitarie per frenare la perdita di consensi (e voti) magari in favore dei propri alleati di governo. Come non sarà la politica punitiva del governo contro operai e strati poveri, a fermare la ribellione quando si esprimerà con tutta la sua potenzialità. Sarà uno starnuto a rimuovere il governo dei padroni.
Saluti Oxervator.
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